Ricetta n. 21 L’Ordinario Elixir di Limonina

All’alba del primo dì che sia in favor di luna nova e allorquando han digià alle lor sommità le tenere infiorescenze ch’assumono forma di pannocchia, tu coglierai o farai cogliere foglie di limonina.

Esse son quelle foglie che, pervenuti al termine di una sostanziosa refezione, soglion esser impiegate per approntare un infuso aqueo che sia d’ausilio allo stomaco di coloro i quali al fine d’onorare il desco sonsi cibati sia in eccesso di quantità sia con soverchia sveltezza e pertanto non voglion trovarsi innanzi agl'altri commensali nell'impellente necessità di dissipare con la bocca o con altro orifizio corporale l’inverecondo flato che s’è creato nello stomaco per causa dei processi digestivi.

Colte che sieno queste foglie, le netterai o le farai nettare con somma cura in quanto che l’igiene è l’ingrediente principe d'ogni preparazione e poscia l’esporrai o le farai esporre all’aria per l’intiero giorno in cui furon colte e le ricovererai o le farai ricoverare al tramontar del sole in un loco privo d’umidità per ivi trascorrere l’incipiente nottata.

Allorquando sorgerà il sole per allietare gl’uomini, gl’animali, le piante, i campi e l’onde, porrai personalmente dette foglie in acconcio contenitore vitreo e ti comporterai come segue.

Empirai personalmente detto contenitore d'alcole che sia d'ottimo gusto in ragione di 1 pinta per ciascuna libbra e 6 onze di dette foglie, ovverosia 2 boccali ciò è 3 quartini d’alcole in ragione di 18 onze di foglie, et cetera.

Poscia sigillerai o farai sigillare il contenitore con acconcia carta pergamena e acconcia ceralacca acciocchè l’alcole non disperdasi nell’aere e le foglie intraprendan il processo di lor macerazione.

Quinci porrai o farai porre detto contenitore in loco fresco e oscuro e quotidie con estremo vigore lo scoterai o meglio lo farai scotere fintanto che non appaia il primo dì nel quale la luna perviene al suo primo quarto.

A tale punto apparecchierai o farai apparecchiare tanta purissima aqua di fonte che risulti pari alla ottava parte di quanto alcole sia stato impiegato e a essa aggiongerai o farai aggiongere tanto zuccaro che sia pari al mezzo peso di detta aqua.

Porrai o farai porre al picciol foco la pozione in acconcia cazzarola cuprea e la tramenerai o la farai tramenare fintanto ch’essa pervenga al picciol bollore e si trasmuti nell’occorrente lasso di tempo in un siroppo che avrà da permanere nella cazzarola medesima e che porrai o farai porre lontana dal foco in loco fresco fintanto ch’esso divenga fresco anch’esso.

Sarà tua personale cura il versare il siroppo nel contenitore vitreo privato del sigillo e versatolo, novellamente lo sigillerai o lo farai sigillar nell'usata fatta con carta pergamena e ceralacca e poscia personalmente lo porrai in loco fresco e oscuro e personalmente scoterai dolcemente il contenitore per cinque dì ogni sera al tramontar del sole e poscia lo terrai immobile fintanto che non appaia il primo dì nel quale la luna diviene piena.

A tale punto filtrerai o farai filtrare la pozione nell’usata fatta con cui filtransi gl’infusi in alcole mercè l’ausilio d’un panno di solo lino che sia lindo e di trama e d’ordito finissimi e quinci porrai o farai porre l’Elixir entro vitrei e sigillati contenitori.

Porrai personalmente i vitrei e sigillati contenitori in loco fresco e oscuro e infine tu potrai degustare quest'Elixir trascorse che sieno per lo meno cinque lune piene principiando da quando i contenitori vitrei furon sigillati.

Quest’Elixir sarà assai gradevole al palato, specie s’esso non sia rattamente ingollato ma bensì libato con lentezza e del pari sommamente corroborante pel corpo massimamente se la Dama o il Cavaliere che abbian digià trabalzato la IV età avran il disio di gustare quanto puotesi realizzare mercè la successiva Ricetta d’un Elixir il quale adduce un durevol eccitamento dei sensi i quali avran ragione della ratio medesima fintanto che non pervengasi di gran necessità a prolungata estasi di carnale consolo e confortorio, ciò è a quella che gli Antichi dicean esser la piccola morte.

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