Capitolo II. Il controllore Calonne

In tale stato di tristesse, di ristagno, di morboso languore, quando una Corte esasperata credeva che il genio fiscale si fosse dipartito dagli uomini, qual'altra apparizione poteva essere meglio accolta di quella di M. de Calonne? Calonne era uomo di genio indiscutibile, e più o meno anche di genio fiscale; esperto nel maneggiare Finanze e Parlamenti, per essere stato Intendente a Metz e a Lille, Procuratore del Re a Douai. Uomo di vaglia, in istretti rapporti con la classe denarosa, con un nome senza macchia, se se ne eccettua qualche peccatuccio, come l'aver mostrato la lettera d'un cliente in quell'antica vertenza D'Aiguillon-La Chalotais, quasi dimenticata ormai. Egli ha dei congiunti carichi di quattrini, influenti alla Borsa; i nostri Foulon, i nostri Bertier intrigano per lui; il vecchio Foulon, briccone dichiarato e riconosciuto, non ha altro a fare che intrigare; ma egli è possessore d'una smisurata ricchezza, e, se il suo giuoco lo favorisce, può sperare di divenire Ministro un giorno, da commesso del Commissariato qual fu un tempo.

Tali sono gli appoggi, tali i puntelli di M. de Calonne, senza contare le sue qualità intrinseche! La speranza irradia il suo volto, la persuasione pende dalle sue labbra; per ogni male egli ha pronto un rimedio e farà sì che il mondo cammini sulle ruote innanzi a lui. Il 3 Novembre 1773 l'Œil-de-Bœuf si felicita del suo nuovo Controllore Generale. È la volta di Calonne adesso; anche Calonne alla sua maniera, come già Turgot e Necker, deve affrettare il compimento, gettando uno sprazzo di luce sulla nostra Èra della Speranza, divenuta omai troppo plumbea, e gonfiando la vela che deve condurla al suo destino.

Grande è in ogni modo la felicità dall'Œil-de-Bœuf. L'avarizia è stata bandita da quella dimora regale; le soppressioni sono cessate; e il vostro Besenval può ben dormire tranquillo, sicuro di non svegliarsi depredato. L'Abbondanza è tornata col suo sorriso, come invocata da un mago, e sparge il gaudio dal suo corno di nuovo traboccante. Notate che soavità di costumi! Il Controllore Generale si distingue pel suo sorriso blando: ascolta tutti con aria d'interessamento, anzi previene i desideri di tutti, li spiega meglio egli stesso, li soddisfa, o almeno promette di soddisfarli sotto condizioni. «Temo che questa sia una cosa difficile», disse la Regina; e il Controllore: «Madama, se non è che difficile, è fatta; se è impossibile si farà». Quale «spirito di facilità» in quest'uomo! Ad osservarlo poi in società, nei vortici del piacere, cui nessuno partecipa con maggior godimento, ci si domanda: Ma costui quando lavora? Eppure il suo lavoro non è mai trascurato, come possiamo vedere, e sopratutto il frutto del suo lavoro: la moneta contante. Uomo d'una facilità veramente incredibile: facile nella azione, facile nell'elocuzione, facile nel pensiero; in una forma dolce e persuasiva, da lui sgorga brillante la più profonda filosofia con la vivacità d'un motto di spirito. Nelle Soirées della Regina, col peso di tutto un mondo sulle spalle, egli è la delizia degli uomini e delle donne! Ma quale è dunque l'arte magica che gli fa compiere siffatti miracoli? L'unica e vera magia: la magia del genio. Lo chiamano «il Ministro»; e ciò che è contorto si raddrizza, ciò che è scabro si spiana, e sull'Œil-de-Bœuf si posa un ineffabile sorriso di sole.

In realtà nessuno potrebbe seriamente affermare che Calonne mancasse di genio; egli aveva infatti il genio della Persuasione, e sopratutto il genio del Prendere a prestito. Mettendo a profitto nella maniera più abile e ingegnosa il danaro che ha sotto mano, mantiene in uno stato fiorente la Borsa, e i Prestiti che si seguono l'un dopo l'altro sono aperti e colmati con una rapidità vertiginosa. «Calcolatori che potevano saperlo hanno calcolato che egli spendeva in media un milione al giorno», equivalente a cinquantamila sterline; ma non raggiungeva forse uno scopo? Non procurava la pace e la prosperità dell'ora presente? Il Filosofismo brontola, gracida, e compra, come abbiam detto, 80.000 copie del nuovo libro di Necker; ma il Nonpareil Calonne, nell'appartamento di Sua Maestà la Regina, con tutto un seguito brillante di Duchi, di Duchesse e di quanti altri sono felici d'ammirarlo, può fare che Necker e il Filosofismo gracidino a loro talento.

Il male è che questo stato non può durare! Lo Sperpero e il Pagamento mediante prestiti non sono fatti per colmare un Deficit; nè l'olio è una sostanza atta ad estinguere le infiammazioni: la sua azione lenitiva purtroppo non è permanente! Allo stesso Nonpareil, il quale non manca d'intuizione, si rivela chiara, di tratto in tratto, e, confusamente certa, la natura precaria della sua industria; nè gli sfuggono le difficoltà ogni giorno crescenti e l'avvento non lontano dei mutamenti incalcolabili. Anche prescindendo dal Deficit finanziario, resta tutto un mondo che ha in sè uno spirito innovatore e il lavorio di tutte le istituzioni che tendono a staccarsi dai vecchi legami, per correre incontro a nuovi ordinamenti, a nuove finalità. Non vi è nè un jokey nano, nè una testa tosata alla Bruto, nè un cavalcatore anglomaniaco che si regge sulle staffe, che non sia indice di cambiamento. Ma che perciò? Dopo tutto, oggi si vive piacevolmente e, quanto alla dimane, si provvederà se verrà. Una volta salito al potere (in virtù della munificenza, della persuasione, della magia del genio), tant'alto nel favore dell'Œil-de-Bœuf, del Re, della Regina, della Borsa e, per quanto è possibile, in quello di tutti gli uomini, un Controllore Nonpareil può ben nutrire la speranza di passar la carriera a traverso l'Inevitabile, in una maniera impensata, maestrevolmente, come un altro.

In ogni modo, in questi ultimi tre anni miracolosi, espedienti su espedienti sono venuti formando un cumulo tanto alto che ora vacilla pericolosamente; fin che quella meraviglia del mondo, la Collana di Diamanti, l'ha ridotto al punto di rovinare. Il genio non può più nulla da questo lato, e l'essere in alto o in basso non monta; bisogna spulezzare. Il povero Rohan, il Cardinale dalla Collana, a stento s'è tratto a salvamento nelle Montagne dell'Auvergne; la signora de La Motte è giunta, non a salvamento, alla Salpétrière; e non appena il triste fatto è messo in tacere, il nostro impulsivo Controllore alla sua volta fa stupire il mondo. Un espediente non mai udito da centosessant'anni in qua vien proposto da lui; e per la forza persuasiva di quest'uomo senza pari (la sua audacia, la sua speranza, la sua eloquenza sono impareggiabili), viene adottato: la Convocazione dei Notabili.

Tutte le persone notevoli che reggono di fatto o virtualmente i loro distretti saranno convocate da tutte le parti della Francia, nell'intento di far loro una vera esposizione dei propositi patriottici del Re e dell'impossibilità di effettuarli per le sue miserevoli condizioni pecuniarie; seguirà poi la domanda: Che bisogna fare? Indubbiamente non si dovrà far altro che adottare quelle misure di risanamento che il genio magico vorrà rivelare; alle quali uomini e Parlamenti dovranno sottoporsi, più o meno riluttanti, perchè sancito dai Notabili.

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