LA NEGAZIONE DELLO STATO

Quello che Dio è nell'intero sistema della Natura, lo è lo Stato nella storia e nella società umana.

Si dice che l'umanità ha progredito con la distruzione del Dispotismo e conseguente conquista delle libertà politiche. Ma ciò è illusione! Perché è evidente che l'umanità non ha fatto che sostituire agli antichi idoli sociali e politici degli idoli nuovi. Provatevi un po' a dimostrare – se vi riesce – che, con tutte le rivoluzioni che si sono susseguite, si sia avuto mai il coraggio di intaccare il concetto dello Stato, per esempio! Così voi trovate facilmente delle persone le quali sembrano pronte a emanciparsi dalla Morale, ma restano serve della Moralità. La Moralità è l'idea della Morale, è la sua potenza spirituale, la sua potenza sulla coscienza.

Tornando allo Stato, sono numerosissimi in ogni paese i ribelli a questa o quella forma di governo, ma non oserebbero attaccare quello che essi considerano come invulnerabile, il concetto dello Stato.

Nella stessa letteratura rivoluzionaria più scamiciata resta dunque sottinteso che lo Stato può, se difettoso, essere trasformato fino al punto da meritare la nostra obbedienza.

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Qui Max Stirner sottopone ad una critica tagliente le diverse opinioni con le quali, secondo lui, si cerca di legittimare l'esistenza e la funzione dello Stato. Bersaglio preferito de' suoi sarcasmi è principalmente il liberalismo, il quale non s'è curato, con tutto il corredo de' suoi sofismi, che di incidere le Tavole di altri concetti (umani invece che divini) e di sostituire l'Idea dello Stato a quella della Chiesa, ai concetti religiosi i concetti scientifici. La sua è stata una negazione di astrazioni e di concetti, intesa a sostituirvi altre negazioni ed altri concetti.

Dopo, dice Stirner, che il calice della cosidetta Monarchia assoluta fu vuotato fino alla feccia, si cominciò, nel secolo XXVIII, a desiderare un altro calice, e il DioStato si impose alla venerazione dei rivoluzionari come il legittimo custode e tutelatore dei DIRITTI DELL'UOMO. Lo Stato apparve il tutto nel tutto, la grande unità assorbente e livellatrice; il liberalismo si palesa così imbevuto da cima a fondo del vecchio spirito cristiano, ossia del disprezzo della personalità. Il cristiano, dice Max Stirner, si attiene al mio spirito, il liberale alla mia umanità. Egli gratificò tutti gli uomini del titolo di CITTADINI; permise al SINGOLO (intendi al singolo individuo) di mettersi in diretto rapporto con lo Stato, nella stessa guisa che la Riforma religiosa gli aveva permesso di mettersi in diretto rapporto con Dio. Regalò all'uomo dei DIRITTI (ad esempio l'uguaglianza politica), ma a patto di riconoscere dei corrispettivi doveri, primo fra tutti il dovere del rispetto e dell'obbedienza alle leggi.

Da qualunque lato lo si consideri, fa d'uopo riconoscere che il liberalismo esercita unatutela ben peggiore di ogni più assoluta autocrazia... Forse che la tanto decantata libertà politica e la non meno esaltata libertà religiosa sono, dice Max Stirner, la mia libertà politica e religiosa? Niente affatto. La prima vuol dire dipendenza del singolo dallo Stato e dalle leggi dello Stato. La seconda significa non già l'emancipazione dal dogma, bensì solo la indipendenza da terze persone (leggi dal sacerdozio) aventi ufficio di mediatori; significa, in altre parole, lo stabilirsi di rapporti diretti col culto e con Dio...

La filosofia del Liberalismo borghese dirà a sua volta, con sfoggio pomposo di formule, che la vera libertà del cittadino consiste nel servire lo Stato fondato sulla RAGIONE; essa convertirà l'individuo in un simbolo (leggi in un'APPARENZA, in un FENOMENO) dell'eterna IDEA DELL'UMANITÀ (leggi SOSTANZA, ASSOLUTO).

Né Max Stirner risparmia il Socialismo. Che cosa vuole il Socialismo?

La sua divisa, dice Max Stirner, la sua parola d'ordine è la GUERRA AGLI EGOISTI. Per sopprimerli, il Socialismo fa in modo che TUTTI debbano diventare degli STRACCIONI, dei NULLATENENTI, affinché TUTTI abbiano qualche cosa... Per TUTTI, i socialisti intendono la SOCIETÀ, vale a dire, in ultima analisi, un FANTASMA. Siamo sempre al punto di prima, all'ossessione dell'irreale... Insomma, come il Liberalismo borghese ha spogliato il SINGOLO del Comando e lo ha conferito al Fantasma Stato, così il liberalismo socialista tende a spogliare il SINGOLO del Possesso e a trasferirlo al FANTASMA SOCIETÀ «Lo straccione è l'ideale del proletario, e noi tutti dobbiamo diventare straccioni».

Possiamo dunque aspettarci qualche cosa da questa dottrina? Essa ribadisce più che mai il principio della DIPENDENZA; essa è, in altri termini, ESSENZIALMENTE RELIGIOSA E AUTORITARIA... Un potere «che distribuisce secondo l'equità, mi concederà dunque solo ciò che gli sarà suggerito dal sentimento dell'equità medesima. Ma IO, come SINGOLO, non voglio subire ALCUNA COSTRIZIONE».

È verissimo che il comunismo attacca fieramente lo Stato borghese, ma a sua volta «mi coinvolgerebbe in uno STATUS che limiterebbe e impedirebbe la libertà dei miei movimenti, ed eserciterebbe una supremazia su di me. Io non posso dunque essere comunista, non posso, per liberarmi dalla schiavitù dei proprietari, subire il potere, ben più terribile, del quale – sia pure in mia difesa – vorrebbe investirsi la COLLETTIVITÀ».

L'egoismo batte un'altra strada per toglier di mezzo la plebe nullatenente. Non dice al proletario: Attendi ciò che lo Stato ti vorrà concedere in nome della Comunità; ma bensì: Stendi la mano e prenditi ciò che ti è necessario. Io solo devo giudicare di ciò che voglio avere... «È NECESSARIO CHE SI SAPPIA CHE L'ATTO DELLO STENDERE LE MANI PER PRENDERE NON È SPREGEVOLE, MA CHE È LA VERA MANIFESTAZIONE DELL'EGOISTA COERENTE A SÈ STESSO».

La violenza, conclude Max Stirner, ci redimerà dal giogo dell'attuale proprietà e da tutti i privilegi che ne derivano, indipendentemente dalle nuove costrizioni escogitate dal Socialismo e dal Comunismo.

Altra menzogna da combattere, dopo la menzogna liberalista e quella socialista, è la menzogna umanitaria, secondo la quale l'individuo, il Singolo, non essendo l'Uomo, non deve nemmeno esistere e deve essere distrutto con tutto il suo egoismo per far luogo all'Uomo (leggi: al Fantasma-Uomo).

Dopo quello che precede, la posizione di Max Stirner di fronte a questa proposizione è così evidente, che io non trovo neppure necessario l'indugiarmi troppo a chiarirla. Nel concetto del liberalismo umanitario, il DISINTERESSE deve formare l'imperativo categorico dell'umana condotta.

Il disinteresse, come tale, è proprio soltanto dell'Uomo (intendi dell'Uomo Astratto), laddove al contrario di esso non è capace l'individuo in particolare. Bisogna dunque quanto più è possibile sopprimere, ridurre al minimo le caratteristiche dell'individuo, del Singolo, perché abbiano a emergere le caratteristiche del tipo, dell'Idea uomo. La mèta vagheggiata dell'umanitarismo è dunque, in altre parole, l'impersonalità; evidentemente «nella società UMANISTICA tutto ciò che è particolare non verrebbe tenuto in alcun conto». Esso sostiene che il privato non deve avere opinioni perché, allo stesso modo che il liberalismo borghese attribuisce il potere allo Stato e il liberalismo socialista attribuisce il possesso alla Comunità, nel sistema umanitario l'opinione deve essere riferita a qualche cosa di impersonale, di universale, ossia all'Umanità, in maniera da diventare l'opinione universalmente accettata.

Il liberalismo umanitario, dice Max Stirner, costituisce pertanto «L'ULTIMA PROVA PER TOGLIERE ALL'UOMO LA ESCLUSIVITÀ E L'ANTAGONISMO CHE GLI APPARTENGONO DA NATURA». Esso fa, della soppressione di questa esclusività, la condizione sine qua non della vita sociale; deve necessariamente fare tabula rasa di tutte le caratteristiche individuali; deve prescindere da tutte le divergenze che passano fra persona e persona... Tutto questo non è, a' suoi occhi, che della vuota apparenza, della relatività effimera, mentre in suo confronto l'Uomo rappresenta la realtà sostanziale, l'Assoluto.

Io non riferirò per esteso – chè mi manca lo spazio – le obiezioni stirneriane. Ponendosi dal punto di vista schiettamente egoistico che il lettore conosce, Max Stirner osserva che l'egoista, l'Unico, nè vuol misurarsi, nè tollera di essere misurato in rapporto ad altri, non riconoscendo nulla di superiore a sè stesso. Io, dice Stirner, sono l'Unico, l'egoista e non già l'egoista in relazione con l'umanesimo o col disinteresse, ma l'egoista IN SÈ. Ciò affermando non mi atteggio a dogmatico, non pongo, in altre parole, nessuna idea, nessun principio, come non creo nessun sistema. Io affermo semplicemente la mia ASSOLUTA AUTONOMIA, contro cui si infrangono e il regno dei concetti e quello dello spirito. Io non ho nessun pensiero, così come non ho nessun dovere verso chicchessia che non mi sia imposto da me medesimo.

Il liberalismo umanitario, come ogni altra forma di liberalismo, si dibatte in una altalena di equivoci e di contraddizioni. Ma da ogni equivoco si esce definitivamente sol che l'individuo affermi la sua UNICITÀ. In quanto io sono l'Unico, il Singolo, io ignoro l'esistenza di un dualismo in me stesso, del dualismo di un io che permetta e d'un altro che è permesso, d'un io imperfetto e di uno perfetto che sarebbe l'uomo. Così avviene che in ogni momento io mi ammetto e creo, io sono in pari tempo il mio creatore e la mia creatura, ed è a mio esclusivo vantaggio che il dissolvimento dello Stato deve operarsi perché esso non rientri nel novero di quegli sforzi che fino a qui si sono fatti a profitto d'altri; per esempio dell'Uomo, di Dio, della Morale pura, ecc.

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Qui si profila un problema: In qual modo si può effettuare il dissolvimento dello Stato?

Per rispondere a questa domanda bisogna prima di tutto rinunciare ad ogni speranza sull'efficacia della così detta Rivoluzione. Bisogna relegare la fede rivoluzionaria nel novero di quelle illusioni e di quei fantasmi che più hanno contribuito alla umana schiavitù.

Essenza e scopo delle rivoluzioni non è infatti di sostituire nuove istituzioni alle antiche? In luogo della Rivoluzione io proclamerò dunque L'INSURREZIONE: questa sì che conduce a sopprimere gli istituti che ci governano. Suo programma è semplicemente di sollevarsi e di inalzarsi; chi insorge, non mira a instaurare nessuna Costituzione.

Eccoci dunque finalmente, dice Max Stirner, FUORI delle viete barriere politiche e sociali, vale a dire fuori di d'ogni ideologia, d'ogni CREDO preconcetto, d'ogni fede, d'ogni dogma...

La Legge (QUALUNQUE legge) presuppone l'obbedienza. Se tutti avessero una VOLONTÀ PROPRIA, lo Stato cesserebbe di esistere. Benissimo! Ne deduco che la mia propria volontà è appunto la rovina dello Stato. Io rompo di mia propria iniziativa, con un atto violento del mio autonomo volere, ogni vincolo per cui sono asservito allo Stato: io dichiaro di non riconoscerlo, di non riconoscere alcun dovere, di non legarmi e di non lasciarmi legare. Io mino così alla base il magno edificio dello Stato.

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