Capo VI.

La quistione delle idee,
la decimaquinta e la decima quarta

1. - Si potrebbe anche quistionare in generale, perchè mai bisogni cercare di certe altre cose, oltre a' sensibili e agl'intermedii, quelle, per esempio, che ammettiamo come specie .

Giacchè, se per questo, che l'entità matematiche differiscono bensì per un verso dalle cose di quaggiù, ma non differiscono punto, in quanto ce ne sono molte conformi di specie; di sorta che i loro principii non sarebbero determinati di numero, come neppure i principii delle lettere nostre, prese tutte, non sono determinati di numero, ma solo di specie e (quando uno non intenda di quella tal sillaba, di quel certo suono; lì sono determinati anche di numero): ora, dite il medesimo degl'intermedii; di fatto, anche per essi sono infiniti i conformi di specie; di maniera che, se non c'è di quelle altre cose oltre a' sensibili e l'entità matematiche, delle cose appunto di quella sorta che sono le idee per taluni, non ci sarebbe un'essenza unica di numero, ma (R) solo di specie, nè i principii degli enti sarebbero tanti e non più di numero, ma solo di specie: perciò, dunque, se quello è necessario, è necessario del pari che si ammettano le idee . Sia pure, che non si spieghino bene quelli che le propugnano: di sicuro, quello che vogliono, quello che devono dire per forza, è, che ciascuna delle idee l'è un'essenza, e nessuna ha qualità d'accidente.

2. - D'altra parte, se, di certo, ammetteremo, che le specie sono, e che i principii siano uni di numero e non di specie, s'e già detto quali assurdi ne risultino necessariamente.

3. - È un dubbio vicinissimo a questo, se gli elementi siano in potenza o altrimenti . Che se altrimenti, ci sarebbe qualcosa (S) d'anteriore a' principii. In fatti, la potenza sarebbe anteriore a una tal causa; nè è punto necessario che il potenziale sia tutto a quell'altro modo .

4. - Se poi gli elementi sono in potenza, potrebbe non ci essere ente veruno: di fatto, quello che ancora non è, è anch'esso in potenza ad essere: giacchè il non ente si genera; ora, nulla si genera che non sia in potenza ad essere.

5. - Questi dubbii, adunque, è necessario di ventilare intorno a' principii, e insieme l'altro, se sono universali, o in forma di singolari. Perchè se sono universali, non saranno essenze; in fatti, nessun comune dinota un codesto , ma tutti una qualità, e l'essenza è un codesto. Giacchè. se il predicato in comune fosse un codesto, e potesse estricarsi fuori e stare da sè, Socrate sarebbe parecchi animali, lui stesso, l'uomo e l'animale, se ciascuna di queste cose dinota un codesto e qualcosa d'unico .

6. - Se adunque sono universali i principii, ne risulta questo; se invece non universali, ma a guisa de' singolari, non saranno conoscibili: giacchè d'ogni cosa le cognizioni sono universali. Di maniera, che ci dovrann'essere altri principii, i predicati universalmente, anteriori a' principii, quando si voglia che ce ne sia scienza .

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