MEDITAZIONE XVIII. Delle rivoluzioni conjugali.

Giunge sempre un momento in cui i popoli e le donne anco le più stupide, s’accorgono che si abusa della loro innocenza. La più abile politica può ingannar a lungo, ma gli uomini sarebbero troppo felici, se essa potesse ingannar sempre; vi sarebbe del gran sangue risparmiato fra i popoli e nelle famiglie.

Nondimeno, speriamo che i mezzi di difesa, registrati nelle Meditazioni precedenti, basteranno ad una certa quantità di mariti, per trarsi dalle grinfe del Minotauro.

Oh! accordate al dottore, che più d’un amore sordamente cospirato, perirà sotto i colpi dell’Igiene, o si ammortirà mercè la Politica Maritale. Sì, (consolante errore!) più d’un marito sarà scacciato coi Mezzi Personali, saprà cuoprir d’un velo impenetrabile le molle del machiavellismo, e più di un uomo riuscire meglio dell’antico filosofo, che esclamò: «Nolo coronari!»

Ma noi siamo sciaguratamente costretti a riconoscere una triste verità. Il dispotismo ha la sua sicurezza; ella è simile a quell’ora che precede gli uragani, e il cui silenzio permette al viaggiatore, sdrajato sull’erba ingiallita, di udire a un miglio di distanza il canto di una cicala. Una mattina dunque, una moglie onesta – e la più gran parte delle nostre la imiterà – scuopre con occhio d’aquila le sapienti manovre che l’hanno resa vittima d’una politica infernale.

Ella è, sul momento, estremamente furiosa d’aver avuto per tanto tempo della virtù. A quale età, in qual giorno accadrà questa terribile rivoluzione? Tale questione di cronologia, dipende intieramente dal genio d’ogni marito; perchè tutti non sono chiamati a mettere in opera col medesimo talento i precetti del nostro vangelo conjugale.

— Bisogna amar ben poco, sclamerà la sposa giuocata – per darsi a simili calcoli! Come! Dal primo giorno, mi ha sempre sospettata!

È mostruoso; una donna, non sarebbe capace d’un’arte sì crudelmente perfida!

Ecco il tema. Ogni marito può indovinare le variazioni che vi arrecherà il carattere della giovane Eumenide, di cui avrà fatta la sua compagna.

Una donna non si arrabbia, allora. Si tace, e dissimula. La sua vendetta sarà misteriosa. Soltanto non avevate che le sue esitazioni da combattere, dopo la crise in cui abbiamo supposto, che giungeste allo spirar della luna di miele; mentre che ora avete a lottare contro una risoluzione. Ella ha deciso di vendicarsi. Fino da quel giorno, per voi, la sua maschera è di bronzo come il suo cuore. Voi le eravate indifferente; state per diventarle insensibilmente insopportabile. La guerra civile non comincerà che al momento in cui, simile alla goccia d’acqua che fa traboccare un bicchiere pieno, un avvenimento, la più o meno gravità del quale ci pare difficile a determinare, vi avrà reso odioso. Lo spazio di tempo, che deve trascorrere fra quest’ultima ora, termine fatale della vostra buona intelligenza, e il giorno in cui vostra moglie s’è accorta delle vostre mene, è nondimeno assai considerabile per permettervi di porre in opera una serie di mezzi di difesa, che stiamo per indicare.

Fin qui, non avete protetto il vostro onore che con l’azione d’una potenza interamente occulta. Oramai gli ingranaggi delle vostre macchine conjugali saranno scoperti. Là, dove poco prima prevenivate il delitto, bisognerà colpire adesso.

Avete esordito col trattare diplomaticamente, e finite per montare a cavallo, con la sciabola in mano, come un gendarme di Parigi. Voi farete caracollare il vostro corsiero, brandirete la vostra sciabola, griderete a perdifiato e procurerete di disperdere la sommossa, senza ferir nessuno.

Al modo stesso che l’autore ha dovuto trovare una transizione per passar dai mezzi occulti ai mezzi patenti, è necessario ad un marito di giustificare il cambiamento assai repentino della sua politica; perchè nel matrimonio come nella letteratura, l’arte è tutta intiera nelle grazie delle transizioni. Per voi, questa è della più alta importanza. In quale spaventevole posizione non vi porreste voi, se vostra moglie avesse da lamentarsi della vostra condotta, in quel momento il più critico forse della vita conjugale?

Bisogna dunque trovare un mezzo di giustificare la tirannia segreta della vostra prima politica, un mezzo che prepari lo spirito di vostra moglie all’acerbità delle misure che state per prendere; un mezzo che, lungi dal farvi perdere la sua stima, ve la concilii; un mezzo che vi renda degno del perdono, e che vi restituisca anco qualche poco di quell’incanto col quale la seduceste prima del vostro matrimonio.

Ma, a qual politica dimandar questa risorsa? Esisterebbe forse?

— Sì.

Ma qual destrezza, qual tatto, qual arte scenica, un marito non deve possedere per ispiegar le ricchezze mimiche del tesoro che stiamo per aprirgli? Per rappresentar la passione il cui fuoco deve rinnuovarvi, vi abbisogna tutta la profondità di Talma!

Questa passione è: La Gelosia.

— Mio marito è geloso. Lo era fino dal principio del mio matrimonio... Egli mi nascondeva questo sentimento per un raffinamento di delicatezza. Mi ama dunque ancora? Posso condurlo a mio piacere...

Ecco le scoperte che una donna deve fare successivamente, secondo le adorabili scene della commedia che vi divertirete a recitare; e bisognerebbe che un uomo di mondo fosse bene sciocco, per non riuscire a far credere ad una donna, ciò che la lusinga.

Con qual perfezione d’ipocrisia, non dovete coordinare gli atti della vostra condotta in maniera da svegliare la curiosità di vostra moglie, da occuparla d’un nuovo studio, da farla passeggiare nel labirinto dei vostri pensieri!

Attori sublimi, indovinate le reticenze diplomatiche, i gesti scaltri, le parole misteriose, gli sguardi a doppia fiamma, che condurranno una sera vostra moglie a tentare di carpirvi il segreto della vostra passione?

Oh! ridere entro la propria barba facendo gli occhi di tigre; non mentire e non dir la verità; impadronirsi dello spirito capriccioso d’una donna, e farle credere che ella vi tiene in suo potere, quando state per chiuderla entro un collare di ferro!

Oh! commedia senza pubblico, rappresentata testa a testa, ed ove vi applaudite reciprocamente per un successo sicuro!

È lei che vi farà sapere che siete geloso; che vi dimostrerà che vi conosce meglio che voi non vi conosciate; che vi proverà la inutilità delle vostre astuzie; e che vi sfiderà, fors’anco. Ella trionfa con ebbrezza della superiorità che crede aver su di voi; voi vi nobilitate a’ suoi occhi perchè trova la vostra condotta naturale. Solamente la vostra diffidenza era inutile; se volesse tradirvi, chi glielo impedirebbe?

Per una sera, la passione vi trasporterà, e trovando un pretesto in una inezia, farete una scena, durante la quale la collera vi strapperà il segreto delle estremità cui voi arriverete. Eccovi la promulgazione del nostro nuovo codice.

Non temete che una donna si stizzisca; ella ha bisogno della vostra gelosia; chiamerà anzi i vostri rigori. Dapprima, perchè, vi cercherà la giustificazione della sua condotta; poi perchè troverà immensi vantaggi, nel rappresentare in faccia al mondo la parte di vittima. Non avrà forse delle commiserazioni deliziose da raccogliere? Poi, ella se ne farà un’arme, contro voi stesso, sperando servirsene per attirarvi in un agguato.

Ella vi vede distintamente mille piaceri di più nell’avvenire dei suoi tradimenti, e la sua immaginazione sorride a tutte le barriere di cui la circondate: non bisognerà forse saltarle?

La donna possiede meglio che noi, l’arte di analizzare i due sentimenti umani di cui si arma contro di noi, o dei quali ella è vittima. Esse hanno l’istinto dell’amore, perchè egli è tutta la loro vita; e della gelosia, perchè è presso a poco il solo mezzo che esse abbiano per governarci. In loro, la gelosia è un sentimento vero; e gli è prodotto dall’istinto della conservazione; egli racchiude l’alternativa di vivere o morire. Ma, nell’uomo questa affezione quasi indefinibile, è sempre un contro senso, quando non se ne serva come di un mezzo.

Aver gelosia d’una donna dalla quale si è amati, costituisce singolari vizi di ragionamento. O siamo amati o non lo siamo, posti in queste due estremità, la gelosia è un sentimento inutile nell’uomo; essa non si spiega, forse, che con la paura, e può darsi che la gelosia altro non sia che la paura in amore. Ma non si deve dubitar della propria moglie; è come dubitar di sè stesso.

Esser geloso è al tempo stesso il colmo dell’egoismo; l’amor proprio in fallo, e l’irritazione d’una falsa vanità. Le donne mantengono con cura meravigliosa questo sentimento ridicolo, perchè gli debbono i cascemir, il denaro della loro toletta, i diamanti, e che per esse è il termometro della loro potenza. Perciò se voi non vi mostrate acciecato dalla gelosia, vostra moglie starà in guardia, perchè non esiste che una sola trappola della quale ella non diffiderà, ed è quella che si tenderà da sè stessa.

Quindi una donna deve facilmente diventar lo zimbello d’un marito abile nel dare alla inevitabile risoluzione che si produce tosto o tardi, la sapiente direzione che abbiamo indicata.

Trasporterete allora nel vostro domicilio quel singolare fenomeno la cui esistenza ci è dimostrata nei suoi assintoti dalla geometria. Vostra moglie tenderà sempre a minotaurizzarvi senza pervenirvi. Simile a quei nodi che non si stringono mai più fortemente di quando si sciolgono, ella lavorerà nell’interesse del vostro potere, credendo lavorare alla sua indipendenza.

L’ultimo grado del ben rappresentare in un principe è il persuadere al suo popolo che egli si batte per lui, quando invece lo fa uccidere pel suo trono.

Ma molti mariti troveranno una difficoltà primitiva nella esecuzione di questo piano di campagna. Se la dissimulazione della donna è profonda, a quali segni riconoscere il momento in cui ella scorgerà i moventi della vostra lunga finzione?

È vero che la Meditazione della dogana e la teoria del letto, hanno già sviluppato parecchi mezzi d’indovinare il pensiero femminino; ma noi non abbiamo la pretensione di esaurire in questo libro tutte le risorse dello spirito umano, che sono immense. Eccone una prova: Il giorno dei Saturnali, i Romani scoprivano più cose sul conto dei loro schiavi in dieci minuti di ciò che non potevano sapere in tutto il resto dell’anno! Bisogna saper creare i saturnali nel vostro domicilio ed imitar Gessler, che, dopo aver veduto Guglielmo Tell abbatter la mela sulla testa di suo figlio, deve essersi detto:

— Ecco un uomo del quale debbo disfarmi perchè non mi sbaglierebbe se volesse uccidermi.

Voi comprendete che se vostra moglie vuol bere del vino del Rossiglione, mangiar filetti di montone, uscir a tutte le ore e legger l’Enciclopedia, ve la impegnerete nella maniera la più incalzante. Sul principio essa entrerà in diffidenza contro i suoi proprii desiderii vedendovi agire in senso inverso da tutti i vostri precedenti sistemi. Ella supporrà un interesse immaginario in questo cangiamento di politica, e allora tutto ciò che le darete di libertà la inquieterà in maniera da impedirle di goderne. Quanto alle disgrazie che questo cangiamento potrebbe produrre, l’avvenire provvederà. In rivoluzione, il primo di tutti i principii è quello di dirigere il male che non si potrebbe impedire e di attirar il fulmine per mezzo di conduttori calamitati, per condurlo in un pozzo. Insomma, l’ultimo atto della commedia si prepara.

L’amante, che dal giorno in cui il più debole di tutti i primi sintomi si è dichiarato in vostra moglie, fino al momento nel quale la rivoluzione conjugale si compie, ha volteggiato, sia come figura materiale, sia come essere di ragione, l’Amante chiamato con un segno da lei, ha risposto: Eccomi.

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