Al duca di Ferrara
Ill. ed Ecc. Signor mio. Meglio informato come il Moro è fuggito, ho trovato un coltello in prigione, il quale per quattro testimoni è provato esser di quel figliolo di Bastiano Coiaio il quale tutto ieri, come per l'altra mia ho scritto, stette seco in parlamento. Con questo coltello il Moro ha cavato dentro via una fessura in l'uscio, con la quale è ito a trovar la chiavatura che di fuora era col cadenazzo, e con questo coltello ha respinto il chiavistello, e così si ha aperto. Questo sia per più chiarezza a Vostra Ecc. Se questo figliolo di Bastiano io potrò, farò pigliare. Suo padre mi è stato a ritrovare, e con la sua solita insolenza ha detto parole assai altiere, come è suo costume, e mi ha voluto mostrar ch'io non scrivo cosa a Vostra Ecc. ch'egli non ne sia avvisato. In somma non può patir ch'io abbia scritto male di questi fratelli dal Sillico, e le sue parole più tendono per far che per paura io desista di avvisar di volta in volta le cose come occorrono a Vostra Ecc., che per buoni portamenti mi voglia far suo amico: poi che venendo di certo suo luogo scontrò il Moro che fuggiva, il quale gli aveva narrato di punto in punto come era uscito di prigione. Vostra Ecc. può per questo solo conietturar se esso era conscio di questo ordine; chè non mi par così verisimile che a ventura l'avesse trovato, di quello che lo stesse ad [179] aspettar alla posta. In buona grazia di Vostra Ecc. mi raccomando.
Castelnovi, 29 augusti 1523.