A papa Leone X
Beatissime Pater. Avendomi Galasso mio fratello a' dì passati fatto intendere che Vostra Santità averìa piacere ch'io le mandassi una mia commedia ch'io avea tra le mani; io, che già molti giorni l'avevo messa da parte quasi con animo di non finirla più, perchè veramente non mi succedea secondo il desiderio mio, son stato alquanto in dubbio s'io mi dovea scusare di non l'avere finita, e che per recitarla questo carnevale mi restava poco tempo di finirla (e questo pel timore del giudizio di questi uomini dotti di Roma, e, più degli altri, di quello di Vostra Santità; chè molto ben si conoscerà dove ella pecca, e non mi sarà ammessa [35] la scusa d'averla fatta in fretta); o se pure io la dovea finire al meglio ch'io potea, e mandarla, e far buono animo, e conto che quello che conoscevo io nessun altro avesse a conoscere. Finalmente, parendomi troppo mancare dal mio debito, ed essere ingrato alle obbligazioni grandissime che io ho a Vostra Santità non satisfacendo a tutti li suoi cenni, ancora ch'io ne dovessi esser riputato di poco giudizio; perchè forse la mia scusa, benchè vera, non sarìa accettata; ho voluto fare ogni opera per mandarla, e più presto esser imputato ignorante o poco diligente, che disobbediente ed ingrato: e così l'ho ritolta subito in mano. E tanto ha in me potuto l'essermi stata da parte di Vostra Santità richiesta, che quello che in dieci anni, che già mi nacque il primo argomento, non ho potuto, ho poi in due giorni o tre condutto a fine: ma non che però mi satisfaccia a punto, e che non ci siano delle parti che mi facciano tremare l'animo, pensando a qual giudizio la si debbia appresentare. Pure, quale ella si sia, a Vostra Santità insieme con me medesimo dono. S'ella la giudicherà degna della sua udienza, la mia Commedia avrà miglior avventura, ch'io non le spero: s'anco sarà riputata altrimente, prendasene quel trastullo almeno che delle composizioni del Baraballo già si soleva [36] prendere; chè, pur che in qualche modo la diletti, io me ne chiamerò satisfatto. Alli cui Santissimi piedi umilmente mi raccomando.
Di Ferrara, alli 16 di gennaro 1520.
S. Vestrae.
Humilis et devotus servus,
Lud. Ariostus.
Fuori - Sanctiss. D. N. Leoni Decimo.