Ricetta n. 17 L'Ordinaria Confettura di Limone n. 2

Eseguirai questa Ricetta s’avrai disponibili buccie di limone così come son state elaborate secondo la Ricetta n. 19 e la Ricetta n. 20 della parte di questo Libro che s’occupa d’Elixir.

In difetto ti sarà di gran piacere la lettura di questa come d’altre Ricette che compongon questo Libro ma verrai orbato della felicità che comporta d’un canto la sua realizzazione e d’altro canto e sovrattutto la sua degustazione.

In primis porrai o farai porre in acconcia cuprea cazzarola 1 libbra di zuccaro se per ottener le buccie son stati impiegati venti limoni; in secundis porrai o farai porre al picciol foco la cazzarola e tramenerai o farai tramenare con cura lo zuccaro fintanto ch’esso divenga fluido.

Trasmutatosi lo zuccaro in tale fatta, s’avrai impiegato o avrai fatto impiegare 1 libbra di zuccaro in esso discioglierai o farai disciogliere 3 onze di purissimo miele di favo il quale sia di preferenza quello sutto dalle laboriose api dal fior dell'acacja, e proporzionalmente ti comporterai s’avrai impiegato dissimili quantità dello zuccaro, e poscia e sempre accuratamente tramenando o facendo tramenare unirai o farai in tal fatta che sieno unite all’intruglio le buccie dell’agrume.

E sempre tramenandole o facendole tramenare al picciol foco le cucinerai o le farai cucinare fintanto ch’esse appaian trasparenti avendo dismesso la lor aqua intrinseca e avendo sutto in luogo d’essa quanto massimamente potea suggersi dell’intruglio medesimo.

A tale punto toglierai personalmente le buccie dalla cazzarola a una a una mercè l’ausilio d'uno spillone e le accomoderai a dovuta distanza l’una dall’altra s’un acconcio piano di marmo e le spianerai o le farai spianare con l’ausilio d’un limone intonso e ben nettato in quanto che l’igiene è l’ingrediente principe d'ogni preparazione, poichè esse tendon a divenir riccie e l’utilizzo dell’agrume è necessario poichè esso ostacola la trasmissione del calor alla mano dello spianatore e inoltre cede alle buccie del suo simile frutto il profumo dei suoi olii.

Nel necessario tempo le buccie dell’agrume diverranno sode e, ancor tepide, con somma cura al fine ch’esse permangano intonse le scalzerai o le farai scalzare dal piano marmoreo mercè l’ausilio d’un coltello o d'altro simile stromento.

Poscia le spolvererai personalmente con un poco di molto zuccaro che previamente avrai pistato o fatto pistare al mortajo fintanto ch’esso divenga finissimo e porrai lo zuccaro residuale in un acconcio scodello e in esso farai rotolare le buccie e in tale fatta eviterai ch’esse s’appiccichino l’une all’altre e le porrai in elegante contenitore vitreo e le terrai a disposizione dei tuoi commensali allorquando si perverrà al termine del convivio.

Le buccie di limone confettate in tal modo han virtù carminativa e prevengono la disdicevole formazione postprandiale d’aria entro lo stomaco e i consequenziali dolori qualora l’educazione al convivio imponga al Cavaliere e sovrattutto alla Dama di rattener l’invereconda flatulenza che preme per sortir dal corpo.

Tale Confettura risulterà esser puranco assai gradevole pel palato, specie se non ingollata ma bensì sutta con lentezza inquantochè prima digestio fit in ore, e del pari sommamente corroborante pel corpo massimamente se la Dama o il Cavaliere che abbian trabalzato la IV età avran disio di gustare quanto puotesi realizzare mercè la successiva Ricetta d’una Confettura la quale adduce un durevol eccitamento dei sensi i quali avran ragione della ratio medesima fintanto che non si pervenga di necessità a prolungata estasi di carnale consolo e confortorio, ciò è a quella che gli Antichi dicean esser la piccola morte.

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