Ricetta n. 23 L’Ordinario Elixir di Lunga Vita

Pria ch'io divulghi la presente Ricetta son d’uopo talune brevi notazioni che vado a esporre concisamente com'è mio costume: multa paucis.

Di quest’elixir Sua Altezza Reale fu omaggiato da Sua Maestà Leopoldo II di Asburgo e Lorena Granduca di Toscana qual ringraziamento a seguito d'un dono ch'Egli avea inviato in occasione della nascita del decimo figliuolo nomantesi Giovanni Nepomuceno Maria Annunziata Giuseppe Giovanni Battista Ferdinando Baldassarre Luigi Gonzaga et cetera.

E tanto esso piaccue al Sire ch’Egli comandò che venisse convocato l’Ambasciator di Toscana e gli chiese che ne procurasse numerose bottiglie ma questi con sommo imbarazzo notiziò a Sua Altezza Reale che l’Elixir di Lunga Vita venia prodotto in esigua quantità appo l'antichissima e rinomatissima Officina Profumo Farmaceutica detta di Santa Maria Novella in Firenze e che tutta la produzione era appannaggio del Granduca che talvolta l’utilizzava quale dono mirabile.

A tale punto Sua Altezza convocò il Capo Cuoco e Pasticciere di Real Casa Giovanni Vialardi e gli comandò d’approntare un elixir analogo a quello di Lunga Vita e che a tal fine se ne procurasse in qualsivoglia modo e prezzo la ricetta originale.

Il Capo Cuoco e Pasticciere, che non volea esporsi personalmente a negozi di tal fatta stante l’alto uffizio ch'egli rivestia, mi pregò di porgergli ajuto e me ne fece far assaggio d'una modica quantità al fine ch'io sapessi di qual cosa si trattasse.

Libato l'elixir, d'istinto volea dirgli che digià io conoscea una ricetta per tale preparazione ma stimai esser callido il non intromettermi il tali faccende e comandai all'ajutante guattero Carletto Bechis ch'io sapea esser frammassone d'infimo rango, di pormi segretamente in contatto con qualcheduno d'alto rango che a sua volta fosse segretamente in contatto con affiliati dimoranti nel Granducato.

Egli m’indirizzò al libero muratore Carlo Emanuele Buscaglione al quale esposi la bisogna e costui poscia breve tempo m’assicurò che la Prima Loggia di Firenze avrebbe assolto il mio disio dietro il compenso di 7000 lire argentee ch’egli avrebbe poscia destinato a chi di dovere.

Riferii tale cosa al Capo Cuoco e Pasticciere di Real Casa e questi m'autorizzò al negozio.

Poco tempo appresso gli chiesi il danaro e egli me lo diede e tale danaro io diedi nottetempo al franc maçon e costui mi diede un cartiglio sigillato con ceralacca che diedi a Giovanni Vialardi.

Allorquando egli svolse il cartiglio e mi lesse gli ingredienti di cui componevasi l’elixir li stimai senza ombra di dubbio esser similari a quelli che son impiegati nella mia Ricetta n. 1 e nella mia Ricetta n. 2 che precedono questa e che trattano d’Elixir d’Alquermes essendomi assai ben noti gli scritti del conterraneo Conte di San Germano e stimai che l'Officina Profumo Farmaceutica di Santa Maria Novella facesse uso di tali scritti, ma non gliel dissi temendo il rimbrotto per lo sciupio di lire del quale lui sarebbe risultato esser responsabile.

Pertanto taccui e Sua Altezza Reale fu ben lieto di come s’eran svolte le cose e mi venne riferito da persona di fiducia che lodò assai Giovanni Vialardi asserendo che 9000 lire eran ben spese per aver accaffato la ricetta per produrre la bevanda che gli piaccue assai e io fui comandato d’eseguirla.

A tale punto espongo come l'eseguii e tu l’eseguirai personalmente.

Per ogni 4 pinte d'alcole che sia d'ottimo gusto ti procurerai di zuccaro 13 libbre e 3 onze, di vanilla tanta semenza quanto quella tratta da cinque baccelli, di ramoscelli di cynnamomo 2 onze e mezza, di coriandolo 1 onza, di chiodi detti del garofalo in numero di 15, di fiori d’anice poco men di 1 onza, di semi di cardamomo 1 onza e mezza, di polvere di cocciniglia 2 onze, di semi di noce muscata 1 onza e mezza e 23 goccie di giulebbe.

Eccezion fatta per l’alcole, lo zuccaro e il giulebbe porrai il tutto nel mortajo e pestellerai finquanto esso divenga polvere che verserai entro un vitreo contenitore ove trovasi l’alcole e poscia sigillerai con accuratezza il contenitore con carta pergamena e ceralacca acciocchè l’alcole non disperdasi nell’aere e le spezie intraprendan la macerazione che avrà termine poscia due settimane durante le quali agiterai il contenitore due fiate pro die, all’alba e al tramonto.

Trascorso tale tempo discioglierai lo zuccaro in 4 boccali di purissima aqua di fonte, aprirai il contenitore e ivi verserai il siroppo di zuccaro e eziandio il giulebbe.

Poscia lo richiuderai come pria detto, l’agiterai per poco tempo e lo lascerai al riposo per sette giorni trascorsi i quali filtrerai la pozione nell’usata fatta con cui filtransi gl’infusi in alcole mercè l’ausilio d’un panno di solo lino che sia lindo e di trama e d’ordito finissimi e quinci porrai l’Elixir entro vitrei e sigillati contenitori e esso sarà di pronta beva.

Quest’Elixir sarà assai gradevole al palato, specie s’esso non sia rattamente ingollato ma bensì libato con lentezza e del pari sommamente corroborante pel corpo massimamente se la Dama o il Cavaliere che abbian digià trabalzato la IV età avran disio di gustare quanto puotesi realizzare mercè la successiva Ricetta d’un Elixir il quale adduce un durevol eccitamento dei sensi i quali avran ragione della ratio medesima fintanto che non pervengasi di gran necessità a prolungata estasi di carnale consolo e confortorio, ciò è a quella che gli Antichi dicean esser la piccola morte.

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