XI LA RIFORMA GREGORIANA

Anche i nomi dei Papi rispondono a volte magnificamente ai personaggi che li portano. Gregorio Magno era stato il grande vigilatore della costituzione politico-morale della Chiesa romana, all'alba del settimo secolo, alla vigilia cioè della irruzione islamica. Gregorio VII ne riprende il nome, quasi istintivamente consapevole del còmpito riserbatogli dal destino di piantare, possibilmente su basi incrollabili, il supremo e insindacabile potere curiale di Roma. L'ultimo grande studioso dell'attività politica e religiosa del Pontefice Ildebrando, A. Fliche, ha intitolato la sua voluminosa monografia su Gregorio VII e il suo Pontificato: La Réforme Grégorienne (Louvain, 1924-37); e Gregorio VII infatti appare come un riformatore: riformatore dei costumi, riformatore della vita curiale, riformatore delle dottrine politiche. Ma probabilmente si tratta di una impressione superficiale e di una valutazione circoscritta. In realtà, Gregorio VII in tutta la sua opera di Pontefice e di lottatore, non fa altro che attenersi ai principi capitali della politica cattolica del Medioevo. Ma non è sempre legge infallibile che quanti aiutano il procedere vittorioso degli istituti morali e sacri debbano riportarsi alle origini degli istituti stessi che rappresentano e guidano?

Noi oggi disponiamo di una suppellettile documentaria e critica, piú che sufficiente, sovrabbondante, per la ricostruzione e la evocazione del Pontificato di Gregorio VII. Il suo Registrum è stato criticamente edito in due volumi dal Caspar (Epistolae Selectae in usum scholarum ex Monumentis Germaniae Historicis separatim editae, Berlino, 1920-23). Tutte le opere polemiche attinenti alla controversia fra Papato e Impero nell'epoca gregoriana sono nel Libelli de lite imperatorum et pontificum saeculi XI e XII conscripti, nei «Monumenta Germaniae Historica», in tre volumi, Hannover, 1891-1897. Infine la Vita Gregorii Papae VII di Paolo di Benried, si trova pubblicata dal Watterich nelle «Vitae Pontificum Romanorum». I, pp. 474-546.

Fra le opere storiche consacrate alla grande figura di Ildebrando noi non vogliamo mancare di segnalare qui anche la vecchia monografia del padre Luigi Tosti, La Contessa Matilde di Toscana, nella raccolta delle opere complete curata dal Pasqualucci. Utilmente consultabile l'opera di J. Gay, Les Papes du XI siècle et la Chrétienté, Parigi, 1926.

Ottima rassegna delle dottrine gregoriane e delle tradizioni da cui esse sono attinte, quella di G. Tellenbach, Libertas, Kirche und Weltordnung im Zeitalter des Investiturstreites (Stuttgart, W. Kohlhammer, 1936).

Preceduto da due eccellenti monografie: Questioni gregoriane, pubblicata nell'«Archivio della Deputazione Romana di Storia Patria» del 1942, e Libertà, gerarchia e Chiesa nel pensiero religioso del Medioevo, apparsa nella «Rivista storica italiana» (dicembre 1941), si è pubblicato, mentre noi dettiamo questa bibliografia, il magistrale volume di Raffaello Morghen, Gregorio VII, con otto tavole in rotocalco (Torino, Unione Tipografica Editrice Torinese, 1942).

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