VII L'ILLUMINISMO

I lettori che hanno seguito fedelmente questa esposizione si devono già essere accorti, dalle parti precedenti della nostra opera, che noi collochiamo molto lontano le origini prime del cosiddetto movimento illuministico dei secoli XVII e XVIII. Per noi, Illuminismo è essenzialmente posizione non piú di equilibrio, ma di aperto squilibrio fra i diritti della speculazione razionale e i diritti della fede religiosa nel chiuso della spiritualità umana. Ora, la prima traccia di una vera e propria lacerazione dell'equilibrio fra ragione e fede noi l'abbiamo riscontrata e segnalata quando, per la prima volta nella storia della esperienza cristiana, ci si accinse, con Sant'Anselmo, a dare una dimostrazione razionale di Dio. Secondo il nostro punto di vista, in questo tentativo di captare l'esistenza di Dio nell'ambito delle forze razionali, in questo sforzo di circoscrivere nelle possibilità dell'umano pensiero una dimostrazione apodittica e incontrovertibile di Dio, che è invece per natura e per definizione oggetto solo di fede, era già latentemente e potenzialmente una affermazione implicita delle possibilità autarchiche dell'umana ragione. Era già implicito quel concetto di Dio che lo straniava da tutte le preoccupazioni della nostra vita morale, cosí individuale come collettiva. Esisteva quindi, ancora non avvertito e non consapevole, un movimento tendente a fare di Dio qualcosa di lontano da noi, nell'atto stesso in cui lo si poneva alla mercè del nostro sforzo cogitante, qualcosa di irresponsabile al cospetto della storia umana, qualcosa di superfluo e di inutile rispetto all'organizzazione tecnica della vita collettiva, sulle basi delle esigenze di questa: qualcosa quindi di rassomigliabile all'atto puro aristotelico. Questo non vuol dire naturalmente che noi disconosciamo i caratteri peculiari del movimento tecnicamente e specificamente designato col termine di Illuminismo o di Aufklärung, movimento che, iniziato già nella prima metà del secolo XVII, giunge al suo pieno sviluppo nel secolo successivo, in particolar modo nell'Europa centro-occidentale. Si sa che tale concetto viene considerato come un concetto analogo a quello di Medioevo, Rinascimento, Romanticismo, creato per designare un momento speciale della civiltà europea e un periodo storico dai caratteri ben definiti. Secondo noi naturalmente il termine assume un significato molto piú vasto, proprio perché può contrassegnare una tendenza della società cristiana in sviluppo, delineatasi già nell'ora dell'albeggiante trapasso da quella che era stata la costituzione tipica del Medioevo cristiano, verso le nuove fasi della vita spirituale europea.

Sull'Illuminismo tecnicamente inteso, consultabile innanzitutto l'eccellente lavoro di Ernst Cassirer, La filosofia dell'Illuminismo, traduzione di Ervino Pocar (Firenze, «La Nuova Italia», Editrice): sono secondo noi da osservare in questo volume la tendenziosa e sofistica arbitrarietà nel designare Pascal come un pensatore già di un'epoca nuova in contrasto con la metodica filosofica tradizionale agostiniana, per il fatto che raccomanda ad argomenti razionali la dimostrazione della impotenza della ragione quasi che tutta l'apologetica tradizionale cristiana, del vecchio tipo tertullianeo, non avesse anch'essa fatto sempre uso di ragione, per prostrare la ragione dinanzi al mistero della grazia.

Eccellenti anche i saggi. di W. Dilthey nelle «Gesammelte Schriften», II e III, Tübingen, 1921-27 e di Ernesto Troeltsch, pure nelle sue «Gesammelte Schriften», IV, Tübingen, 1925. Vedi inoltre O. Ewald, Die französische Aufklärungsphilosophie, Monaco, 1924; C. v. Brockdorff, Die englische Aufklärungsphilosophie, Monaco, 1924; Die deutsche Aufklärungsphilosophie, Monaco, 1926; E. Ducros, Les Encyclopédistes, Parigi, 1900; M. Roustan, Les philosophes et la société française au XVIII siècle, 2a ed., Parigi, 1911; F. Rocquain, L'esprit révolutionnaire avant la révolution, Parigi., 1878; C. Aubertin, L'esprit public au XVIII siecle, Parigi., 1889; F. Brunetière, Études sur le XVIII siècle, Parigi, 1911.

Sulla posizione particolare di Jean-Jacques Rousseau di fronte al problema religioso e cristiano, vedi i tre volumi di P. M. Masson, La religion de Jean-Jacques Rousseau (Parigi, 1916).

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