I. Dell’emicrania

Le donne sono sempre gli zimbelli o le vittime della loro eccessiva sensibilità; ma noi abbiamo dimostrato che, nella maggior parte di esse, questa delicatezza d’anima, doveva quasi sempre a nostra insaputa, ricevere i colpi più duri dal matrimonio. (Vedi le Meditazioni intitolate Dei predestinati e Della luna di miele.) La maggior parte dei mezzi di difesa, adoperati istintivamente dai mariti, non sono forse tanti agguati tesi alla vivacità delle affezioni femminine?

Ma arriva un momento in cui, durante la guerra civile, una donna traccia con un solo pensiero la storia della sua vita morale, e s’irrita dell’abuso prodigioso che avete fatto della sua sensibilità. È ben raro che le donne, sia per un sentimento di vendetta rinata, che non si spiegano mai, sia per un istinto di dominazione, non iscuoprano allora, un mezzo di governo nell’arte di porre in azione sull’uomo questa proprietà della sua macchina.

Esse procedono con un’arte ammirabile alla ricerca delle corde che vibrano maggiormente nel cuore dei loro mariti; e una volta che esse ne hanno trovato il segreto, s’impadroniscono avidamente di questo principio; poi, come un fanciullo al quale si dà un giocattolo meccanico, il cui congegno irrita la sua curiosità, esse si spingeranno fino a guastarlo, picchiando incessantemente senza inquietarsi della forza dell’istrumento, purchè riescano. Se vi uccidono, vi piangeranno con la miglior grazia del mondo, come il più virtuoso, il più sensibile e il più eccellente degli esseri.

Perciò vostra moglie s’armerà dapprima di quel sentimento generoso che ci porta a rispettar gli esseri sofferenti. L’uomo il più proclive a litigar con una donna piena di vita e di salute, è senza energia davanti ad una donna inferma e debole. Se la vostra non ha raggiunto lo scopo de’ suoi segreti disegni, coi diversi sistemi d’attacco già descritti, essa afferrerà ben presto quest’arma.

In virtù di questo principio d’una nuova strategia, vedrete la giovinetta tanto ben provvista di vita e di bellezza, di cui avete sposato il fiore, metamorfosarsi in donna pallida e malaticcia.

L’affezione, che ha infinite risorse per le donne, è l’emicrania. Questa malattia, la più facile di tutte a simularsi, perchè è senza alcun sintomo apparente, obbliga a dir soltanto: Ho l’emicrania. – Una donna può così prendersi giuoco di voi, perchè non esiste persona al mondo che possa dare una smentita al suo cranio, le cui ossa impenetrabili sfidano il tatto e l’osservazione. Perciò l’emicrania è a nostro giudizio, la regina delle malattie, l’arma la più burlesca e la più terribile adoperata dalle donne contro i loro mariti. Esistono esseri violenti e senza delicatezza, che, istruiti delle astuzie femminine dalle loro amanti durante il felice tempo del loro celibato, si lusingano di non esser presi a questa trappola volgare. Tutti gli sforzi loro, tutti i ragionamenti, tutto finisce per soccombere davanti alla magia di queste tre parole: Ho l’emicrania! Se un marito si lagna, arrischia un rimprovero, una osservazione; se tenta di opporsi alla potenza di questo flagello del matrimonio, è perduto.

Immaginatevi una giovine donna, voluttuosamente sdrajata sopra un divano, con la testa leggermente inclinata sopra uno dei cuscini e con una mano a penzoloni. Un libro sta a’ suoi piedi, e la sua tazza d’acqua di tiglio è sopra un piccolo mobile! Ora ponete un grosso tanghero di marito dinanzi a lei. Egli ha fatto cinque o sei giri nella camera; ed ogni volta che ha girato sui suoi tacchi per ricominciar quella passeggiata, la piccola malata ha lasciato sfuggire un movimento di sopracciglia per indicargli invano che il rumore il più leggiero la molesta. Breve, egli fa appello a tutto il suo coraggio, e protesta contro la gherminella, con questa frase arditissima, ma hai davvero l’emicrania? A queste parole la giovine donna, alza un po’ la sua testa languente, alza un braccio che ricade debolmente sul divano, alza gli occhi smorti al soffitto, alza insomma tutto quanto può alzare; poi, lanciando uno sguardo opaco, dice con voce singolarmente indebolita: E che avrei dunque? Oh! non si soffre tanto per morire! Ecco dunque tutte le consolazioni che mi date? Ah! si vede bene, signori, che la natura non vi ha incaricati che di metter dei ragazzi al mondo. Come siete egoisti ed ingiusti! Ci prendete in tutta la bellezza della gioventù, fresche, rosee, con la snella corporatura... e va bene! E quando i vostri piaceri hanno rovinato i fiorenti doni largitici dalla natura, non ci perdonate di averli perduti per causa vostra! È nella regola. Voi non ci lasciate nè le virtù, nè le sofferenze della nostra condizione. Vi hanno abbisognati dei figli; noi abbiamo passato le notti a custodirli; ma i parti hanno rovinato la nostra salute, lasciandoci i germi delle più gravi affezioni. (Ahi! che dolori!) Vi sono poche donne che non sieno sottoposte all’emicrania; ma la vostra deve esserne esente... Voi ridete anco de’ suoi dolori, perchè siete senza generosità! (Per grazia, non camminate). Non mi sarei mai aspettata ciò da voi... (Fermate il pendolo dell’orologio: il moto del bilanciere mi si ripercuote nella testa, Grazie). Oh! quanto sono disgraziata! Non avete indosso qualche essenza? – Sì. – Ah! per pietà permettetemi di soffrire a mio agio, ed uscite; perchè quest’odore, mi fende il cranio. Che potete rispondere? Non vi è in voi, una voce interna che vi grida: Ma sì... ella soffre! Perciò quasi tutti i mariti abbandonano il campo di battaglia ben facilmente, ed è con la coda dell’occhio, che le loro donne li guardano camminare sulla punta dei piedi, chiudendo pianamente la porta della loro camera oramai sacra.

Ecco l’emicrania vera o falsa, stabilita dispoticamente in casa vostra. L’emicrania comincia allora a rappresentare la sua parte in seno alla famiglia. È un tema pel quale una donna sa eseguire ammirabili variazioni, e che spiega in tutti i toni. Con l’emicrania sola, una donna può far disperare un marito. L’emicrania prende la signora quando la signora vuole, e per quanto ella vuole. Ve ne sono di cinque giorni di dieci minuti, di periodiche e d’intermittenti.

Voi trovate qualche volta vostra moglie a letto, sofferente, oppressa, e le persiane della sua camera sono chiuse. La emicrania ha imposto silenzio a tutti, dalle regioni dello stanzino del portinajo che stava spaccando le legna, fino al soffitto d’onde il vostro stalliere gettava nella corte innocenti fastelli di paglia. Sulla fede di questa emicrania, voi uscite; ma al vostro ritorno, vi avvisano che la signora è fuori di casa! Poco dopo la signora rientra fresca e vermiglia. Il dottore è venuto! dice, e mi ha consigliato il moto. Come vedete, mi ha fatto bene.

Un altro giorno, volete entrar dalla signora. — Oh! Signore, vi risponde la cameriera con tutti i segni del più profondo stupore – la signora ha la sua emicrania, e non l’ho mai veduta tanto sofferente. Si è mandato a chiamare il dottore.

— Sei felice – dimandava il maresciallo Augerean al generale R... – d’avere una bella moglie? — Avere?... rispose l’altro. Ma se ho mia moglie dieci giorni in un anno, è un miracolo. Queste m... mogli hanno sempre l’emicrania o qualche altro malanno!

L’emicrania sostituisce in Francia, i sandali che in Ispagna il confessore lascia alla porta della camera dov’egli sta con la sua penitente.

Se vostra moglie, presentendo qualche intenzione ostile da vostra parte, vuol rendersi tanto inviolabile quanto lo Statuto, incomincia un piccolo concerto di emicrania. Si pone a letto con tutte le maggiori pene del mondo. Getta piccole grida che straziano l’anima. E incomincia con grazia una moltitudine di gesti tanto abilmente eseguiti, che la si potrebbe creder disossata. Ora qual è l’uomo, così poco delicato da osar parlar di desiderii, che in lui annunziano la più completa salute, ad una donna ammalata? La cortesia sola esige imperiosamente il suo silenzio. Una donna sa allora che per mezzo della sua onnipotente emicrania può affiggere al disopra del letto nuziale, questa striscia tardiva, che fa bruscamente tornare a casa gli amatori inuzzoliti da un annunzio della Commedia Francese, quando leggono sul manifesto: Riposo per improvvisa indisposizione della signorina Mars.

O emicrania protettrice degli amori, imposta conjugale, scudo sul quale vengono a spirare i desideri maritali! O potente emicrania! È egli possibile che gli amanti non ti abbiano ancor celebrata, divinizzata, personificata! O prestigiosa emicrania! O fallace emicrania! Benedetto sia il cervello che ti concepì per primo! Onta al medico che ti trovasse un preservativo! Sì, tu sei il solo male che le donne benedicono senza dubbio per riconoscenza dei beni che tu dispensi loro, o fallace emicrania, o prestigiosa emicrania!

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