XCIII

Agli Otto di Pratica in Firenze

Magnifici ed eccelsi Signori miei osservandissimi. Baccio de la Masa, esibitore di questa, è venuto a me facendomi intendere, come da Vostre Signorie è stato chiamato a Fiorenza, e non sapendo per che causa, ha avuto ricorso al magnifico Potestade [172] di Barga; il quale gli ha detto, questo non dovere essere per altro, se non per le querele che di quelli di Barga e di Somma Cologna son venute dal Commissario di Castelnuovo; e mi ha pregato, che appresso Vostre Signorie io faccia fede de la verità. Io dunque, perchè non fu mai mia intenzione di ascondere o di fingere quella, dico che di questo Baccio non ho mai avuto richiamo alcuno: anzi il dì di San Piero prossimo passato egli fu a ritrovarmi per comporre certa lite e discordia, che fra un certo Giuliano Grigoro e alcuni sudditi del mio Ill.mo Signore era sorta; e questo perchè li nostri si dolevano che questo Giuliano era stato in grossa compagnia a Massa, terra di questa ducale provincia, e avea usata certa violenza contra di loro: e da quel giorno in qua le cose sono state molto quiete, e mi ho creduto che sia stata assai opera di questo Baccio; e così ne fo fede a Vostre Signorie, alle quali mi raccomando.

Castelnovi, 20 iulii 1523.

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