Capo Primo

Del concetto generico della sapienza o filosofia

1. - Tutti gli uomini hanno un desiderio naturale [p. 980 A.21] del conoscere. Ne fa fede l'amore delle sensazioni: di fatto, s'amano senza riguardo all'uso, per sè medesime, e più di tutte quella degli occhi. Giacchè non solo per fare una cosa qualunque, ma anche senza voler far nulla, noi amiamo di guardare più, sto per dire, d'ogni altra cosa. E ciò perchè è questa la sensazione che ci fa conoscere meglio una cosa, e c'indica di molte differenze .

2. - Ora, gli animali nascono forniti naturalmente di senso: con questo, che dalla sensazione in alcuni di loro non si genera la memoria, in alcuni sì. E perciò questi ultimi sono e più industri e più atti a imparare di quelli che non possono ricordarsi. [B. 21] Industri, senza imparare, sono tutti quelli che non possono sentire i suoni, l'ape , per esempio, e se c'è altro simil genere d'animali: imparano poi tutti quelli che oltre la memoria hanno anche l'udito.

3. - Ora, l'altre specie animali vivono colle immagini e colle reminiscenze, e dell'esperienza n'hanno poca: la sola specie umana vive anche coll'arte e co' raziocinii. E l'esperienza si genera negli uomini dalla memoria: di fatto, parecchie reminiscenze d'una stessa cosa hanno l'effetto d'una sola esperienza. Ora, l'esperienza par quasi simile alla scienza e all'arte: e di certo, mediante l'esperienza, [p. 981-A.] nascono scienza ed arte tra gli uomini: perchè l'esperienza, come dice Polo, e bene , ha fatta l'arte, l'inesperienza il caso. E l'arte si genera, quando da molte percezioni sperimentali si sia fatta una nozione sola, in universale, intorno a' simili. Giacchè avere la nozione che un tal rimedio abbia giovato a Callia travagliato d'una tal malattia, e a Socrate, e così a parecchi altri, è esperienza: ma che abbia giovato a tutti que' simili, determinati secondo una specie, ammalati d'una tal malattia, come a flemmatici, o a' biliosi o a' travagliati da febbre ardente, è arte.

4. - Ora, l'esperienza, quanto al fare, pare che non differisca punto dall'arte: anzi, vediamo degli empirici indovinare meglio di coloro, che hanno il concetto, ma non l'esperienza, d'un caso. E ciò perchè l'esperienza è cognizione de' singolari, dove l'arte degli universali: ora, la operazioni e le generazioni sono tutte intorno al singolare. Giacchè chi medica, non sana già l'uomo, se non per accidente, ma Callia o Socrate o, chi sia altro, a cui sia accaduto d'esser uomo. Perciò quando uno abbia il concetto e non l'esperienza, e conosca bensì l'universale, ma ignori il particolare contenutovi, sbaglierà la cura molte volte: poichè l'oggetto della cura è piuttosto il singolare.

5. - Pure, noi stimiamo che ci sia più conoscere e intendere nell'arte che non nell'esperienza, e teniamo gli uomini d'arte per più sapienti degli empirici, appunto come se la sapienza negli uomini stesse in ragion diretta della cognizione. Ora, nel caso nostro, gli uni conoscono la causa, gli altri no: gli empirici, infatti, sanno il che , ma non il perchè : quegli altri, invece, conoscono il perchè, la causa. Perciò noi teniamo per più pregevoli e che conoscano più de' manuali e siano più sapienti i capi dell'arte: perchè conoscono le cause di quello [B.] che si fa, dove gli altri fanno bensì, ma, come certi esseri inanimati, senza sapere ciò che fanno, al modo che il fuoco brucia; (gli enti inanimati fanno quella lor cosa per una certa natura, ed i manuali per consuetudine:) appunto come se fosse più sapiente non chi è abile a fare, ma chi ha il concetto e conosce le cause di quello che fa.

6. - E in generale l'indizio che si conosca, è che si possa insegnare, e questo ci fa credere che l'arte sia scienza più che non l'esperienza; giacchè chi ha quella, può, chi ha questa sola, non può insegnare.

7. - Oltre di che, non crediamo che le sensazioni siano sapienza; quantunque, di certo, siano le più autorevoli cognizioni dei singolari: ma non dicono il perchè di nulla; perchè per esempio, il fuoco sia caldo, ma solo che è caldo.

8. - Fu quindi naturale, che chi prima ebbe trovato, al di fuori delle sensazioni comuni, una qualunque arte, dev'essere ammirato dagli uomini, non solo perchè ci fosse qualcosa d'utile in quel ritrovato, ma come sapiente e superiore agli altri. Trovate poi più arti, quali indirizzate alle necessità, quali al benessere, sempre teniamo i trovatori di queste, perchè le scienze loro non si riferiscono al bisogno, per più sapienti de' trovatori di quelle. Di maniera che, dopo esplorate tutte le scienze di questa sorta, se ne ritrovarono di quelle, che non s'indirizzano nè al piacere, nè alle necessità: e prima in que' luoghi dove prima ci furono degli uomini che vissero sfaccendati. Perciò le arti matematiche si formarono prima in Egitto: perchè là fu lasciato viver così l'ordine dei sacerdoti.

9. - Quale sia, d'altronde, la differenza dell'arte e della scienza e degli altri abiti congeneri, s'è detto negli Etici . Ora ragioniamo per dire che tutti pensano, che quella che chiamano sapienza, versi intorno alle prime cause e a' principi, di maniera che, come s'è detto sopra, l'empirico par più sapiente di chi ha solo una sensazione qualunque, l'uomo d'arte più degli empirici, il capo d'arte più del manuale, e le scienze speculative più delle produttive. [P. 982 A.] È dunque chiaro che la sapienza è scienza intorno ad alcune cause e principii.

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