VI

Al medesimo

a Parma.

Ill. Sig. mio. Questa mattina si sono radunati dodici primi cittadini di Reggio, che questa Comunità ha eletti provveditori de la guerra, alli quali io ho parlato acciò che facciano elezione di cinque o sei uomini che stiano appresso il Sig. Gran Maestro, secondo che da V. Sig. mi è stato imposto; li quali mi hanno fatto intendere aver già fatto provvisione di più numero di questo. Prima hanno dato l'impresa di vendere il pane che va in campo, ed essergli assistente, a due cittadini che hanno due famigli con loro. La cura del vino a Gian Giacomo Messore con autoritade e patente di comandare a tutti li uomini del distretto. La cura de le spelte ha uno Gian Francesco Camonchiela, il quale ha due compagni. Sopra li guastatori hanno fatto che ogni villa vi ha li suoi Massari, e Giambattista Cassola con due famigli ne ha la cura. Oltra di questo gli hanno dato carico di parlare per le cose che occorreno al Gran Maestro, e tenere avvisato di continuo la Comunità di quanto serà di bisogno, e questo ieri andò per tale effetto. Quattro beccari tengono di continuo in campo, e molti venditori di altre robe. Ne la terra hanno messo grande ordine che le vittuarie vadano abbondantemente in campo, e vi sono officiali salariati sopra questo. Di mandare oltra questi altre persone a stare presso al [15] Gran Maestro, si sono molto ritirati indietro, allegando non esser possibile a patire maggiore gravezza di quella che hanno, perchè tutti questi e li famigli c'hanno sono salariati con gran provvisione da la Comunità, imperocchè per li mali portamenti che gli usano Francesi si trovano pochi che vogliano andare a tal cure, perchè nel vendere le robe spesso rilevano di bone bastonate.

M'hanno fatto intendere ancora che gran difficoltade è a trovar spelte per mandare in campo, perchè prima li contadini non hanno, avendo già pagato e dato al Duca quelle che ogni anno gli sono obbligati: li cittadini autem ascondono quella che hanno o negano di darla, e questo avviene perchè prima valeva dieci soldi il staro, e ora gli è dato metà, chè non la ponno vendere in campo più di nove soldi; e quando l'hanno condotta in campo, la vogliono alla misura di Rubiera che è maggiore della Reggiana; poi li pagano di moneta e vogliono che corra secondo che fa a Parma, che secondo la ragion loro (di che io poco mi intendo) gli ritorna in gran detrimento, e molto gli è meglio venderla qui a Reggio, che far spesa di mandarla in campo con tanta iattura. Oltra di questo ognun pensa che partito il campo valerà molto in Reggio, e con speranza [16] di venderla poi, la tengono occulta, e che quando lasciassero vendere la roba il prezzo suo, sponte portariano le persone la roba dove valesse con speranza di guadagno; così de la spelta come de l'altre cose. Oltra di questo bisognaria provveder che li conduttori che vanno in campo, vadano securi: ma li togliono spesso li buoi e li fanno lavorare in altro. Oltra di questo li rompono le casse e brusano in che la portano. Così ancora accade a li guastatori, che da li soldati sono tirati a nettare le lor stalle, e per questo avviene che chi va una volta in campo non gli vole tornare l'altra; nè questa Comunità può avere un carro se non manda li balestrieri a pigliare li villani per forza, e così ancora li guastatori se ne fuggiono, e di questo mi son trovato in fatto. Vorrìa ancora che V. S. scrivesse al conte Gian Boiardo che facesse condurre del vino in campo per esserne nel suo paese gran quantitade e prossimo al campo; così al Sig. Mess. Ercole per San Martino e Campogaiano, e a questi Castellani di Manfredi che tutti l'aiutasseno e mandassero vittuaglia in campo, perchè il distretto di Reggio per sè non basterà a provvedere al tutto: e mandare del pane, chè, oltra l'altre incomoditadi, sono pochi forni in questa terra. Io del tutto dò avviso a V. S. la quale farà poi il parer suo. Del mandare altre persone in campo si escusano gagliardamente, e m'hanno pregato ch'io avvisi V. S. de le provvisioni che han fatto, sperando che quella abbia a rimanere satisfatta. Se quella vuol che di novo insti che mandino altri, mi avvisi, ch'io lo [17] farò. Ma mi par bene che sarà difficultade a disponerli. Io aspettarò la risposta di V. S., alla quale mi raccomando.

(Regii... octobris MDX).

Servitor fideliss.,

Ludovicus Ariostus.

Qui è nova giunta or ora, e si parla per vera, che 500 Spagnoli sono fuggiti dal papa nel campo nostro.

Vorriano e che V. S. mandasse qui uno con autorità e patente di poter comandare a tutti li gentiluomini e Castellanze che avessero a far la rata sua in questi bisogni, perchè il Capitano gli pare che li vada con troppo rispetto.

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