I vecchi e quelli che già vanno in declinazione, sono per la più parte di costumi quasi contrarj a questi. Perciocchè per esser vissuti molti anni; per essere stati ingannati in molte cose; per aver molte volte fatto degli errori; e perchè la maggior parte delle cose del mondo sono imperfette; niuna ne tengono per ferma, e in tutte procedono più riservatamente che non si conviene. Penso, credo, potrebb'essere, è lor solito di dire; nulla dicendo di sapere; e d'ogni cosa stando infra due, sempre vi mettono il forse, e il per avventura; e così dicono d'ogni cosa, e fermamente non asseriscono mai nulla. Sono maliziosi, perchè la malizia non è altro che ripigliare ogni cosa in mala parte. Sono sospettosi, perchè difficilmente credono; e difficili a credere li fa la sperienza. E per queste medesime cagioni non hanno nè grande amore, nè grande odio. Ma secondo il precetto di Biante, amano con riservo di poter odiare, ed odiano con riservo di poter amare. Sono di poco animo, come già domi dal vivere; perciocchè non desiderano cosa alcuna nè grande, nè di soverchio, ma solamente quel ch'è necessario a vivere. Non sono liberali, perchè la roba è una delle cose necessarie alla vita. Oltre che per isperienza sanno quanto sia difficile a guadagnarla, e facile a mandarla a male. Sono timidi, e in ogni cosa hanno paura del male avanti che venga, come di contraria disposizione a' giovani; perciocchè essi son freddi, e i giovani sono ferventi; onde che dalla vecchiezza è stata in loro introdotta la timidità; conciossiachè la paura non sia altro che un certo raffreddamento. Sono amatori della vita, e massimamente nell'estreme giornate, perciocchè il desiderio è d'una cosa che sia lontana; e di quello che hanno più bisogno hanno anco più desiderio. Si lamentano d'ogni cosa più che non si conviene; perciocchè ancor questa è una certa pusillanimità. Il lor vivere non è vôlto all'onesto, ma all'utile più che non si conviene; perciocchè sono troppo amatori di lor medesimi. Conciossiachè l'utile sia bene a sè stesso, e l'onesto sia semplicemente bene. Sono senza vergogna più che vergognosi, perchè non si curando tanto dell'onesto quanto dell'utile, fanno poco conto di quel che si paia ad altri di loro. Non hanno quasi mai buona speranza; sì perchè sono di natura timidi, come perchè hanno conosciuto per esperienza, che la più parte delle cose del mondo sono ree. E per questo molti fanno cattiva riuscita; vivono più tosto accompagnati dalla memoria, che dalla speranza; perchè il resto della vita loro è poco, e lo passato è molto. E la speranza s'intende dell'avvenire, e la memoria del passato. Questa ancora è la cagione che li fa ragionar volentieri, perciocchè raccontano tuttavia delle cose andate, come quelli che si pigliano piacer di rammemorarle. Hanno ancor essi i loro impeti subiti, ma deboli; e parte delle lor voglie se ne sono andate, parte sono pure indebolite. Onde che non sono più vogliolosi, e si travagliano non per le voglie, ma per lo guadagno. E per questo i vecchi pajono moderati, perchè dall'un canto le voglie son rimesse, dall'altro si danno al guadagno; vivono guardando più tosto ai loro disegni, che alla creanza; perchè il disegno ha l'occhio all'utile, e la creanza alla virtù. Ingiuriano per malizia non per superchieria. Sono misericordiosi ancor essi, ma non per la medesima cagione che i giovani, perchè questi hanno compassione per umanità, e quelli per debolezza, perchè pensano che ogni avversità che veggono negli altri sia vicina a loro. La qual cosa s'è presupposto che sia una delle disposizioni del misericordioso. E per questo sono fastidiosi, e non faceti nè sollazzevoli; perciocchè il fastidioso è l'opposito del sollazzevole. E tali sono i costumi de' giovani e de' vecchi. Onde essendo che ciascuno approvi quel dire che si confà co' suoi costumi, e quelle persone che sono simili a lui, si vede chiaramente a che modo usando il parlare, possiamo noi parer tali, e far parer le nostre orazioni.