La condanna del “Rinnovamento”

Preso l'aire, le misure repressive cominciarono a susseguirsi l'una all'altra con straordinaria rapidità.

L’Osservatore Romano del 4 maggio pubblicava la seguente lettera:

A Sua Eminenza
Il Card. Ferrari Arcivescovo di Milano.
Gli E.mi Padri di questa S. Congregazione dell'indice nell'ultima loro adunanza si sono dovuti occupare di una rivista recentemente pubblicata in cotesta città di Milano sotto il titolo «Il Rinnovamento». Non essendo soliti, se non per motivi straordinarii di mettere all'Indice fascicoli staccati di riviste in corso di pubblicazione, gli E.mi padri hanno voluto soprassedere a questo modo di condanna relativamente ai numeri finora pubblicati della suddetta rivista. Ma non possono astenersi dall'esprimere all'Eminenza V. Rev.ma il disgusto che hanno provato, vedendo pubblicata da sedicenti cattolici una rivista notabilmente opposta allo spirito e all'insegnamento cattolico.
Deplorano segnatamente il turbamento che tali scrittori arrecano alle coscienze, e la superbia con la quale si atteggiano a maestri e quasi a dottori della Chiese. Ed è doloroso che, tra costoro che sembrano volersi arrogare un magistero nella Chiesa e far scuola al Papa istesso, si trovino dei nomi già noti per altri scritti dettati dal medesimo spirito, come il Fogazzaro, il Tyrrel, il Von Hügel, il Murri ed altri. E mentre in questa rivista uomini siffatti parlano con tanta albagìa delle questioni teologiche più difficili e degli affari più importanti della Chiesa, gli editori la vantano laica, non confessionale, e vanno facendo distinzioni tra cattolicismo officiale, e non officiale; tra i dogmi definiti della Chiesa quali verità da credere, e l'immanenza della religione negl'individui. Insomma non si può dubitare che la rivista sia fondata con lo scopo di coltivare uno spirito pericolosissimo di indipendenza dal magistero della Chiesa e la prevalenza del giudizio privato su quello della Chiesa medesima, e di erigersi in iscuola che prepari un rinnovamento anticattolico degli spiriti.
Gli E.mi Padri condannano severamente questo spirito anticattolico, che si fa largo tra manifesti errori nella rivista in questione, e desiderano che l'Eminenza V. Rev.ma faccia chiamare l'editore di detta rivista per ingiungergli di desistere da un'impresa tanto nefasta e indegna di un vero cattolico; e desiderano inoltre che l'Eminenza V., quanto prima potrà, si compiaccia portare alla pubblica conoscenza questo giudizio della S. Congregazione dell'Indice.
Mentre ho l'onore di partecipare la cosa all'Eminenza Vostra R.ma, le bacio umilissimamente le mani, e godo di professarmi
dell'Eminenza V. Rev.ma
(firm.) Andrea Card. Steinhüber Prefetto
Fr. Tommaso Esser O. P. Segretario

A S. E. il Card. Ferrari fu consegnata il giorno 13 maggio la dichiarazione seguente:

All'Em. Cardinale Andrea Ferrari Arcivescovo di Milano,
Palazzo dell'Arcivescovado.
Avuta comunicazione, la sera del 10 maggio 1907, dall'Eminentissimo Cardinale Andrea Ferrari Arcivescovo di Milano, della lettera del Cardinale Andrea Steinhüber Prefetto della Sacra Congregazione dell'Indice, pubblicata nell'Osservatore Romano del 3 maggio,
noi sottoscritti, direttori della rivista mensile Rinnovamento, riaffermando il pieno ossequio di cattolici all'autorità ecclesiastica, esprimiamo profondo dolore perchè all'opera nostra vengono attribuite intenzioni che ci furono sempre estranee e che sono in contraddizione col nostro sincero amore per la Chiesa, e neghiamo nel modo più pieno ed esplicito la pretesa di arrogarci in essa funzioni di magistero.
Ma non crediamo di dover desistere dalla iniziata pubblicazione, perchè questo nostro atto implicherebbe il riconoscimento di un diritto della Congregazione dell'Indice a imporre ai laici l'interruzione di studi scientifico-religiosi, politici e sociali, i quali debbono essere e apparire indipendenti, per non giustificare l'accusa che solo fuori della Chiesa possa svolgersi con libertà di metodi e con tranquilla continuità di ricerca una serena e severa attività di pensiero.
Siamo i primi a riconoscere le limitazioni e le insufficienze dell'opera nostra, epperò attendiamo le obbiezioni ed accettiamo le correzioni: che potranno essere scientifiche in nome di una più larga e sicura ricerca, religiose in nome di una più alta vita spirituale, cattoliche in nome di una più autorevole espressione della verità cristiana. Ma non potremmo rinunciare a pensare e ad esprimere il nostro pensiero; non potremmo soprattutto troncare il nostro lavoro al suo inizio, prima di aver dato all'autorità stessa e al pubblico degli onesti critici gli elementi sufficienti a giudicare di noi e delle nostre intenzioni secondo giustizia.
Forse questa attitudine, per la quale senza orgoglio ma senza debolezza veniamo a rivendicare per noi e per altri il diritto di pensare e di studiare con maggiore fiducia nella Chiesa cattolica, potrà recar dolore ad alcune coscienze timide, mentre servirà di arma ai nostri avversari. Ma ci sentiamo disposti a vedere frainteso un atto leale di cui abbiamo meditato a lungo e senza alcuna preoccupazione personale tutte le possibili conseguenze, pur di testimoniare come la carità che vuole l'obbedienza possa anche imporre la umile ma ferma resistenza a misure di cui non sapremmo giustificare l'accettazione nè alla nostra coscienza nè agli altri.
Preghiamo Dio che attraverso a questo nostro atto possa essere manifesto l'amore vivissimo che portiamo alla Chiesa cattolica, dalla quale nè vogliamo nè sapremmo disgiungerci mai.
Aiace Antonio Alfieri
Alessandro Casati
F.Tommaso Gallarati Scotti.

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