Ricetta n. 22 Il Sublime Elixir di Limonina

Al fine di realizzare al meglio la presente Ricetta terrai tali comportamenti.

In primis per una quantità che sia pari a 15 libbre di foglie di limonina che tu avrai disio di porre alla macerazione principierai col procurarti personalmente le seguenti nove spezie che son d'agevole rinvenimento a breve distanza dal Palazzo Reale ovverosia sotto i porticati della piazza detta del Castello nella bottega impiantata dal signor Antonio Benedetto Carpano: di semi di noce muscata 3 onze, di ramoscelli di cynnamomo 1 onza, d'infiorescenza d’indica cannabacea 7 onze, di semi di cardamomo 2 onze, di chiodi detti del garofalo 1 onza, di fungo mescal 4 onze, di rizoma di galanga 1 onza, di rizoma d’iride fiorentina 4 onze, di foglie di tanaceto 3 onze.

In secundis curerai di verificare assai che tali spezie sieno ben essiccate e per nulla muffite e poscia le pestellerai personalmente tutt’insieme con somma cura in acconcio mortajo fintanto ch’esse divengan al pari di polvere finissima e del pari non sieno più distinguibili l’une coll’altre.

A tale punto provvederai a eseguire personalmente la Ricetta secondo i dettami di quella che precede questa e pervenuto nella sua elaborazione laddove dicesi che apparecchierai o farai apparecchiare tanta purissima aqua di fonte che risulti pari alla ottava parte di quanto alcole sia stato impiegato, in essa aggiongerai le nove spezie pestellate come sovra ponendo somma attenzione affinchè le quantità delle spezie impiegate sieno rispettose della quantità enunciata di foglie di limonina che vorrai porre al macero oppur proporzionali a essa.

Poscia aggiongerai tanto zuccaro che sia pari al mezzo peso di detta aqua e porrai la pozione in acconcia cazzarola cuprea che andrà al picciol foco e la tramenerai fintanto ch’essa pervenga al picciol bollore e si trasmuti nel necessario lasso di tempo in un siroppo che permarrà nella cazzarola che toglierai dal foco e porrai in loco fresco fintanto ch’esso divenga fresco anch’esso.

A tale punto verserai il siroppo nel contenitore vitreo privato del sigillo e versatolo, novellamente lo sigillerai con carta pergamena e ceralacca e poscia lo porrai in loco fresco e oscuro e lo scoterai dolcemente per cinque dì ogni sera al tramontar del sole e poscia lo terrai immobile fintanto che non appaia il primo dì nel quale la luna diviene piena.

Poscia filtrerai la pozione nell’usata fatta con cui filtransi gl’infusi in alcole mercè l’ausilio d’un panno di solo lino che sia lindo e di trama e d’ordito finissimi e quinci porrai l’Elixir entro vitrei e sigillati contenitori che andran posti in loco fresco e oscuro e infine potrai degustare quest’Elixir trascorse che sieno per lo meno cinque lune piene principiando da quando i contenitori vitrei furon sigillati.

A tale punto potrai con malcelato orgoglio far degustare quest’afrodisiaco e ghiotto Elixir ai tuoi fortunati commensali buongustaj e a fronte della lor riconoscienza e delle lor congratulazioni tosto oblierai la gran fatica ch'affrontasti per approntarlo personalmente, non essendoti avvalso dell’ajuto altrui al fine d’impedire che i tuoi guatteri o chi per essi potesser carpirne la Ricetta e farne in tal fatta lucroso mercimonio.

Tale Elixir risulterà esser assai gradevole pel palato in special modo se non sarà ingollato ma verrà libato con quella riflessiva e compiacente lentezza che ben s’addice ai commensali buongustaj e del pari sommamente corroborante pel corpo secondo quanto enunciato nella Ricetta che precede questa.

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