I.

1. La Geografia, vale a dire la conoscenza scientifica della superficie terrestre, intesa sopra tutto nelle sue grafiche rappresentazioni, può considerarsi in tre stadi distinti del suo sviluppo, che risultano da tre operazioni di natura assai diversa:

il lavoro empirico di scoperta spesso casuale ed incosciente, dei viaggi marittimi e terrestri, compiuti in massima parte nell'Antichità e nel Medio Evo;

il lavoro di esplorazione metodica fatto col sussidio delle scienze matematiche, fisiche e naturali;

il lavoro collettivo, organizzato dagli Stati Europei nel secolo ora scorso, per il rilevamento del terreno, colle triangolazioni di precisione e la costruzione della carte geografiche su base geometrica, con fondamento astronomico. Ebbene: in tutti tre questi generi diversi di lavoro geografico Bologna ha stampato un'impronta che non si può cancellare senza distruggere una pagina importante della storia della nostra scienza.

Io vorrei sollevare questa pagina e presentarla a Voi, o Bolognesi, che la vostra nobiltà antica tutta riponeste – con intendimento altamente civile – nel vostro Studio glorioso, conservato come l'arca santa della Patria, in mezzo ai furori delle lotte cittadine e attraverso le più torbide età.

2. Ma la Geografia ha seguìto solo in parte il suo naturale svolgimento nei tre stadi sopra accennati. Per una singolare inversione dovuta al sorgere assai per tempo dell'Astronomia, essa ricevette una anticipazione sui mezzi non ancora perfezionati per le misure di precisione.

L'Astronomia coltivata in Oriente dai sacerdoti Egizi e Caldei come scienza sacra, propagata da tempi remotissimi all'India e alla Cina, ne' suoi primi elementi costitutivi, fu senza dubbio la più antica delle scienze di osservazione. Benchè afflitta lungamente dalle nebbie teologiche, fu la prima a prender forme sicure fra i Greci, con Ipparco, la prima a stabilire – come direbbe Laplace – i veri rapporti dell'uomo con la natura, divinando con Filolao e Iceta pitagorici, con Seleuco caldeo, con Eraclide Pontico e Aristarco di Samo, il Sistema planetario eliocentrico, nel quale appunto era il germe, fecondato di poi, di una grande rivoluzione nel mondo civile.

La Filosofia era apparsa sulle rive dell'Egeo come un modo nuovo di considerare i fenomeni nel loro insieme, per tentare una spiegazione dell'Universo al lume del raziocinio: e la Medicina ne usciva per processo di distinzione, con la Fisica e la Geografia.

3. La Geografia procede storicamente dalla Filosofia in quanto rappresenta uno sguardo generale sui fenomeni e sugli organismi considerati nel loro momento distributivo sulla Terra e nelle loro reciproche azioni e reazioni; procede dall'Astronomia in quanto determina la posizione dei luoghi per raffigurare nel disegno le dimensioni dell'Abitabile e la superficie del globo nella sua totalità.

La Geometria, dal canto suo, dopo aver derivato i suoi elementi dalle forme di un catasto primitivo in Caldea e in Egitto, si costituì fra i Greci come scienza indipendente e, sollevandosi per un successivo lavoro di astrazione alle più alte speculazioni dello spirito, segnò le vie della Matematica, strumento potente dell'ingegno umano nell'investigazione della natura, non solo come forma di deduzione, ma anche – direbbe Augusto Comte – come caratteristica di certezza e lucidità positiva in tutte le scienze uscite dal periodo metafisico, a cominciare dall'Astronomia.

L'Astronomia infatti, per la perfetta applicabilità della matematica ai suoi fenomeni, che sono i più semplici, fu – come ho detto sopra – la prima delle scienze di osservazione che sia passata dallo stato teologico e metafisico, che aveva nell'Oriente classico, allo stato positivo, che potè conseguire ben presto fra i matematici Greci di Rodi e di Alessandria.

Per i suoi contatti fondamentali con l'Astronomia e colla Matematica, la Geografia, nella sua parte più rigorosamente scientifica, confonde la sua storia con quella delle anzidette discipline. Fare la storia dell'Astronomia e della Matematica presso i Greci, e più ancora presso di noi, moderni, significa seguire passo passo il progresso della Geografia nei metodi per la esatta localizzazione dei fenomeni e per la rappresentazione del globo nel disegno sulla base delle proiezioni geografiche.

Ho detto che la Geografia presso di noi, moderni, ha la sua storia, in parte, comune con l'Astronomia: potrei aggiungere – come lo dimostrò un illustre mio Collega di questa Università, il prof. Michele Rajna, nel suo importante discorso «l'Astronomia in Bologna» – che in Bologna appunto, e nel suo celebre Studio, troviamo per più di quattro secoli uno dei massimi centri focali in Europa, talora anche l'unico, di questa grande e laboriosa storia dell'ingegno umano.

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