Ricetta n. 32 La Sublime Confettura di Zucca

Al fine di realizzare al meglio la presente Ricetta terrai tali comportamenti.

In primis per una quantità che sia pari a 15 libbre di Confettura che vorrai confettare principierai col procurarti le seguenti spezie che son d’agevole rinvenimento a breve distanza dal Palazzo Reale.

A tale fine ti recherai sotto i porticati della piazza detta del Castello entro la bottega impiantata dal signor Antonio Benedetto Carpano e ivi te ne procaccerai nove: di semi di noce muscata 3 onze, di ramoscelli di cynnamomo 1 onza, d'infiorescenza d’indica cannabacea 7 onze, di semi di cardamomo 2 onze, di chiodi detti del garofalo 1 onza, di fungo mescal 4 onze, di rizoma di galanga 1 onza, di rizoma d’iride fiorentina 4 onze, di foglie di tanaceto 3 onze.

In secundis curerai di verificare assai che tali spezie sieno ben essiccate e per nulla muffite e poscia le pestellerai personalmente tutt’insieme con somma attenzione in un acconcio mortajo fintanto ch’esse divengan al pari di polvere finissima e del pari non sieno più distinguibili l’une coll’altre.

A tale punto provvederai a eseguire personalmente la Ricetta secondo i dettami di quella che precede questa.

Pervenuto nella sua elaborazione laddove dicesi che porrai o farai porre detti tocchi in acconcio cupreo pajolo che porrai o farai porre al foco dolce fintanto che la zucca si disciolga entro la sua aqua medesima, aggiongerai le nove spezie pestellate come sovra descritto ponendo somma cura affinchè le quantità delle spezie sieno rispettose della quantità enunciata di Confettura che vorrai confettare oppur proporzionali a essa.

A tale punto aggiongerai nel pajolo lo zuccaro e congiuntamente a esso il sugo di limone e lo sbriciolone d’amaretto.

Tramenerai la pozione senz'interruzione alcuna per tanto tempo quanto necessita affinchè questa pervenga al bollore e quinci si rappigli lentamente al par di sanbajonne.

Se per azzardo avrai disio di sveltire il tempo della cottura potrai far uso di pettina in ragione d’una onza e mezza per ciascuna libbra di pozione.

Poscia torrai rattamente dal foco la pozione e la porrai ancor bollente in recipienti di vetro smeriglio che incoperchierai personalmente con carta pergamena e che sigillerai con ceralacca e che non ti periterai di dischiudere fintanto che non sieno per lo meno trascorsi quanto meno due mesi.

Infine potrai con malcelato orgoglio far degustare quest’afrodisiaca e ghiotta Confettura ai tuoi fortunati commensali buongustaj e a fronte della lor riconoscienza e delle lor congratulazioni oblierai la fatica ch'affrontasti per approntarla personalmente, non essendoti avvalso dell’ajuto altrui al fine d’impedire che i tuoi guatteri o chi per essi potesser carpirne la Ricetta e farne lucroso mercimonio.

Tale Confettura risulterà esser assai gradevole pel palato in specie se non sarà ingollata ma verrà sutta con quella riflessiva e compiacente lentezza che ben s’addice ai commensali buongustaj inquantochè prima digestio fit in ore, e del pari sommamente corroborante pel corpo secondo quanto vien enunciato nella Ricetta che precede questa.

Qui termina il Tomo I

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