LXXXVIII

Al medesimo

Ill. ed Ecc. Signor mio. Molte differenze di confine mi danno grandissimo travaglio ch'avemo con Fiorentini da un canto e con Lucchesi da l'altro. [156] Tutto il dì fanno ripresaglia or d'uomini or di bestiami: questi uomini si dolgono, e vorrebbono fare il simile contra di loro: io per ubidir V. Ecc. li tengo repressi, or con ammonizioni or con minaccie, perchè non usino la violenza: ma questo nostro troppo rispetto fa gli avversari più ogn'ora insolenti e arroganti, chè quello che noi facemo per bontade e desiderio di vivere in pace, essi estimano che sia per viltade, e ogni dì si fanno più innanzi e trattano li sudditi di V. Ecc. come fussino lor schiavi. A' dì passati mi dolsi de' Signori Lucchesi ch'avevano ritenuto uno da le Fabriche per XV lire, che volevano e vogliono che li uomini de le Fabriche paghino l'anno per colta alli loro uomini di Gelo, facendo lor fondamento ne le confine che già Mess. Pier Antonio Mercatello pose tra il territorio di V. Ecc. e il loro. Io n'ho scritto a V. Ecc. e mandatoli alcune copie; ma nel tempo ch'Ella si è ritrovata essere fuor di Ferrara, dal Sig. Don Ercole mi fu risposto che alla tornata di V. Ecc. sarei instrutto di quanto circa questo io avessi a fare, e così ne aspetto risposta. In questo mezzo ho pregato li Signori Lucchesi che lascino quell'uomo da le Fabriche che avevan prigione finchè V. Ecc. sia ritornata e m'abbia avvisato del suo parere circa ciò, e così son stati contenti di rilassarlo con promessa di ritornare in capo d'un mese ne le lor forze. Mi è parso di darne per questa un poco di ricordo, acciò che quella non credesse che la cosa non fosse di molta importanza. Ma questa cosa, ancora che molto importi, non importa quanto [157] un'altra differenza che è fra gli uomini de la Cappella del Capitanato di Pietra Santa e li nostri di Vagli di sopra. Il Comune de la Cappella ha fatto ripresaglia di una gran quantità di bestie grosse ritrovate pascere in un luogo confinale fra essi e li nostri di Vagli, e secondo l'instrumento che li uomini di Vagli m'hanno esibito, e secondo che ancora in fatti ho mandato a vedere, son certo che tal bestiame è stato tolto su quello che è di nostra giurisdizione e non de la loro. Io n'ho scritto al Capitano di Pietra Santa, e dolutomi che non faccia osservare quello che per lo instrumento pare che già gran tempo fosse stabilito: esso mi scrisse indrieto, che ad un certo dì constituito io mi ritrovassi sul loco a veder le ragioni d'una parte e de l'altra, e che intanto voleva ritenere le bestie, acciò che ritrovandosi li nostri uomini aver passato su le confine e lochi loro, ne fussino puniti; e appresso mi scrisse ch'io andassi con poche persone, che esso farebbe il simile, per fuggire li tumulti e li scandali. Io, quantunque mal volentieri mi trovassi a questa disputa, conoscendo che questo Capitano di Pietra Santa è dottore ed era per menar seco dottori e notari, di che intendo in quel luogo esserne copia, ed io non avendo chi menar meco, perchè il Capitano de la Ragione non ci voleva venire, per essere via di più di XV miglia la più aspra che sia in questo paese ed è impossibile che possa farsi a cavallo, ed esso, per essere uomo grave, non pur ne vuole andare a piedi; nè altro dottore è in tutta Grafagnana, se non Mess. Achille che [158] gravissimamente è ammalato; pur mi disposi di andare: e così una domenica circa a XX ore mi mossi per ire quella sera ad albergare a Vagli e ritrovarmi il luni, che era il giorno constituito, sul luogo, il quale è alla sommità di Petra Pania. Fosse naturale accidente, o fosse volontà di Dio, a quell'ora si levò il più orribil tempo che fosse già dieci anni in questo paese, sicchè le fulmini ammazzâro quel giorno uomini e bestie; e fu la maggior pioggia e la più lunga che da questi tempi fosse mai: durò senza intermissione tutto il giorno e gran pezzo de la notte. L'altro dì, quando il tempo cominciò a rischiararsi e ch'io mi volsi movere, mi venne un messo che 'l Capitano di Pietra Santa era stato sul luogo, il che potè fare agevolmente per esservi molto vicino, e intendo che da quel canto non era stato alcun mal tempo: nè ancora che fosse stato buon tempo ci vorrei essere ito, perchè intendo che, contra l'ordine dato, vi era venuto con forse ducento persone armate e vi aveva appresso cento scoppettieri, e avea mostrato di venire più per combattere e ottenere per forza, che per vedere di equità. Io subito gli mandai un messo ch'era de li uomini di Vagli con la inclusa lettera, e come V. Ecc. potrà vedere lo pregavo che restituisse queste bestie. Esso non si è degnato di darmi altra risposta; anzi per mostrare più superbia mi ha rimandata la mia lettera indrieto, e detto al messo che non vole restituire le bestie, anzi che gl'incresce che ne restituisse una parte a' dì passati a' miei preghi. A questa cosa io non so pigliare rimedio, perchè ancora [159] ch'io fossi ito o di nuovo mandassi sul luogo, so che questo Fiorentino e con le sue leggi e più con la forza vorrebbe vincere; e più presto la mia andata sarebbe a pregiudicio che a profitto del Stato di V. Ecc. Questo paese, che questi di Pietra Santa vorrebbono occupare, non è da lasciar perdere così pianamente, perchè va a confinare col Stato de la Marchesa di Massa, e per quella via potemo noi condur sali e altre robe di tutta quella spiaggia; chè se Fiorentini l'usurpassino vi porrebbono la Gabella con grandissimo detrimento di questo paese.

L'uomo che sarà portatore di questa supplirà a bocca dove io mancassi nel scrivere, perchè credo che ne sarà informatissimo. Bisognerà a mio giudicio che se ci avremo a condurre su queste confine, che l'una parte e l'altra vi vada con quella gente sola che sia atta a giudicare di tal lite, perchè per l'odio che è tra li nostri di Vagli e li uomini de la Cappella e di Pietra Santa, si potrebbe attaccare una scaramuzza di mala sorte: e dovendo V. Ecc. mandarci, io non sarò buono; salvo se V. Ecc. non mi desse compagnia di dottore e persona bene instrutta. Ma saria forse meglio che la causa fosse commessa o a Lucca o a Sarzana, sicchè senza andare quelli che sono parte sul loco, si giudicasse per la giustizia; chè la lite mi par che stia in prove di testimonî: qual sia quel luogo che nomina lo [160] instrumento Acquaruolo, e quali sieno quelli che si chiamano li pascoli d'Arni. Pur V. Ecc. farà il suo parere: in buona grazia de la quale mi raccomando.

Castelnovi, xiij (iulii) 1523.

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