POLACCHI E RUTENI

È stato annunciato che avendo il Governo polacco di Londra fatto pervenire alla Santa Sede una patetica richiesta perchè il Vaticano si pronunciasse sulle decisioni di Jalta, il Vaticano ha declinato prudentemente l'invito pur protestando di prendere sempre a cuore le sorti spirituali della nazione cattolica, che per secoli e secoli ha rappresentato l'avanguardia della romanità cattolica sulla linea dell'oriente europeo.

Ma oggi diventa straordinariamente difficile fare un taglio netto fra interessi economici ed interessi religiosi, da poi che la Russia di Stalin, abbandonato e ripudiato decisamente il programma dei senza-Dio ha risollevato la dignità del patriarcato ed è tornata a riconoscere l'efficienza della disciplina religiosa con centro a Mosca nel movimento di espansione e di conquista della Russia sovietica.

All'indomani di Jalta, il rappresentante di Roosevelt E. J. Flynn ha preso la via di Mosca. E da Mosca ha spiccato il volo per l'Italia e per Roma. Che cosa porta nel suo bagaglio? Non si può non essere scettici in materia. Anche un secolo fa o poco più i principî della Santa Alleanza, sbandierati dallo Czar Alessandro I a Vienna, non poterono riscuotere l'approvazione di Roma.

Certo la situazione universale è profondamente diversa. L'Europa che ancora nel 1805 costituiva il centro di produzione della politica mondiale, è oggi passata al rango di continente secondario di fronte allo strapotere delle due grandi constellazioni in conflitto più o meno latente: il conglomerato anglo-sassone, il conglomerato euro-asiatico sotto l'egemone slavo. Gli interessi della cristianità cattolica impersonati dal Vaticano romano, corrono un'alea quale mai si è avuta nella storia.

La crisi giunta all'acme della sua acutezza porta prepotentemente alla superficie le esigenze della spiritualità e della tradizione cristiane al di qua e al di sopra di ogni preoccupazione politica, di ogni presupposto economico? Ci sono indizi che lo farebbero pensare.

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