II «Peccator et iustus».

Le ricerche luterologiche hanno avuto nell'ultimo cinquantennio uno sviluppo rigogliosissimo: non tanto per ciò che concerne le circostanze ambientali in cui la predicazione del monaco di Wittenberg venne ad inserirsi, quanto per ciò che concerne sia la formazione spirituale e personale del monaco, gli elementi, diciamo così, subcoscienti della sua evoluzione spirituale, sia i motivi direttivi della sua predicazione.

Le condizioni della Germania agli inizi del secolo XVI hanno avuto la loro riesumazione grandiosa nell'opera fondamentale di J. Janssen, Geschichte des deutschen Volkes seit dem Ausgang des Mittelalters, 16a ed. per cura di L. Pastor (1897-1903): dopo il 1903 son seguite, per cura del medesimo, le Erläuterungen und Ergänzungen zu Janssens Geschichte des deutschen Volkes.

Per quanto riguarda il cristianesimo popolare germanico alla vigilia della riforma e le sue molteplici manifestazioni, si può consultare il quadro sintetico ricavato con molta perspicacia di su la massa imponente dei dati raccolti dallo Janssen, da T. Lindsay nella prima parte del 1° volume della sua coscienziosa History of the Reformation (Edimburgh, Clark, 1906, «International Theological Library»).

Recentissimo e ben riuscito saggio di ricostruzione della insurrezione riformatrice in Germania quello di Josef Lortz, Die Reformation in Deutschland, Erster Band: Voraussetzungen, Aufbruch, Erste Entscheidung – Zweiter Band: Ausbau der Fronten, Unionsversuche – Ergebnis. Freiburg im Breisgau, 1941, Herder & Co., G. m. b. H. Verlagsbuchhandlung.

Ma il dramma intimo di Lutero è il tema che piú ha acceso negli ultimi decenni le polemiche e le discussioni.

Si può dire che appiccò il fuoco alla discussione l'opera del domenicano H. Denifle, Luther und Luthertum, in der ersten Entwickelung quellenmässig dargestellt (Mainz, 1904), cui seguirono, a due anni di distanza, le due parti complementari: Quellenbelege. Die abendländischen Schriftausleger bis Luther über Justitia Dei; Lutherpsychologie, als Schlüssel zur Lutherlegende.

Noi possiamo dire di esserci attenuti, rielaborandolo a nostro modo, al punto di vista del Denifle, nel nostro volume Lutero e la riforma in Germania (Milano, dall'Oglio, 1958). E, in fondo, a quel punto di vista rimaniamo fedeli anche qui, nel nostro capitolo dedicato a Lutero.

Questo non vuol dire che ignoriamo tutte le polemiche sorte contro la interpretazione denifliana del dramma intimo del monaco agostiniano condannato da Leone X.

Dobbiamo dire però molto candidamente che queste polemiche, piú che convincerci, ci hanno sorpreso. In un'epoca come la nostra, dalle tendenze spiccatissime e dalle preccupazioni palesi della psicanalisi, non riusciamo a capacitarci come debba destare tanta diffidenza e tanta ritorsione una valutazione di Lutero nella quale la considerazione di quelle che sono le durezze della disciplina ascetica, specialmente sul terreno della vita sessuale, tiene logicamente e giustamente il primo posto. È ben strano osservare come quelli stessi che rimproverano alla disciplina casistica del gesuitismo cattolico l'avere polarizzato, si può dire, tutto il fascio delle preoccupazioni etiche sulla zona dei rapporti sessuali, o quanto meno di avere posto la morale sessuale al centro stesso delle inquietudini etiche, cosí individuali come collettive, si sdegnino poi se nello studio di una psicologia cosí complessa e cosí ardente come quella di Lutero si dà un particolare rilievo ai tormenti dello scrupolo ascetico appunto per tutto ciò che riguarda la vita sessuale. Costoro evidentemente non hanno alcun sentore di quel che possa essere l'agonia lenta di una gioventú macerata nell'ascesi della disciplina continente e di quelle che ne possano essere le conseguenze in tutte le solitarie meditazioni religiose e teologali. Il Denifle aveva portato nella sua analisi una esperienza monastica di cui probabilmente non si può fare a meno per scandagliare con verisimile approssimazione il dramma di Lutero. Nessuno mette in dubbio che le successive ricerche luterologiche abbiano illuminato altri aspetti della crisi intima del monaco di Wittenberg, dando legittimamente risalto ad atteggiamenti complementari della spiritualità luterana, nel periodo primo della formazione claustrale e dell'insegnamento teologico. Ma si tratta di aspetti complementari non antitetici ed incompatibili con la crisi vera e intima che portò Lutero alla compilazione del De votis monasticis judicium.

Fra la produzione luterologica posteriore al lavoro fondamentale del Denifle, segnaliamo i seguenti saggi. Innanzi tutto, quello dello Scheel, Martin Luthter, vom Katholizismus zur Reformation, 1921, Auf der Schule und Universität. Dritte Auflage. Tübingen, 1921; Im Kloster. Tübingen, 1917.

Allo Scheel dobbiamo una preziosissima raccolta di Dokumente zu Luthers Entwicklung (bis 1514), Tübingen, Mohr, 1911, («Sammlung ausgewählter kirchen und dogmengeschichtlicher Quellenschriften». II B., 9 H.). La raccolta è apparsa in una nuova edizione largamente ampliata nel 1929.

All'opera del domenicano Denifle intorno a Lutero non poteva non seguire un'opera parallela di uno scrittore gesuita, e alla bisogna fu prescelto il padre Hartmann Grisar. Non si può negare che l'esploratore della Roma medioevale portò nel nuovo còmpito una singolare elasticità e duttilità di spirito. Il suo Luther compariva in tre volumi a Freiburg tra il 1911 e il 1912. A poco piú che un dodicennio di distanza, il medesimo Grisar raccoglieva di su la copia imponente delle pubblicazioni cosí scientifiche come popolari consacrate in Germania a Lutero, tanto durante la guerra quanto nel periodo postbellico, una raffigurazione della personalità del riformatore quale vive tutt'ora nell'anima germanica.

Nel frattempo erano apparsi i saggi capitali di Carlo Hall sul riformatore germanico. Il suo Luther costituisce il primo volume delle sue «Gesammelte Aufsätze zur Kirchengeschichte», 1921. L'Holl ha dettato senza dubbio il saggio apologetico piú forte e piú incisivo per sollevare il dramma di Lutero dall'atmosfera fosca e grave in cui l'aveva tenuto la critica denifliana, in quella purificata di un progressivo affinamento mistico nell'abbandono a Dio e al Cristo redentore, che salva chi integralmente si anneghi e si rinneghi in Lui. Alcuni capitoli specialmente dell'opera dell'Holl, come il terzo (Der Neubau der Sittlichkeit) e il settimo (Die Kulturbedeutung der Reformation), impregnati di una visione grandiosa della portata storica del rinnovamento etico-religioso realizzato da Lutero, cercavano di scoprire, nelle opere di questi, con larghezza veramente mirabile di riferimenti e di parallelismi, spunti ed enunciazioni che probabilmente non possedettero, al momento della loro formulazione, la importanza e la capacità di risonanze quali lo storico dell'Università di Berlino pretendeva di scoprirvi a quattro secoli di distanza e che ad ogni modo non apparvero interpretabili in questa maniera ai polemisti della prima ora.

Si può dire che sul solco dischiuso dall'Holl ha continuato a muoversi la ricerca luterologica in Germania negli ultimi lustri. Segnaliamo, come meritevole di particolare attenzione, il saggio di Walter Loewenich, Luthers «Theologia crucis» pubblicato nel 1929.

L'analisi psicologica del temperamento di Martin Lutero, suggerita da tante peculiarità delle confidenze e degli scritti polemici del riformatore, è stata oggi ripresa in grande stile dal dott. Paul Reiter: Martin Luthers Umwelt, Charakter und Psychose, sowie die Bedeutung dieser Faktoren für seine Entwicklung und Lehre. Eine historisch-psychiatrische Studie. Bd. I: Die Umwelt. (402 S., 5 Tafelabb.) gr. 8a. Bd. II: Luthers Persönlichkeit, Seelenleben und Krankheiten. (633 S., 17 Tafelabb.) gr. 8a Kopenhagen: Munksgaard 1937 u. 1941.

Quali nuovi indirizzi siano per sorgere sul terreno della ricerca luterologica in Germania dopo l'attuale crisi politica e morale del Reich è il segreto del prossimo avvenire.

Noi per nostro conto persistiamo nel ritenere che la crisi di coscienza di Lutero fu una crisi tipicamente monastica, in uno spirito ancora tutto avvolto, come ben vide il Troeltsch, nelle preoccupazioni spirituali e teologali del Medioevo. Quel che interessa a chi voglia collocare l'esperienza e la predicazione di Martin Lutero nel quadro della spiritualità moderna, è il fatto che una crisi cosí tipicamente personale come quella del monaco di Wittenberg sia potuta diventare una direttiva di marcia normativa per una massa nazionale. Ed è su questo aspetto del problema, particolarmente stimolante e suggestivo oggi, che noi ci siamo dovuti e voluti fermare.

Crediamo necessario registrare qui la edizione delle opere di Lutero cui si può riportare chiunque abbia vaghezza di ricorrere agli originali: Luther's Werke, ed. di Weimar, H. Böhlaus. È la Kritische Gesamtausgabe, che iniziata nel 1883 è ormai giunta al suo termine col 60° volume. Ha praticamente soppiantato le precedenti sei edizioni (1a di Wittenberg, 1539-1558 – 2a di Jena, 1555-1558 – 3a di Altenburg, 1661-1664 – 4a di Leipzig, 1729-1740 – 5a, pure di Jena, curata dal Wolch, 1740-1753 – 6a di Erlangen, del 1826).

Share on Twitter Share on Facebook