FRA LIBERALISMO E COMUNISMO

Nel suo proposito di illustrare non solamente nelle sue applicazioni rovinose, bensì anche nei suoi presupposti remoti l'aberrante anticristianesimo del comunismo, l'Enciclica riportava la genesi del comunismo all'allontanamento dalla religione effettuato già dal liberalismo. «Per spiegare, diceva l'Enciclica, come il comunismo sia riuscito a farsi accettare da tante masse di operai, conviene ricordarsi che questi vi erano già preparati dall'abbandono religioso e morale nel quale erano stati lasciati dall'economia liberale. Con i turni di lavoro anche domenicale non si dava loro tempo neppur di soddisfare ai più gravi doveri religiosi dei giorni festivi; non si pensava a costruire chiese presso le officine nè a facilitare l'opera del sacerdote; anzi si continuava a promuovere positivamente il laicismo. Si raccoglie dunque ora l'eredità di errori dai Nostri predecessori e da Noi stessi tante volte denunziati, e non è da meravigliarsi che in un mondo già largamente scristianizzato dilaghi l'errore comunista».

Dal ripudio teorico dei principî comunistici l'Enciclica passava alla registrazione di quelli che chiamava gli orrori della propaganda e del governo comunistici in Russia e nel Messico. Dopo di che l'Enciclica si indugiava nella contrapposizione dei principî sociali cristiani a quelle che chiamava le aberrazioni e le insidie del vangelo comunista. All'accusa poi che il cristianesimo organizzato e in particolare la Chiesa Cattolica proclamassero sani ideali, ma fossero in stato di vera e constatata carenza di fronte ad essi, la Enciclica replicava adducendo lo spettacolo offerto dalla storia della grande conquista cristiana nel mondo: «Fedele ai suoi principî, la Chiesa ha rigenerato la società umana; sotto il suo influsso sorsero mirabili opere di carità, potenti corporazioni di artigiani e lavoratori di ogni categoria, derise bensì dal liberalismo del secolo scorso come cose da Medio Evo, ma ora rivendicate all'ammirazione dei nostri contemporanei che cercano in molti paesi di farne in qualche modo rivivere il concetto. E quando altre correnti intralciavano l'opera e ostacolavano l'influsso salutare della Chiesa, questa fino ai giorni nostri, non desisteva dall'ammonire gli erranti. Basti ricordare con quanta fermezza, energia e costanza il Nostro Predecessore, Leone XIII rivendicasse all'operaio il diritto di associazione, che il liberalismo dominante negli Stati più potenti si accaniva a negargli. E questo influsso della dottrina della Chiesa anche al presente è più grande che non sembri, perciò grande e certo, benchè invisibile e non facilmente mensurabile, è il predominio delle, idee sui fatti».

«Si può ben dire con tutta verità che la Chiesa, a somiglianza di Cristo, passa attraverso i secoli facendo del bene a tutti. Non vi sarebbe nè socialismo nè comunismo se coloro che governano i popoli non avessero disprezzato gli insegnamenti e i materni avvertimenti della Chiesa: essi invece hanno voluto sulle basi del liberalismo e del laicismo fabbricare altri edifizi sociali, che sulle prime parevano potenti e grandiosi, ma ben presto si videro mancare di solidi fondamenti, e vanno miseramente crollando l'uno dopo l'altro, come deve crollare tutto ciò che non poggia sull'unica pietra angolare che è Gesù Cristo».

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