Così cammina il mondo, in questa sua Età della Carta o Era della Speranza. Ma non mancano gli ostacoli e gli scoppi di guerra, che, per altro, uditi a tanta distanza, potrebbero scambiarsi per un'allegra musica in marcia, se il fosco caos vivente dell'Ignoranza e della Fame, reso forte di venticinque milioni di vite, non cominciasse ad intonare la sua sonata sotto i vostri piedi!
Ma per ora volgete lo sguardo a Longchamp, in questa fine di Quaresima, per ammirare la gloria di Parigi e della Francia, che si mostra all'aperto, come di consueto, in questo periodo dell'anno; non per assistere alle Messe Tenebris, ma per vivificarsi al sole, farsi vedere, e salutare la Nascente Primavera. È tutta una moltitudine dai colori smaglianti, e scintillante d'oro, che attraversa il Bois de Boulogne in lunghe e svariate file, come viali cosparsi di fiori viventi: tulipani, dalie e gigli della valle nei loro vasi mobili (ovvero vetture di recente dorate); tutto un insieme ch'è delizia dell'occhio e orgoglio della vita! La Processione cammina e danza serena e spensierata come se andasse su uno strato d'adamante o sulle fondamenta del mondo, e non su una mera pergamena araldica, che ha di sotto un lago di fuoco. Danzate pure, oh folli; voi che non cercaste mai la saggezza, nè mai la ritrovaste. Voi e i vostri padri avete seminato il vento, e raccoglierete la tempesta. Non è forse un'antica massima:Il guiderdone del peccato è la morte?
Ma, tanto a Longchamp che in altri siti, osserviamo fra l'altro che dame e cavalieri son serviti da una specie di familiare umano chiamato jokey. È questo un piccolo nano folletto che, sebbene giovane, è avvizzito dal languore di vizii precoci ed ha piena conoscenza d'ogni malizia, e però si rende utile in varie emergenze. Il nome jokey viene dall'inglese, come vorrebbe parere la cosa stessa. Infatti la nostra Anglomania è venuta sempre più crescendo, ed è questo un fatto che trae seco induzioni profetiche. Se la Francia è sul punto di divenire libera, perchè non dovrebbe, ora che una guerra insana ha avuto fine, amare la libertà di un popolo vicino? Uomini colti come i Duchi di Liancourt e di La Rochefoucauld sono ammiratori della Costituzione Inglese e del Carattere Nazionale Inglese, e vorrebbero importare qui quanto potessero di queste cose.
Delle cose più leggere, sopratutto se leggere come il vento, tanto più facile è il trasporto! Il Non-Ammiraglio Duca di Chartres (non ancora d'Orléans o Egalité) vola da un capo all'altro dello Stretto, per introdurre le Mode Inglesi; e poichè egli è intimo del Principe di Galles, è la persona più atta a farlo: la moda delle vetture, delle selle, degli stivali a tromba, delle redingotes (in inglese riding-coats) abiti da cavalcare; ed anche la moda del cavalcare; perchè nessuno che si ritenga all'altezza dei tempi, può a meno di trottare à l'Anglaise, cioè sollevandosi sulle staffe, con disdegno dell'antico metodo di star fermo in sella, che faceva dire a Shakespeare: «burro e uova che vanno al mercato». Il nostro bravo Duca di Chartres può far anche bella mostra della velocità delle sue ruote, giacchè nessuna frusta a Parigi è maneggiata con tanto ardimento e tanta sicurezza quanto quella non professionale di Monseigneur.
Noi abbiamo visto dianzi i jokies nani; ora possiamo vedere i veri jokies del Yorkshire e i loro cavalli e le loro vetture: cavalli da corsa inglesi per le corse francesi; anche questa introduzione dobbiamo all'attività di Monsignor Principe d'Artois coadiuvata dal Diavolo. Il Principe d'Artois ha pure la sua razza di cavalli da corsa; di più, uno stranissimo veterinario, uomo lunatico e pertinace in estremo grado, di nome... Jean Paul Marat, nato a Neuchâtel in Isvizzera. Un problematico Chevalier d'Eon, ora in gonnella, ora in pantaloni, provoca scommesse e dà luogo a processi; ed è tanto problematico a Londra quanto a Parigi! Oh i bei giorni di comunione internazionale! La Frode e la Scurrilità si stringono la mano attraverso lo Stretto e si salutano reciprocamente. Alle corse di Vincennes o Sablons, un tiro a quattro inglese trasporta trionfalmente, fra i Principi e la Canaglia, un Inglese, il dottor Dodd, cui prematuramente accenna avida la forca.
Il Duca di Chartres era un giovane Principe che prometteva grandi cose – già, come quasi tutti i giovani Principi – ma sventuratamente le belle promesse sono poi venute a mancare. Padrone dell'ingente fortuna degli Orléans, con un Duca di Penthièvre per suocero (ora anche il giovane cognato Lamballe ha perduta la vita per gli eccessi), egli sarà un giorno il più ricco della Francia. Ma intanto «già gli cadono i capelli e il suo sangue è guasto», in conseguenza di precoce dissolutezza trascendentale. Sulla sua faccia si sviluppano dei carbonchi, che fanno l'effetto di vere borchie su uno strato di rame brunito. È un simbolo vivente di decadenza questo giovane Principe, che, rimasto prematuramente privo della materia vitale, è solo alimentato dal fumo immondo e dalle ceneri d'una sensualità semispenta. Ciò che avrebbero potuto essere Pensiero, Sentimento, Regola di vita si sono smarriti o vanno a smarrirsi in una oscurità confusa, rotta soltanto da strani bagliori, in dirizzoni chiassosi, in una esplicazione di attività, tra delirante e galvanizzata. Parigi affetta il riso alla sua manìa d'automedonte; ma egli non bada a questo riso.
D'altra parte qual giorno, non certo di riso, fu quello in cui egli, a scopo di guadagno, minacciò di portare la mano sacrilega sul Giardino del Palazzo Reale! Le aiuole dei fiori saranno scompigliate, scomparirà il viale dei castagni e saranno distrutti i boschetti consacrati dal tempo, all'ombra dei quali solevano recarsi per diporto le Amadriadi dell'Opéra, non inesorabili verso gli uomini. Tutta Parigi si duole ad alta voce. Philidor non avrà più il verde panorama di fronte al suo Café de la Régence; e gli oziosi e i perdigiorni ove andranno ormai a passare il loro tempo? Ma, invano sono i gemiti, che sotto la scure luccicante cigolano i sacri boschetti e cadono al suolo abbattuti; senonchè, Monseigneur era a corto di quattrini e bisognava che se ne rifornisse. Le Amadriadi dell'Opéra fuggono inorridite. Non disperate, o Amadriadi, come coloro che sono privi di conforto: egli farà circondare di edifizi e piazze il vostro giardino, che sebbene ripiantato in una più piccola estensione, sarà abbellito di zampilli d'acqua, da un cannone che il sole farà sparare a mezzodì, e da tante altre cose, che saranno diletto del corpo e dello spirito, tali che non si possono neppure immaginare. Nel Palais Royal vi saranno di nuovo, e più che mai, il Sabbato degli Stregoni e l'Inferno del nostro Pianeta.
Che cosa non tenteranno mai i mortali? Dalla lontana Annonay nel Vivarais i fratelli Montgolfier lanciano la loro cupola di carta, riempita d'un fumo di lana bruciata. L'Assemblea Provinciale del Vivarais è prorogata quello stesso giorno, e i suoi Membri applaudono: è l'applauso unanime che parte da una riunione di uomini. Vorrà dunque l'Analisi trionfante giungere sino a valicare i cieli?
Parigi ascolta con ardente sorpresa, e fra non guari vedrà anche. Dalla Fabbrica di carta Réveillon in Via St. Antoine (una fabbrica notevole) un nuovo Montgolfier si libra, come un naviglio aereo. Prima sono stati portati verso il cielo anitre e polli; ora sono gli uomini che si lasceranno portare. Il chimico Charles esperimenta l'applicazione dell'idrogeno e della seta verniciata e vuol fare egli stesso l'ascensione partendo dal Giardino delle Tuileries; Montgolfier taglia solennemente la corda e, per Dio, questo Charles ascende anch'esso, insieme ad un altro! Dieci volte diecimila cuori palpitano; tutte le lingue sono mute dalla meraviglia e dal timore; finchè un applauso, che pare la voce dei mari, lo segue e l'accompagna nel suo selvaggio cammino. A misura che s'innalza s'impicciolisce, finchè diviene un circolo minuscolo, che manda un pallido barlume, come una tabacchiera turgotina, di quelle che noi chiamiamo «Turgotine-platitude»; nuovo Disco lunare in pieno giorno! Finalmente, Charles discende festeggiato da tutti. La Duchessa di Polignac con una brigata d'amici sta aspettando nel Bois de Boulogne, benchè sia una piovigginosa giornata d'inverno, il 1 Dicembre del 1783. L'intera cavalleria di Francia con alla testa il Duca di Chartres va di galoppo a riceverlo.
Bella invenzione: qualche cosa che s'innalza verso il cielo, maestosamente, senza guida! Emblema di tante cose, e sopratutto di questa nostra Età della Speranza; che allo stesso modo sale, sale con tanta leggerezza e tanta maestà; poi resta su in alto ondeggiante, in attesa di precipitare ove vorrà il Fato. Purchè, come Pilâtre, non esploda, e poi ridiscenda tragicamente! Ed è così che gli uomini portati dai palloni, vogliono dare la scalata all'Empireo.
Oppure osservate il Dottor Herr Mesmer che s'aggira nelle sue ampie sale Magnetiche, dal contegno grave e cogli occhi rivolti al cielo,rapito dal suo commercio spiritico; un vero Ierofante Egiziano dell'antichità, che incontriamo in quest'Era moderna. A quando a quando il sacro silenzio vien rotto da una dolce musica, che carezza l'udito. Intorno al Mistero Magnetico, che guardato con occhio indifferente non è altro che un complesso di tubi riempiti d'acqua, fanno circolo senza fiatare, con la bacchetta in mano, le Creature più belle e in voga del tempo; ogni circolo è un vivente Fiore della Passione, che aspetta l'afflato magnetico e un Paradiso in Terra di nuova foggia. Oh uomini, oh donne, quanto è mai grande la vostra fede di infedeli! Notiamo qui il Parlamentare Duport, un Bergasse, un D'Espréménil e anche il chimico Berthollet, che vi si trova per conto di Monseigneur de Chartres.
Figurarsi se l'Accademia delle Scienze coi suoi Bailly, coi suoi Franklin, coi suoi Lavoisier, non fosse intervenuta! Ma essa intervenne e Mesmer intaccò a stento i suoi quattrini e si ritirò. Se ne stia egli a passeggiare in silenzio sulla spiaggia del Bodensee, presso l'antica Costanza, meditando su tante cose. Poichè, di sotto il più strano e nuovo inviluppo di vesti, quell'antica e grande verità, che mai niuna veste potè nascondere, torna a rivelarsi: quella verità che definisce l'uomo quale una miracolosa creatura, che esercita un più miracoloso potere sugli altri uomini, che ha in sè tale una Vita ed è circondato da un tal Mondo, che l'Analisi trionfante con le sue Fisiologie, i suoi sistemi nervosi, la Fisica e la Metafisica, non potrà mai completamente definire, senza dire che non potrà spiegare. Onde il Ciarlatanismo in tutte le età non mancherà d'avere la sua parte.