CAPO V.

La decimasettima quistione.

1. - È quistione attigua a queste , se i numeri e i corpi e le superficie ed i punti siano dell'essenze o no.

Giacchè, se nol sono, ci sfugge cosa sia l'ente, e cosa l'essenza degli enti.

Di fatto, le modificazioni e i movimenti e i relativi e le disposizioni e le proporzioni, non pare che dinotino l'essenza d'alcuna cosa; si predicano tutte d'un soggetto, e non è un codesto nessuna di loro. E in quelle cose che parrebbero dinotate essenze più di qualunque altra, l'acqua e la terra e il fuoco e l'aere, de' quali constano i corpi composti, i riscal- damenti [p. 1002 A] e i raffreddamenti e simili modificazioni non sono essenze; anzi, solo il corpo che le patisce, dura a modo d'un ente e d'un'essenza che è. Però il corpo, di certo, è meno essenza della superficie, e questa della linea, e la linea della monade e del punto: giacchè questi sono i termini del corpo.

2. - Ed essi senza corpo, parrebbe che potrebbero essere, mentre il corpo senz'essi non potrebbe . Perciò la più parte ed i più antichi stimarono, che il corpo fosse l'essenza e l'ente, e quelle altre cose modificazioni sue, di maniera che i principii de' corpi fossero principii degli enti: mentre i più recenti, e quelli che hanno maggior riputazione di sapienti, credettero che codesti principii fossero i numeri.

3. - Dunque, come s'è detto, se codeste cose non sono essenza e, non c'è veruna essenza nè ente veruno a dirittura: giacchè, di sicuro, non converrà già agli accidenti loro il nome di enti.

4. - D'altra parte, se si concede questo, che le lunghezze ed i punti sono essenze più de' corpi, e non si vede però queste lunghezze e punti a quali corpi apparterrebbero (chè a' sensibili non possono) , non ci sarebbe essenza veruna.

5. - E di più, pare, che tutte codeste cose siano divisioni del corpo, l'una in larghezza, l'altra in profondità e l'altra in lunghezza .

6. - Oltre di che, nel solido o c'è (Q) del pari ogni figura o nessuna ; di maniera che, s'e' non c'è un Mercurio nella pietra, e' non c'è neppure la metà del cubo nel cubo, siccome distinta. E neppure per conseguenza una superficie: giacchè s'e' ci fosse ogni superficie , ci sarebbe anche quella che divide la metà. Dite il medesimo e della linea e del punto e della monade.

7. - Di maniera che, se pur pure il corpo è essenza, ma codeste cose lo sono di più di lui, poichè queste, non che essere dell'essenze, non sono neppure, ci sfugge cosa sia l'ente e cosa l'essenza degli enti.

8. - Di fatto, oltre agli allegati, vengon fuori degli altri inconvenienti sulla generazione e la corruzione. Giacchè pare che l'essenza quando prima non era ed ora è, o quando prima era, e di poi non è più, patisca queste vicende mediante il generarsi e corrompersi; ora, i punti, le linee e le superficie non posson generarsi o corrompersi, quando or sono [B.] ed ora non sono. Quando, di fatto, si tocchino e si stacchino due corpi, ecco, a un tratto, ora, confondersi al loro toccarsi, ora, distinguersi al loro staccarsi que' termini: di maniera che, congiunti i corpi, non sono più, anzi son begli e scomparsi; divisi, ecco che c'è que' termini che prima non erano. Perchè, di sicuro, non s'è diviso già in due il punto indivisibile.

9. - E, se si generano e si corrompono, da che mai si generano? .

E un simile caso per l' ora del tempo. Neppur esso non si può generare nè corrompere: eppure, e' pare sempre che sia un' ora diverso, come quello che è un'essenza. È chiaro che i punti e le linee e le superficie sono nella stessa condizione: perchè il concetto è il medesimo; tutti sono, del pari, o termini o divisioni .

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