VI L'ULTIMA REVIVISCENZA AGOSTINIANA

La vittoria del gesuitismo sul giansenismo è, non diciamo la sola, ma una delle piú eminenti vittorie di Pirro, che l'ortodossia moderna abbia riportato nel corso degli ultimi secoli.

Colpendo a morte il giansenismo, come altri movimenti prima e dopo di esso la Curia romana può avere avuto l'aria di riportare qualche successo esteriore, ma ha schiantato e spento in se stessa focolari di vitalità spirituale e religiosa insostituibili, e si è privata di armi e di strumenti di irradiazione sacrale la cui mancanza si è ripercossa sinistramente in tutto lo sviluppo della sua azione nel mondo.

Sempre intenti a seguire la traiettoria evolutiva dei valori centrali della tradizione cristiana e della loro funzione nel mondo, noi non abbiamo voluto seguire in tutti i suoi complessi e agitati particolari le sorti delle polemiche gianseniste fra il Seicento e il Settecento. Abbiamo ritenuto che fosse molto meglio rispondente al piano del nostro lavoro circoscrivere l'esame alla figura e al pensiero delle due personalità piú insigni del movimento giansenista: Giansenio stesso e Pascal.

La grande opera di Giansenio, di cui abbiamo creduto molto opportuno, data ormai la sua latitanza dal mondo della cultura religiosa comune, dar larghi tratti, fu pubblicata in tre volumi in folio a Lovanio nel 1640, con questo titolo completo: Augustinus, seu doctrina S. Augustini de humanae naturae sanitate, aegritudine, medicina, adversus Pelagianos et Massilienses. A un anno di distanza il libro era condannato dalla Sacra Romana Inquisizione. Ma contro il decreto di condanna insorsero resistenze vivacissime. E allora Urbano VIII, con la Bolla In Eminenti del 6 marzo 1642, condannava, come in opposizione al divieto di Paolo V di stampare opere sulla materia de auxiliis divinae gratiae, l'Augustinus, alcune tesi contrapposte all'Augustinus dai gesuiti di Anversa, nonché alcuni altri scritti in favore o contro l'opera di Giansenio. E il 31 maggio del 1653 Innocenzo X, con la Bolla Cum occasione, condannava cinque proposizioni, come ricavate dall'Augustinus. Per piú di un secolo si doveva discutere se queste proposizioni si trovassero o no nell'opera incriminata.

Si sa quale copiosa letteratura esista sul movimento giansenista. Noi ci limitiamo ad indicare le seguenti opere: A. Gazier, Histoire générale du mouvement janséniste, Parigi, 1922; Ch. Sainte-Beuve, Port-Royal, 6a ed., Parigi, 1901; J. Laport, La doctrine de Port-Royal, I, 1, Essai sur la formation et le développement de la doctrine – Saint-Cyran; II, 1, Les vérités de la grâce, Parigi, 1923; H. Brémond, Histoire littéraire du sentiment religieux en France, IV, Parigi, 1920; L. Séché, Les derniers jansénistes, Parigi, 1891.

Ci si può domandare quanto sarebbe stata diversa la storia del giansenismo senza Pascal come anche quanto sarebbe stata diversa la storia spirituale di Pascal se non ci fossero stati Giansenio e Port-Royal. Comunque, giansenismo e Pascal sono oggi elementi indissolubili l'uno dall'altro, e la gigantesca figura spirituale dell'autore delle Provinciali è tutta legata all'ultima reviviscenza agostiniana, che noi abbiamo cercato di rievocare.

Le opere di Pascal si hanno oggi (Oeuvres de Pascal) nella collezione del «Grands écrivains de la France», 14 voll., a cura di L. Brunschvicg, P. Boutroux e A. Gazier, Parigi, 1904-1914. Principali edizioni dei Pensées; Parigi, 1670 (è la prima edizione di Port-Royal, a cui ne seguirono molte altre, via via accresciute: la quinta, del 1687, reca la Vie de Pascal di Gilbert Périer, già pubblicata ad Amsterdam nel 1684); Londra, 1776 (a cura di Condorcet, con osservazioni di Voltaire); Londra (in realtà in Svizzera), 1778 (a cura di Voltaire, con nuove osservazioni); l'Aia (in realtà Parigi), 1779 (tomo II delle Oeuvres de B. P., a cura dell'abate Bossuet); Parigi, 1844 (a cura di P. Fougère, prima ed. sui manoscritti segnalati da V. Cousin); ivi, 1852 (a cura di E. Havert); ivi, 1877-1879 (ediz. Paleografica a cura di Molinier); Friburgo, 1896 (testo critico secondo l'ordine del quaderno manoscritto, a cura di G. Michaut); Parigi, 1897, a cura di L. Brunschvicg, che nel 1905 pubblicò a Parigi una riproduzione in fototipia del testo originale di P.; del Brunschvicg è anche l'ediz. dei voll. XII-XIV delle «Oeuvres de P.» citate innanzi; ivi, 1925 (a cura di J. Chevalier). Per una edizione speciale de Les Provinciales rimandiamo a quella del Flammarion.

Monografie fondamentali su Pascal sono quelle di F. Strowski, Pascal et son temps, in tre volumi, 5a ediz., Parigi, 1922; K. Bornhausen, Die Ethik Pascals, Giessen, 1907. Vedi poi del Brémond il sermone predicato il 7 luglio 1923 nella cattedrale di Clermont Ferrand, e pubblicato poi subito dopo presso il Bloud di Parigi, sotto il titolo En prière avec Pascal. Buona anche la monografia di J. Chevalier, B. Pascal, Parigi, 1922 e suggestiva quanto mai l'opera di Luigi Chestov, La nuit de Gethsémani, essai sur la philosophie de Pascal, Parigi, 1923. Meritevoli anche di consultazione l'opera del Laporte: La dottrina di Port-Royal e il Pascal di P. Serini (Einaudi).

Vastissima la letteratura sulle propaggini e le ripercussioni del giansenismo nei vari paesi europei. Per quanto riguarda l'Italia in particolare segnaliamo: E. Rota, Il giansenismo in Lombardia e i prodromi del risorgimento italiano, in «Raccolta di scritti storici in onore del prof. Giacinto Romano», Pavia, 1907; N. Rodolico, Gli amici e i tempi di Scipione dei Ricci, studi sul giansenismo italiano, Firenze, 1920; l'eccellente lavoro di A. C. Jemolo, Il giansenismo in Italia prima della rivoluzione, Bari, 1928. E poi le sempre diligenti e perspicue monografie di F. Ruffini, fra cui capitale: La vita religiosa di Alessandro Manzoni, 2 voll., Bari, Laterza, 1921. V. del medesimo Ruffini le varie monografie raccolte ora in volume Studi sul giansenismo, con introduzione e a cura di Ernesto Codignola, Firenze, «La Nuova Italia» Editrice; e poi sotto il n. 20 della «Biblioteca di Cultura» presso la medesima Casa Editrice, I giansenisti piemontesi e la conversione della madre di Cavour, a cura e con introduzione di Ernesto Codignola.

Infine, di valore veramente inestimabile per la conoscenza delle infiltrazioni gianseniste nell'Italia del Settecento decadente, molto piú copiose di quanto non si sarebbe potuto immaginare, la monumentale raccolta curata da Ernesto Codignola di Carteggi di giansenisti liguri (precede una introduzione storica, segue un'appendice di documenti inediti e rari) nelle «Pubblicazioni della R. Università degli Studi di Firenze – Facoltà di Magistero» Vol. IV, l, 2, 3 in tre volumi.

Nel primo sono compresi i carteggi dei giansenisti Natali, Molinelli, Del Mare, Durazzo, Vignoli, ecc. Nel secondo i carteggi dei giansenisti Palmieri, Solari. Nel terzo i carteggi dei giansenisti Assereto, Lupi, Assarotti, Calleri, Degola, Masuccone, Descalzi, De Gregorj, Carrega, ecc.

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