XXVIII

Agli Otto di Pratica

Magnifici et excelsi Domini mihi observandissimi. Per obedire a quanto Vostre Signorie mi comandano; perchè le loro esortazioni voglio che mi sieno in luogo di comandamento; ho fatto chiamare a me quelli sudditi al mio officio, delli quali Bartolomeo da Barga si duole che da Buonconvento si [47] sieno fuggiti con la paga; e ritruovo che molto ben difendono la ragione loro, e dicono che Bartolomeo mandandoli a chiamare a casa loro fece dare al capo (che tutti eran sette) certi scudi, promettendo come fussino a Castel Fiorentino, che darebbe loro la paga integra; e che venendo a trovare il detto Bartolomeo a Barga, n'ebbono la medesima promissione; e di più disse loro, che se a Castel Fiorentino non facea lor dar la paga, fusse lor licito di ritornarsine indietro con quelli denari che avevano: e quando furono a Castel Fiorentino, e non avendo denari, e per questo volendo tornare a dietro, furon pregati dal detto Bartolomeo che si conducessero fin a Poggibonici, dove avrebbon denari; e che mancando, senza altra eccezione se ne tornassino a Poggibonici. Non ebbono anco se non parole, e pur con li medesimi preghi e promissioni furo anco tirati fin a Siena: dove venendo li nimici, feron senza aver avuti altri denari le fazioni e il debito loro. Quindi volendoli di nuovo Bartolomeo condurre a Buonconvento, negaro di non volervi andare: pur, parte con prieghi, parte con dar loro alcuni pochi denari; che tutti cominciando da li primi ch'avevano avuto a casa e tra via, non passaro fra sette compagni in tutto la somma di X ducati; fece tanto, che li trasse a Buonconvento, refermando pure il medesimo, che se quivi non dava loro tutta la paga, se ne tornassino liberamente. E così condotti a Buonconvento con grandissimo disagio e carestia, non fu dato lor la paga più che in gli altri luoghi; e per questo non fuggendo, ma [48] più presto partendosi di patto se ne tornaro a....: e fra il giorno che si partiro da casa, fin a quello che si partiro da Buonconvento, corsero 14 giorni. Io per ubbidire Vostre Signorie, e insieme per non mancare del dovere, e non essendo io molto nè assai ancora esperto nelle ragioni pertinenti al mistier del soldo, ho fatto alquanto di ragunanza di uomini, che sono usati d'aver compagnie di fanti, avendo fatto che due mandati da Bartolomeo in questa terra, e dall'altra parte questi incolpati di esser fuggiti, han dette le ragioni loro. Ultimamente mi dicono che 'l soldo di questi fanti ha da cominciar dal dì che giunsero a Castel Fiorentino, secondo l'ordine e il costume solito del mistier del soldo; maisì, quando sia vero che Bartolomeo dicesse loro, che non avendo denari, cioè la paga intiera a Castel Firentino, se ne potessono tornar indrieto; che li patti rompono le leggi; che 'l soldo ha da cominciar dal dì che furon levati da casa e ebbon la prima prestanza. Li mandati da Bartolomeo non negano nè affermano questo patto. Io volevo assignare termine alli fanti a provar questo, ma li mandati da Bartolomeo non se ne sono contentati, e dubito che non sieno per farne a Vostre eccelse Signorie alcuna sinistra e men che vera relazione. Per questo ho voluto a quelle dare avviso del tutto, acciò ch'elle ancora ne sieno giudici, chè so che non si partiranno dalla giustizia, essendo io per non mi partire dà quanto parerà a [49] quelle, delle quali son deditissimo; e in sua bona grazia mi raccomando sempre.

Ex Castronovo, 21 maii 1522.

Di Vostre eccelse Signorie

Observantissimo

Ludovico Ariosto

Ducale Commissario in Grafagnana.

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