CAPITOLO V. ORGANI RUDIMENTALI – ANOMALIE.

Dove però, meglio, forse che nelle constatazioni del l’embriologia, rifulge la verità della dottrina darwiniana per ciò che riguarda l’origine dell’uomo, è, almeno a mio parere, nel campo di quelle osservazioni le quali ci hanno illuminato sulla presenza negli organismi superiori, e nell’uomo di organi rudimentali, organi de’ quali sono normalmente provvisti e di cui si servono gli animali inferiori.

E invero la presenza di questi organi – a parte ogni altra considerazione – è per sè sola più che bastevole a scompigliare tutto, da cima a fondo, l’armonico ordine di idee rivelatorie (mi si passi la parola) onde sin qui si sono pasciuti e hanno pasciuto gli altri, spiritualisti e teologi.

Come? Domeneddio crea l’uomo a sua imagine e somiglianza e, mentre gli soffia un’anima immortale, lo fornisce di pseudo organi, quali ad esempio la coda atrofizzata (il coccige), della quale parlammo addietro, di pseudo-organi, ripetiamo, che non gli serviranno a niente se non a legittimare il sospetto d’una non lontana parentela con le bestie? Vero è – potrebbero ricordarci i teologi – che nessuno può arrogarsi di scandagliare i divini disegni; pure se nell’ordine umilmente umano delle cose e delle idee, ogni fatto, ogni cosa ha una ragione di essere, non v’ha posto ad altro che al seguente dilemma, che noi per ogni buon fine dedichiamo sin d’ora ai teologi cattolici: «O gli organi rudimentali riscontrati nell’uomo nel modo sopracennato costituiscono un’altra tra le più decisive prove dell’origine animalesca dell’uomo; o tali organi (poichè nessun san Tomaso d’Aquino potrà mai negarne l’esistenza) furono dati all’uomo, benchè di equivoca natura e inutili, da Dio sapientissimo e perfettissimo per sue particolari ragioni di Egli, e nella infinita sua provvidenza non ha creduto conveniente comunicare nella Rivelazione, e delle quali si riserba il segreto...»

Come noterà il lettore, io mi son ben guardato dal formulare, fosse pur solo di sfuggita, l’ipotesi che Jehova – questo Dio «geloso e vendicativo» sitibondo di lodi, facile alle insidie – abbia voluto, con gli organi rudimentali forniti all’uomo, tendere un tranello al pensiero indagatore del suo prediletto, per averne poscia pretesto di punirlo... Pare a me infatti che da un’ipotesi così irriverente rifuggirebbe anche un teologo...

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Veniamo ai fatti.

«Tanto nel regno vegetale che nell’animale, scrive il Canestrini, esistono degli organi rudimentali, i quali sono incapaci a compiere una qualsiasi funzione e la cui presenza è inesplicabile pei propugnatori della teoria della creazione».

Prescindendo infatti, per ciò che riguarda l’uomo, dall’osso intermascellare scoperto e illustrato da Gœthe e dai muscoli atrofizzati delle orecchie, i quali possono, mercè l’esercizio, «rendersi ancora adatti a movere il padiglione», notiamo nell’uomo la presenza delle glande mammarie, le quali raggiungono talvolta il numero di quattro, nonchè le coste rudimentali visibili talora sulle vertebre cervicali dell’uomo.

Anche la piega semilunare dell’occhio, anche il cosidetto dente del giudizio, anche i peli appartengono allo stesso ordine.

Che se dall’uomo, anzi in generale dal così detto regno animale passiamo ai vegetali, la presenza degli organi rudimentali non si palesa meno eloquente, «le labiate hanno ordinariamente quattro stami didinami, ma talvolta i due più brevi sono abortiti, rudimentali; nella chiavella maggiore (Salvia pratensis) questi sono tanto piccoli che appena si vedono ad occhio nudo. Nello spino corvino (Rhamnus catharticus) noi vediamo ora perfetti gli stami e rudimentale il pistillo, ora perfetto questo e rudimentali quelli. Nelle cucurbitacee, al dire del Dodel, oltre i fiori unisessuali normali si trovano talora dei fiori ermafroditi, in cui gli organi di ambedue i sessi possono essere ben sviluppati, oppure soltanto i maschili o i femminili, restando più o meno rudimentali quelli dell’altro sesso».

Tornando all’origine dell’uomo, nel senso darwiniano dell’espressione, dove trovarne una testimonianza più irrefutabile di quella offerta dagli organi rudimentali? Della loro importanza l’illustre Häckel è così convinto che scrive: «Se noi null’altro sapessimo dei fenomeni di sviluppo, noi dovremmo, solamente in considerazione dei caratteri rudimentali, ritenere per vera la teoria della trasformazione delle specie

Dello stesso Häckel sono le seguenti, suggestive parole:

«Se gli avversarî di cotesto concetto comprendessero la grandissima importanza di tali fatti, sarebbero ridotti alla disperazione!... Non uno solo di questi avversarî ha potuto illuminare con plausibili spiegazioni questi fatti tanto rimarchevoli quanto importanti. Non vi ha forse un sol tipo elevato nel regno animale e vegetale che non offra qualche organo rudimentale...»

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Come è inetta a spiegare la presenza degli organi rudimentali, così la teoria della creazione è impotente a spiegare alcuna delle anomalìe che presentano gli esseri organizzati, l’uomo non escluso. Chiamasi anomalìa qualsiasi deviazione dell’organo dal suo tipo normale; deviazione che di solito si esplica in maniera da rappresentare lo stato normale di altri organismi. Esempî: l’utero doppio, o bipartito o bicorne, nonchè le varie anomalìe del cuore nella specie umana. Gli studî anatomici ci hanno fatto vedere nell’uomo un cuore bifido come nei cetacei, un cuore mancante delle valvole eustachiane come nei solipedi, un cuore di anfibio e persino un cuore di chelonio in persone adulte.

Si dovrà spiegare queste anomalìe con la solita, ormai trita frase fatta, che cioè le anomalìe sono scherzi di natura? Dove se ne va, di grazia, la serietà della divina provvidenza, una volta che le si attribuisce una tendenza al giuoco e al trucco? Ben si appone a tale riguardo il Canestrini quando asserisce chiaro e tondo che la teoria della creazione è inetta a spiegare le anomalìe e che il naturalista non può comprenderle altrimenti che col darwinismo, secondo il quale tutti gli organismi sono legati coi vincoli di una universale parentela...

Parlando degli organi rudimentali nella sua grande opera L’origine delle specie, Darwin dice:

«Così noi possiamo comprendere come sia avvenuto che l’uomo e tutti gli altri animali vertebrati siano stati costrutti sopra un solo modello, perchè passino per alcuni primieri stadî di sviluppo e perchè conservino certi rudimenti in comune...»

Parafrasando si può quindi dire che, al lume del trasformismo darwiniano e della legge di trasmissione ereditaria, comprendiamo come certi organi si trasmettano tali e quali sono posseduti dagli organismi inferiori ai superiori per atavismo.

Le famose anomalìe che il teologo e lo spiritualista sono costretti con spirito irriverente a catalogare fra i giuochi della natura, altro non sono pel darwinismo che fenomeni di reversione, di regresso ai caratteri degli avi... Si verificano per ciò, nel campo umano, e lo sanno i criminalisti, anomalìe tanto nell’ordine fisico, come nell’ordine psichico...

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