Capo Quarto (H)

Continuazione : Atomisti

1. - Dietro a costoro e dopo simili principii, insufficienti davvero a generare la natura degli enti, [p. 984 B.8] costretti da capo, per esprimerci come dianzi, dalla verità stessa, si diedero a ricercare del principio attiguo. Giacchè e' non ha del probabile, che nè il fuoco, nè la terra nè simile altro elemento e sia e si credesse da quelli cagione del buono e del bello, che gli esseri parte hanno e parte acquistano: nè d'altra parte l'era come questa una cosa da potersi convenevolmente affidare al caso e alla fortuna. Perciò, chi prima disse; - e' c'è una mente nella natura, appunto come negli animali, causa dell'ordine e di tutta la distribuzione; - parve un uomo sveglio lui, e i più antichi, al suo paragone, de' sognatori.

2. - Apertamente certo, si sa, gli è stato Anassagora a toccar questo punto: pure Ermotimo Clazomenio è in voce d'averlo fatto prima.

3. - Comunque sia, quelli che hanno stimato così, han fatto tutt'uno della causa ch'è principio del buono negli enti, e di quella di dove si deriva agli esseri il movimento.

4. - Si potrebbe, in vero, sospettare, che una simil cosa l'abbia cercata Esiodo per il primo, o s'altri ha posto negli esseri l'amore e il desiderio come principii; Parmenide, per esempio. Questo, in effetto, architettando la generazione del tutto, Prima, dice, formò tra tutti i divi Amore ed Esiodo:

Pria d'ogni cosa era il caosse, e poi

La terra pettoruta ....

E amor.....

che tra tutti gli immortali risplende . Come s'e' ci dovesse pure essere negli enti una causa, che muova e raduni le cose. Del resto, ci si permetta di giudicare più giù come bisogni accordare costoro su questo punto di chi sia stato il primo.

5. - Ora perchè si scorgeva nella natura anche [p. 985 A.] il contrario del bene, e non solo l'ordine e bello, ma anche il disordine ed il brutto, anzi i mali in maggior copia de' beni e le brutture delle bellezze, perciò un altro introdusse l'amicizia e la discordia, cause contrarie di effetti contrarii.

6. - Che se uno tien dietro ad Empedocle, e s'appiglia al suo pensiero piuttosto che a quella sua maniera scilinguata d'esprimersi, trova di certo, che la amicizia è causa de' beni, e la discordia de' mali: di maniera che se uno dicesse, che Empedocle, sotto un aspetto, e ammetta e sia il primo ad ammettere per i principii il bene ed il male, forse direbbe giusto, dovendo pure essere il bene stesso la causa di tutti i beni e il male de' mali.

7. - Costoro, dunque diciamo, noi, fino a quest'ultimo, s'apposero a due sole delle quattro cause, che si son distinte ne' libri della natura, la materia, e quella d'onde è il movimento. Però, confusamente e senza punto chiarezza, ma a modo di chi non sa di ginnastica in una lotta, potrà, rigirato a destra e a manca, tirare qualche bel colpo; ma, non già, perchè sappia: e così costoro non hanno faccia di gente che sappia cosa si dica, e perciò non si vedono quasi mai a servirsi di questi loro principii, se non qui e qua, a spilluzzico.

8. - Ad Anassagora, in fatti, la mente è un ex machina , nella formazione del mondo; quando non sa che dire (L) , ecco la mente in iscena: altrimenti, accagiona di quello che succede, qualunque altra cosa piuttosto che la mente .

9. - Empedocle, davvero, si serve delle cause più d'Anassagora: pure d'una maniera nè sufficiente nè coerente con se medesima. In parecchi casi, almeno, l'amicizia gli fa l'ufficio di disunire, la discordia di unire. Giacchè quando il tutto, per opera della discordia, si va dissolvendo negli elementi, il fuoco e ciascuno degli altri elementi, in quel mentre, si riuniscono ciascuno da sè; quando invece l'amicizia gli va tutti da capo raccogliendo nell'una, non può fare, che insieme le parti di ciascun elemento non si distacchino da capo. Empedocle, dunque, fu il primo, che senza riguardo a' predecessori, introdusse questa divisione nella causa motrice, ammettendo non un solo principio del movimento, ma due diversi e contrari. Inoltre, fu il primo a far quattro gli elementi intesi in forma di materia: pure, di certo, non se ne serve come se fossero quattro, [B] ma come due, il fuoco da un lato, e dall'altro gli altri tre, terra, aria ed acqua, contrapposti come una natura unica. Si può cavare da' suoi versi, studiando.

10. - Questo adnnque, diciamo noi, ha ammesso tanti principii e così: Leucippo invece, e il suo amico Democrito dicono che non ci siano altri elementi che il pieno e il vuoto, chiamando l'uno ente, l'altro non ente, il pieno, cioè dire, e il solido ente, il vuoto e il rada non ente. E perciò, affermano che l'ente sia tanto quanto il non ente, perchè il vuoto è nè più nè meno che il corpo; e che queste siano le cause degli enti come materia. E come quegli i quali ammettono un'essenza soggetta unica, generano ogni altra cosa per mezzo delle sue modificazioni, ponendo a principii delle modificazioni stesse il rado ed il denso, e così questi dicono che le differenze siano cause delle altre cose. E affermano che ce ne sia tre: la figura, l'ordine e la posizione. Sostengono, in fatti, che l'ente differisce solo di rismo, di diatige e di trope : parole; che equivalgono rismo a figura, diatige ad ordine, e trope a posizione: giacchè l' A differisce di figura dall' N , l 'AN d'ordine dal Na, e il Z di posizione dall' N . La difficoltà del movimento donde e come sia negli esseri, costoro non hanno avuto più animo d'affrontarla, che gli altri .

I nostri predecessori, adunque, non pare, che siano andati più oltre nella ricerca di queste due cause.

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