CAPITOLO XIX.

DICIAMO adunque prima del possibile e dell'impossibile. Che di due contrarj, se uno è possibile che sia o che si faccia, parerà che sia anco possibile l'altro; pogniam caso. Se è possibile che un uomo sia fatto sano, sarà anco possibile che si sia ammalato; perchè una medesima possibilità è d'un contrario, che dell'altro in quanto sono contrarj. E se si può far cosa simile a questa, si potrà fare anco questa; e se è possibile una più difficile, sarà anco questa che è più facile. Ed essendosi potuto fare una cosa eccellente e bella, si potrà anco fare comunque si sia; perciocchè più facilmente si fa una casa, che una bella casa. E se d'una cosa è possibile il principio, sarà possibile anco il fine; perciocchè non si fa nè si comincia a far cosa alcuna di quelle che sono impossibili a farsi; come dire che il diametro abbia la medesima misura col suo lato; mai non si comincerebbe a fare, nè anco si fa. E di quello che si può far la fine, si potrà fare anco il principio; perchè dal principio si fanno tutte le cose, e se è possibile che si sia fatta una cosa che abbia l'essere e la generazione di poi, sarà anco possibile una che l'abbia prima; come per esempio: Se si può fare un uomo si può anco fare un fanciullo; e potendosi fare il fanciullo, si potrà far l'uomo ancora; perchè il fanciullo è il principio dell'uomo. Possibili ancora sono quelle cose, alle quali abbiamo amore e desiderio naturale; perchè nessuno ama le cose impossibili, nè le desidera il più delle volte. E quelle possono essere e si posson fare, delle quali si trovano le scienze e l'arti; e quelle che hanno il principio dell'origine loro in quelle cose e in quelle persone che noi possiamo o forzare, o persuadere; e queste sono quelle delle quali noi siamo o superiori, o padroni, o amici; e se d'una cosa saranno possibili le parti, sarà anco possibile il tutto; e se n'è possibile il tutto, ne saranno anco le parti; perciocchè se d'un saio si posson fare l'imbusto, le maniche e le falde, si potrà far anco il saio intero; e potendosi l'intero, si potranno ancora l'imbusto, le maniche e le falde; e quando sia tra le cose possibili il genere tutto, sarà anco possibile la sua spezie; e quando la spezie, ancora il genere. Come dire, se si ponno fabbricar legni da navigare, si potranno ben fabbricar galere. E se si ponno galere, si potranno anco legni da navigare. E delle cose che naturalmente hanno scambievole relazion fra loro; quando ne sia possibile una, sarà ancora l'altra. Poniam caso se si può fare il doppio, si potrà anco la metà: e se si può la metà, ancora il doppio; e potendosi far qualche cosa senz'arte e senza apparato, si potrà anco far con arte e con diligenza. Onde ancor di queste cose disse Agatone:

Sono l'opere nostre amministrate,

Altre a sorte da noi,

Ed altre a sorte, e per necessitate.

E quel ch'è possibile a coloro che son peggiori, o minori, o manco prudenti, sarà possibile maggiormente a coloro che sono per l'opposito; come disse Socrate, che grave cosa gli sarebbe stata, se non avesse potuto trovar quello che aveva imparato Eutimo. Gl'impossibili poi sono manifesti, perchè consistono ne' contrarj de' sopraddetti.

Se la cosa è fatta, o non fatta, si considera per queste vie. Primieramente, se è fatto quel che di natura è meno atto a farsi, sarà ben fatto quel che più agevolmente si suol fare; e se è fatto quello che è solito farsi dipoi, si sarà anco fatto quel che si fa prima. Come dire, se uno ha dimenticata una cosa, l'avrà anco imparata qualche volta; e se un poteva, e lo voleva fare, l'ha fatto perchè tutti quando son potenti di fare, volendo, fanno; perchè non c'è cosa che gl'impedisca. E se voleva, e non avea di fuori cosa, che gli desse noia; e se la si poteva fare, ed egli era in collera; e se poteva, e n'avea desiderio; perchè quelli che desiderano, per lo più potendo, fanno: i tristi per incontinenza e i buoni per desiderio delle cose buone. E se la cosa era per farsi, ed egli era per farla, l'ha fatto; perchè verisimil cosa è, che chi stava per fare, abbia fatto. Si sarà ancora fatta una cosa, quando sarà prima fatta quella che naturalmente è solita a farsi innanzi, o che si fa per cagion d'essa. Come per esempio: se ha balenato, ha anco tuonato; e se l'ha tentato, l'ha anco fatto. E quando sian fatte cose che naturalmente si soglion far dipoi, o quella per cagion di cui si fanno, si saranno ancor fatte quelle che si fanno prima; come sarebbe a dire: se ha balenato, ha anco tuonato; e se l'ha fatto, l'ha anco tentato di fare. Di tutte queste cose, altre sono necessarie, ed altre avvengono per la più parte. Il non essersi fatto poi è manifesto che si cava dai contrarj de' sopraddetti.

Il futuro ancora si cava manifestamente da questi luoghi medesimi; perchè quel che sta nel potere e nel volere, sarà; e quel che sta nel desiderio, nell'ira e nella ragione, quando vi concorra anco il potere, sarà medesimamente. Onde quel ch'era già in procinto di farsi, o veramente si dovea fare, si può dir che si farà; perchè per lo più si fanno più tosto quelle cose che erano per esser fatte, che no. Farassi ancora una cosa quando sieno fatte quelle, che per ordine naturale si soglion prima. Come dire: se è nuvolo, verisimilmente dovrà piovere; e quando sia fatto quel che si fa per cagion d'una cosa; è verisimile che ancora quella tal cosa si faccia; come per esempio: Essendosi fatto il fondamento d'una casa, si dovrà fare anco la casa.

Della grandezza e piccolezza delle cose; del maggiore e del minore: ed in somma delle cose grandi e piccole, siamo già chiari per quel che di sopra se n'è detto. Perciocchè nel genere deliberativo s'è trattato, e della grandezza de' beni, e di quel ch'è più e meno assolutamente. Essendo dunque, che in ciascuna guisa di dire il fine proposto sia bene; poniam caso l'utile, l'onesto e il giusto; è manifesto che ognuno deve torre a ringrandire le cose dai luoghi di questi fini. E cercar di dire altro della grandezza, e dell'eccesso assolutamente, senza applicarla alla sua materia, sarebbe un parlare in vano; perciocchè i particolari delle cose sono più appropriati all'uso che gli universali; e di quel che può essere, e di quel che non può essere: e dell'esser fatto, o non fatto: e del dover essere, o non essere. Ed oltre a ciò dello ringrandire e dello sminuir delle cose, fin qui sia detto abbastanza.

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