A Messer Mario Equicola
Magnifico messer Mario mio onoratissimo. - Per messer Giangiacomo Baretone ho avuto sei lire di vostra moneta, le quali Vostra Magnificenza mi ha rimesse, credo, per parte delli denari che si hanno d'avere dal venditore delli miei Orlandi a Verona. Di che ringrazio quella, ma mi paiono pochi a quelli ch'io aspettava; e non posso credere che quel libraro non li abbia espediti tutti, perchè in nessun altro luogo d'Italia non so dove ne restino più da vendere: e se fin qui non li ha venduti, non credo che più li venda. Per questo sarìa meglio che il libraro li rimettesse quì, perchè subito troverei di espedirli, poichè me ne son dimandati ogni dì. Vostra Magnificenza, essendo risanata, come spero che ella sia, la prego che si sforzi di saper la cosa; chè troverà che i libri sono venduti, e che quel [37] libraro vuole rivalersi di quelli denari. La si ricordi che io sono suo, e sempre me gli raccomando.
Ferrara, 8 novembre 1520.
Vostro,
Lodovico Ariosto.
Fuori - Magnifico Domino Mario Equicolae, Secretario. Mantuae.