III LA CONQUISTA ISLAMICA

Un capitolo dedicato a Maometto e al movimento islamico in un'opera di storia del cristianesimo non può avere che finalità circoscritte e intenti determinati.

A noi premeva soprattutto mostrare come, nello sviluppo della Cristianità venutasi a costituire in quella unità mediterranea che Roma imperiale aveva organizzato, la irruzione islamica si fosse introdotta quale elemento disgregatore che, mentre da un canto facilitava e accelerava quel processo di separazione di Bisanzio da Roma, delineatosi fin dal IV secolo, all'indomani stesso del trasporto della capitale ad Oriente, dall'altro offriva inattese possibilità, che alla fede possono apparire provvidenziali, per il magistero romano. Non si capisce la risurrezione dell'Impero per opera del Papato agli inizi del secolo nono senza lo scompaginamento mediterraneo portato dalla fulminea conquista dell'Islam.

È quel che ha dimostrato, in una maniera che possiamo veramente definire esauriente, il lavoro sintetico di Enrico Pirenne che Mario Vinciguerra ha tradotto in italiano per la Casa Editrice Laterza: Maometto e Carlomagno (1939). Chi conosce quest'opera vedrà come ne abbiamo utilizzato e applicato i risultati nella nostra ricostruzione delle vicende ecclesiastico-romane fra il secolo VII e l'VIII.

Intorno alla figura di Maometto e alla sua predicazione esiste una letteratura abbondantissima. Al pubblico italiano è stata data una traduzione italiana, per opera di Francesco Gabrieli, del lavoro eccellente di Tor Andrae: Maometto. L'opera, apparsa in tedesco a Gottingen nel 1832 col titolo: Mohammed. Sein Leben und Glaube, è apparsa in italiano nel 1934, presso il Laterza di Bari.

Da consultarsi anche le seguenti opere: Tor Andrae, Die Person Mohammeds in Lehre und Glauben seiner Gemeinde, Stuttgart, 1918; G. Sacco, Le credenze religiose di Maometto, Roma, 1922; W. Rudolph, Die Abhängigkeit des Qorans von Judentum und Christentum, Stuttgart, 1922; K. Ahrens, Christliches im Qoran, in «Zeitschrift d. deutschen Morgenländischen Gesellschaft» N. S. IX (1930). Non abbiamo ritenuto disdicevole attingere anche dalla brillante e colorita biografia di Maometto di Mohammed Essad bey, Mahomet (571-632), traduction de Jacques Marty et du Commandant G. Lepage, préface de M. E. F. Gautier, Paris, 1934.

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