XII LE CROCIATE

Noi abbiamo fin dagli inizi impostato la nostra esposizione storica collegandola strettamente alle vicende di questo mondo mediterraneo che ha, senza possibilità di contestazione, una sua fisionomia non soltanto geografica, ma civile e spirituale, nel quadro globale della storia universale della civiltà. Né avremmo potuto fare diversamente. Il cristianesimo nasce nel momento in cui Roma compie la unificazione del mondo mediterraneo, al quale essa dà un'impronta caratteristica e un orientamento inconfondibile. Si potrebbe dire che le fasi di sviluppo del cristianesimo erano fin dalle origini preventivamente associate alle fasi di sviluppo della civiltà mediterranea. Dopo le trasmigrazioni di popoli del secolo quinto abbiamo visto come l'Impero di Giustiniano abbia una sua sagoma nella storia del cristianesimo, proprio perché segna il tentativo fortunato di recuperare l'unità mediterranea. Fu breve la felice parentesi. L'irruzione islamica lacerava questa unità giustinianea, provocando quel movimento di raccolta delle popolazioni del continente europeo sotto l'insegna di Roma cristiana, che doveva sfociare nel Sacro Romano Impero, franco prima, teutonico poi. Noi abbiamo veduto come le preoccupazioni per le sorti del Vicino Oriente non lasciano mai di inquietare il nuovo Impero cristiano. Il movimento crociato non è che una delle manifestazioni, la saliente, se si vuole, di questa tendenza del mondo occidentale unificato, a riallacciare i suoi rapporti col Mediterraneo Orientale.

La letteratura sulle Crociate è vastissima. Le fonti storiche in materia sono raccolte nel Recueil des historiens des Croisades, Parigi, 1841 segg., suddiviso in: Documents arméniens, voll. 2 (1869-1906); Historiens grecs, voll. 2 (1875-1881); Historiens occidentaux, voll. 5 (1844-1895); Historiens orientaux, voll. 5 (1872-1906); Lois, voll. 2 (1841-1843). Parecchie cronache ivi pubblicate sono pure state edite a parte; cosí, ad es., i Gesta Francorum et aliorum Hierosolymitanorum, di un anonimo dell'Italia meridionale del séguito di Boemondo, da H. Hagenmeyer, Heidelberg, 1890, e nuovamente da L. Bréhier (Histoire anonyme de la première Croisade), Parigi, 1924; l'Historia Hierosolymitana di Foucher de Chartres, da H. Hagenmeyer, Heidelberg, 1913.

Opere classiche in materia sono tuttora quelle di J. F. Michaud, Histoire des Croisades, Parigi, 1812-17 (2a ed.); di F. Wilken, Geschichte der Kreuzzüge, Lipsia, 1807-32. Opere già dominate dagli studi critici: L. Bréhier, L'Église et l'Orient au M. A.; Les Croisades, Parigi, 1907; B. Kugler, Geschichte der·Kreuzzüge, Lipsia, 1880; E. Prutz, Kulturgeschichte der Kreuzzüge, Berlino, 1893; R. Röhricht, Geschichte der Kreuzzüge im Umriss, Innsbruck, 1898; A. Ruville, Die Kreuzzüge, Bonn, 1920; W. B. Stevenson, The Crusaders in the East, Cambridge, 1907; F. Cognasso, Le Crociate, Torino, 1930.

Negli anni piú recenti sono comparse opere intorno alle Crociate di importanza veramente fondamentale. Tali il volume di C. Erdman, Die Entstehung des Kreuzzugsgedankens, Stuttgart, Kohlhammer, 1935; R. Grousset, Histoire des Croisades et du Royaume Franc de Jérusalem, Parigi, Plon, 1934-1936, 3 voll.

La monumentale opera del Grousset tradisce una certa tendenziosità che è concepita piuttosto con spirito nazionalista e mira a sopravalutare l'apporto francese allo sviluppo del movimento crociato. Sarà bene pertanto, a controllarne e a correggerne le valutazioni e le linee direttive, tenere presente l'eccellente opera di Gennaro Maria Monti, L'Italia e le Crociate in Terra Santa, Edizioni della Mostra d'Oltremare, Napoli, dove il contributo italiano, particolarmente quello delle repubbliche marinare, alla ripresa progressiva dei rapporti fra Mediterraneo occidentale e Mediterraneo orientale, è felicemente posto nel debito rilievo.

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