LE maggiori ingiurie sono quelle che procedono da maggiore ingiustizia. E per questo talvolta le minime son tenute per grandissime. Come fu l'accusa di Callistrato contra Medanopo, che avesse frodato agli edificatori del tempio tre mezzi oboli de' danari dedicati alla fabbrica d'esso; dove che nella giustizia avviene il contrario. E questo perchè le picciole trapassano di valore; conciossiachè chi si conduce a diventar ladro per tre mezzi oboli, s'ha da pensare che ruberebbe qual si voglia cosa. Sì che talvolta si giudica la grandezza del peccato dalla qualità del male che si farebbe; e talvolta dalla qualità del danno che ne risulta. E così maggiori sono quelle ingiurie che fanno maggior danni. Sono ancora maggiori ingiurie quelle alle quali non si può dare egual castigo, ed a cui ogni sorte di supplizio è minore. E quelle contra le quali non si trova rimedio, per esser cosa difficile ed impossibile a cancellarle. E quelle delle quali non ci possiamo vendicar per via di giustizia; perchè nè anco queste sono rimediabili, essendo che il castigo e la pena contra l'ingiuriatore sia la medicina dell'ingiuriato; e quando l'ingiuriato rivolgendo lo sdegno dell'ingiuria contra la persona sua propria, s'è grandemente offeso da sè medesimo. Onde di maggior supplizio è degno l'ingiuriatore, secondo il detto di Sofocle, il quale parlando in giudizio in favor d'Eutimone, che per non poter sofferir la bruttezza dell'ingiuria ricevuta s'era ammazzato con le sue mani: Non minor pena (diss'egli) merita costui di quella che s'ha presa da sè medesimo l'ingiuriato. Le circostanze ancora fanno le ingiurie maggiori, come quando un solo abbia avuto ardire d'ingiuriarci, o esso sia stato il primo, o pochi altri siano concorsi con lui, o quando più volte ci abbia fatto la medesima ingiuria. E quelle sono maggiori ingiurie, contro le quali si son cerchi e trovati divieti e castighi: come in Argo, che vi si puniscono quelli che sono stati cagione che si faccia una qualche legge di nuovo, e per conto de' quali s'è fabbricata la prigione. E quelle sono maggiori, che maggiormente tengono del fero e del bestiale. E tanto più grandi sono quanto più pensatamente si son fatte. E quelle sono grandi, le quali a sentirle fanno più paura che compassione. Maggiori diventano ancora, quando rettoricamente sono ampliate ed accresciute; come dicendosi: in molte parti ha contaminata e prevaricata la giustizia. Violando il giuramento, mancando della fede, non servando la promessa, rompendo il vincolo del parentato; perchè così si mostra un eccesso di molte offese. E maggiori son quelle che si commettono dove si soglion punire; come son quelle dei falsi testimoni; perciocchè dove non peccheranno, quando s'arrischiano di peccare in cospetto del giudice? E quelle sono più gravi della bruttezza, delle quali ci vergogniamo maggiormente. Gravissime sono quando si fa male a chi n'ha fatto bene; perchè si pecca in più modi, facendo l'ingiuria, e non riconoscendo il beneficio. Maggiore ingiustizia è dall'un canto quella di colui, che pecca contro la legge che non è scritta, perchè un uomo tanto è migliore, quanto è manco per forza; che per forza s'osserva la legge scritta, e quella che non è scritta, no. Dall'altro canto maggiore ingiustizia è di colui che pecca contra quella ch'è scritta; perchè chi non teme di far quelle cose, che son vietate e punite, sarà ben sicuro a commettere di quelle che non hanno divieto, nè punizione. E delle maggiori ingiurie e delle minori abbiamo detto quel che ci occorre.