XCIV

Ai medesimi

Magnifici et excelsi domini, domini mihi observandissimi. Molte volte mi son doluto agli capitani di Barga de li latrocinii e assassinamenti e altre violenze, che alcuni tristi da Barga e Somma Cologna tuttavia fanno in questa ducale provincia di Grafagnana, nè mai ho veduto effetto per il quale [173] questi ribaldi si ritraggano da le lor malopere; che sempre in buona quantità, armata manu, or in compagnia de li nostri banditi, ora da per sè, non sieno in questo paese, ora assassinando, ora mettendo taglie, e sempre or in questa villa, or in quell'altra volendo vivere a discrezione. Io da parte dell'illustrissimo mio Signore già molti dì sono ho fatto per publica grida proibizione, che nessuno de li nostri vada in armata, nè in compagnia di alcuno, sul territorio di V. S., sia per qual cagione si voglia; ma non mi par che dal canto de li officiali di Vostre Signorie mi sia stato renduto il cambio; imperò che io non sento mai altro, se non che or uno, or un altro è stato assassinato, e sempre vi si truovano genti or da Barga, or da Somma Cologna, in compagnia. Li quali delitti riferire ad uno ad uno saria troppo lungo, massime avendone io più volte, e secondo che sono accaduti, fatto intendere al Capitano di Barga. Di nuovo ho da riferire a V. S., che un Togno di Nanni del Calzolaro da Somma Cologna, e un Francesco detto Francio figliuolo di Biagio di Gigrò, Stefano di Barzante di Stefano con altri cinque compagni, sono iti su quel d'una terra di questa provincia detta Cicerana, e hanno, spezzando e rompendo casse e sforzando il mandriano, saccheggiato una quantità di cacio, il quale era di uno Nardino da Cicerana. Mi è parso ancora che questa cosa non importi quanto molt'altre che ogni dì si sentono, di farne a V. S. querela, e pregarle che si degnino pigliarci qualche provisione, acciò che in effetto cognosciamo [174] essere vero che lor dispiaccia tali portamenti: in buona grazia de le quali mi raccomando.

Castelnovi, 23 iulii 1523.

XCV

Ai medesimi

Magnifici ed eccelsi Signori miei osservandissimi. Ancora che io creda che 'l magnifico Potestà di Barga abbia fatto intendere a Vostre Signorie che quello Giuliano Grigoro abbia dinanzi a quelle difesa la sua causa con molte bugie; non resterò io ancora di certificarle, che colui di che si duole questo Giuliano che gli ammazzasse quel suo parente, non è persona di questa provincia, nè suddito alla giurisdizione mia. Anzi, per quanto intendo, la colpa di tale omicidio ha uno Bogietto da Somma Cologna, forse aiutato da qualche lombardo, sopra li quali io non ho potestade nè autorità alcuna, anzi sono banditi e ribelli del mio illustrissimo Signore. Ma s'a lui è stato fatta questa ingiuria da quelli di Somma Cologna, forse con aiuto di qualche uno di questi c'ho detto, che a questa ducale provincia niente appartengono, che colpa n'hanno gli uomini nostri di Massa? che nè parentado, nè amicizia, nè forse cognizione hanno ancora con questi che l'hanno offeso, sì che egli già due o tre volte sia venuto, poich'io sono in questo officio, con quaranta o cinquanta persone in la villa di Massa e [175] altrove, e abbia rotto usci e casse, e tolto pane e formaggio e roba da vivere, e voluto essere alloggiato a discrezione, come se fosse rotta la guerra. E appresso in questi tempi sono alcuni stati assassinati alla strada, che non si è potuto sapere da chi, ma publicamente si è dato colpa alli compagni di questo Giuliano.

Circa a quell'altro Baccio de la Masa, gli è vero che venne a me, e mi pregò ch'io facessi fede appresso Vostre eccelse Signorie, come io non mi dolevo di lui, e menò seco alcuni di questa terra di Castelnuovo ch'io tenevo per uomini da bene, che mi attestaro che questo Baccio era persona quieta e ch'amava la pace e la tranquillitade, e che mai non s'era interposto se non a far buone opere. Per questo io lo compiacqui di fargli quella lettera, che non sapendo io per me alcun male di lui, non mi pareva anco di dovermilo presumere e imaginare. Gli è ben vero che poi da molt'altri mi è fatto intendere, che costui è tutto il contrario di quello che da quelli altri mi fu dipinto, anzi che esso è consigliere, impulsore, capo e guida di tutti li mali che Donatello da Somma Cologna fa in questa Grafagnana: del quale Donatello m'ho più da dolere che d'altro suddito di Vostre Eccellenze; chè di lui son pochi giorni ch'io non abbia grandissimi richiami or d'avere fatto una cosa, or un'altra, da farne venire orrore a Vostre Signorie, quando lo intendessino: e sul libro de le nostre condennagioni è il suo nome più scritto che d'alcun altro. Se questo Baccio abbia colpa di tanti mali, o [176] pur sia uomo da bene come quelli altri me l'avevano dipinto, io lascierò giudicare a chi lo conosca meglio di me; perchè essendo gli uomini di questa provincia la più parte faziosi, e che parlano a passione, non mi fido a dar fede più a questi che a quelli. Vostre Signorie, che sono prudentissime e piene di giustizia, credo che ben ci sapranno e vorranno pigliar riparo; nè il mio illustrissimo Signore dal canto suo mancherà di quanto gli sarà possibile, perchè le strade sieno sicure, e gli uomini da bene nelle case loro. Per adesso saria buona opera a provvedere che li sudditi di Vostre Signorie non venisseno per causa alcuna, nè spontaneamente nè chiamati, in questa ducale provincia, se non a due o tre insieme per far lor faccende, e non in armate come fanno tutto'l dì; sì come anche io ho provvisto, di commissione del mio illustrissimo Signore, che li nostri non possano venire nel dominio di Vostre Signorie. E pur alcuni non obbediscono, e sono banditi e gente di sorte, sopra la quale, perchè non hanno altro al mondo che la persona, io non ho potestade alcuna. In bona grazia di Vostre Signorie mi raccomando.

Castelnovi, 6 augusti 1523.

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