XVIII L'APOCALISSI DANTESCA

II particolare punto di vista dal quale noi ci siamo posti nel designare qui il significato della Divina Commedia nello sviluppo della tradizione cristiana medioevale, ci esime dall'obbligo di dare una bibliografia, sia pure sommaria, della produzione critica intorno al divino poeta. Come abbiamo detto, alla valutazione esatta del poema, quale documento dell'evoluzione cristiana al terminare del Medioevo, ha nociuto la sopravalutazione del suo aspetto letterario. Esempio tipico quel saggio di Benedetto Croce su Dante che è la documentazione insuperabile della incapacità dell'estetica contemporanea di comprendere i monumenti piú solenni della tradizionale esperienza cristiana. Rimandando pertanto, per ciò che concerne l'aspetto letterario del poema dantesco, ai saggi critici italiani piú significativi degli ultimi decenni, come quelli del Barbi, del Valli, del Cosmo, noi, a complemento bibliografico del nostro capitolo ci limitiamo a rimandare al saggio di P. Rousselot: Pour l'histoire du problème de l'amour au Moyen Age, nel vol VI del già menzionati «Beiträge zur Geschichte der Philosophie des Mittelalters» e al saggio pieno di utili indicazioni, anche se errato in radice, di P. Mandonnet, O. P., Dante le Théologien (Introduction à l'intelligence de la vie, des ouvres et de l'art de Dante Alighieri, Parigi, Desclée, de Brouwer, 1935).

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