DICIAMO ora degli entimemi in universale: ed in che modo s'hanno a cercare: e dipoi diremo i luoghi loro; perciocchè queste sono di due diverse sorti di cose. Abbiamo già detto che l'entimema è un certo sillogismo, e come è sillogismo, e in che sia differente dal sillogismo dialettico; avvengachè non fa mestieri, nè di pigliarlo dalla lunga, nè di comporlo di tutti quei termini che vi possono intervenire; perciocchè a quel modo non ci sarebbe chiaro (allontanandosi molto dal proposito), ed a quest'altro verremmo a cicalar in vano dicendo cose già note. E di qui procede che gli uomini grossi persuadono alla moltitudine meglio che i dotti, come dicono i poeti:
Ch'a gli orecchi del volgo,
Fa più dolce armonia rozza favella.
Perciocchè i dotti dicono dicono cose comuni ed universali: e gl'idioti parlano di quel che sanno essi, e vengono alle strette. Onde che volendo persuadere, non ci abbiamo a servir di tutte quelle proposizioni che paion vere; ma di certe che sono diffinite, e note a coloro che hanno a determinare, o veramente agli approvati da loro. E queste perchè paia o a tutti, o alla più parte, che così siano; e non s'hanno gli entimemi a cavar solamente dalle cose necessarie; ma ancora da quelle che sogliono avvenir per lo più. Ora la prima cosa noi dobbiamo tener questo: che ci sia forza di sapere tutte, o parte di quelle cose che cadono intorno al soggetto del quale ci convien parlare, o civile, o di qualunque altra sorte si sia la materia sopra la quale intendiamo d'argomentare: perciocchè niuna sapendone, di niuna si può valere a conchiuder quel che l'uomo vuole. E per venire all'esempio; come potremo noi consigliare gli Ateniesi, se debbono far la guerra, o non la fare, se non abbiamo notizia della potenza loro, se le lor forze sono, o per mare, o per terra, o nell'una parte e nell'altra; e quanto sieno grandi; e se non sappiamo l'entrate, e gli amici, ed anco i nemici loro: e che guerre hanno fatte; e come l'hanno fatte, ed altre cose simili? Come potremo noi lodarli, non sapendo la battaglia navale che fecero a Salamina, o il conflitto di Maratona, o la protezione che presero contra Euristeo pei figliuoli d'Ercole, o qualch'altra cosa di questa sorte? Conciossiachè tutti pigliano a lodare da quelle buone parti che cadono, o veramente che mostrano di cadere intorno al soggetto preso, e similmente a vituperare dalle contrarie, considerando qual parte sia o paia tale in quelli che tolgono a biasimare; come sarebbe a dire, che ridussero in servitù la Grecia, che soggiogarono Egina e Potidea: le quali città insieme con loro aveano combattuto, e sì valorosamente s'erano portate contro ai Barbari, e cotali altre cose, o errori che avessero fatti. Nel medesimo modo procedono gli accusatori e i difensori: considerando quel che cade negli accusati o difesi da loro. La qual cosa non importa che si faccia, o degli Ateniesi, o degli Spartani, o d'un uomo, o d'un Dio. Onde che volendo consigliare Achille, o laudarlo, o biasimarlo, o accusarlo, o difenderlo, s'hanno a tôr di quelle cose che sono, o che par che siano in lui, per poter di queste (quando lo vogliamo lodare o vituperare) dir quel che v'è d'onesto, o di brutto; quando disegniamo d'accusarlo o difenderlo; quel che vi si trovi di giusto o d'ingiusto: e quando intendiamo di consigliarlo; quel che conosciamo, che gli sia utile o dannoso. E similmente in qualunque altra cosa, come per esempio, volendo dir della giustizia s'ella è bene, o non bene, abbiamo a pigliare ciò che cade intorno alla giustizia, o intorno al bene. Laonde vedendosi che ognuno a voler dimostrare procede per questa via, o strettamente, o largamente che s'argomenti; perciocchè non si toglie a provar con ogni cosa, ma con quei capi che cadono intorno a ciascun soggetto, riducendoli in forma di ragione; perciocchè chiara cosa è, che in altro modo sarebbe impossibile a dimostrare; se ne cava manifestamente, che sia necessario (come si dice nella Topica) d'aver prima alcune scelte delle cose che accadono, e che ci sono maggiormente opportune. Di quelle poi che in un subito occorrono s'ha da cercare nel medesimo modo, avendo l'occhio non a cose determinate, ma che cadono intorno alla materia della quale proponiamo di parlare, e circoscrivendo la più parte, e la più propinqua delle sue circostanze; perciocchè quanto più se ne dicono, tanto più facilmente si prova, e quanto le cose sono più da presso, tanto più sono proprie, e manco comuni. Chiamo comuni, come se uno lodasse Achille, perchè fu uomo; perchè fu Semideo, perchè guerreggiò sotto Troja: cose che sono ancora in molt'altri. Onde che costui niente più loderebbe Achille che Diomede. Ma proprie sono quelle che a niuno altro sono avvenute, salvo ad Achille, come d'aver ucciso Ettore, il miglior guerriero di tutti i Trojani: e Cigno, che per esser fatto impediva tutti i Greci, che non ismontassero; e dall'esser andato a quella guerra molto giovinetto; e senza esser obbligato per sacramento; e d'altre cose simili. Uno adunque, ed il primo de' luoghi topici, è questo di fare le scelte sopraddette. Ora diciamo i primi principj degli entimemi, e principio e luogo dell'entimema intendo per una cosa medesima. Ma primamente diciamo di quel ch'è necessario a dir prima. Due sorti d'entimemi si trovano; perciocchè alcuni sono confermativi dell'essere una cosa, o non essere: ed alcuni altri confutativi, o rifutativi che li vogliamo chiamare; e tra loro è quella differenza che nella dialettica è tra l'elenco e il sillogismo. L'entimema confermativo è quello che si cava dalle cose che si concedono. E il confutativo quello che raccoglie le non concedute. Di sopra si sono già detti i luoghi quasi di tutte le spezie che sono utili e necessarie; perciocchè sono già divisate le proposizioni appartenenti a ciascuna d'esse. Onde che fino ad ora teniamo di che luoghi s'hanno a cavare gli entimemi del bene e del male, dell'onesto e del brutto, e del giusto e dell'ingiusto. Ed anco i luoghi donde si traggono gli entimemi de' costumi, e degli affetti, e degli abiti, si sono similmente già detti. Ma ora voglio che pigliamo in un altro modo a dire universalmente de' luoghi di tutti questi generi insieme; notando quali siano gli entimemi refutativi, e quali siano i confermativi, e quelli ancora che pajono gli entimemi, e non sono; perchè non sono anco sillogismi. Le quali cose dichiarate, diremo delle soluzioni, e delle obbiezioni, o vero istanze che si fanno per impugnar gli entimemi.