Fu un bel giorno per Charenton, quel 29 del mese, quando i Fratelli di Marsiglia realmente si videro arrivare. Barbaroux, Santerre e i Patrioti sono andati incontro agli intrepidi Viaggiatori. Il Patriota si stringe al seno il Patriota polveroso; vengono poi la lavanda dei piedi e la refezione, seguita da un «pranzo di milleduecento coperti» alla Meridiana Azzurra, Cadran Bleu, e profonde consultazioni di cui non si sa nulla. Consultazioni che invero non menano a niente; poichè Santerre con la borsa aperta e con la voce alta, non ha quasi più la testa. Frattanto noi passiamo qui la notte: domani sarà la pubblica entrata in Parigi.
Di questa pubblica entrata gli Storici del Giorno, Diurnalisti o Giornalisti, come essi stessi si chiamano, hanno conservato sufficente ricordo. Essi raccontano che uomini e donne di Saint-Antoine, e tutta Parigi, dettero loro fraternamente il benvenuto, fra gli evviva e i battimani sulle strade gremite di popolo; e tutto trascorse nella maniera più pacifica; – solo che i nostri Marsigliesi notarono qua e là delle coccarde di seta e fecero un cenno perchè fossero strappate e sostituite da coccarde di lana; il che fu fatto. Che la Società Madre in corpo venne fino al suolo della Bastiglia per abbracciarli. E che voi allora veniste trionfanti, fino al Palazzo Municipale per essere abbracciati dal Maire Pétion e per lasciare i vostri moschetti nelle Caserme della Nouvelle France non lontane da quel luogo; – poi vi recaste all'Osteria designata negli Champs-Elysées per prendere un frugale pranzo patriottico.
Di tutto ciò le Tuileries indignate potranno avere notizia mediante i loro Biglietti d'Entrata. Gli Svizzeri Rossi guardano con duplicata diligenza le Grate dello Château; – quantunque non vi sia nessun pericolo, non è vero? I Granatieri Bleus della Sezione Filles-Saint-Thomas son là di servizio quel giorno; uomini agiati, come abbiam visto, dalle borse piene, dalle coccarde di nastro; fra cui presta servizio Weber. Una parte di questi ultimi, coi Capitani e parecchie Notabilità dei Feuillants, Moreau de Saint-Méry dai Tremila Ordini, e altri, sono stati a pranzare, con più etichetta, in una Osteria là vicino. Hanno pranzato, ed ora bevono facendo brindisi Lealisti-Patriottici; mentre i Marsigliesi, semplici Patrioti Nazionali, siedono intorno al loro desco frugale dalle ordinarie stoviglie. Come andò la cosa resta anche oggi senza spiegazione; ma il fatto apparente è questo: alcuni di quei Granadiers Filles-Saint-Thomas escono dalla Osteria, forse un po' ilari, ma non certo ebbri dei liquori bevuti; – escono con l'intenzione prestabilita di manifestare ai Marsigliesi o alla moltitudine dei Patrioti di Parigi che vagano in quei dintorni, che essi, i Filles-Saint-Thomas, scrutati nel loro intimo, non sono meno Patrioti di qualsiasi altra classe d'uomini.
Era una temeraria impresa! Perchè, come poteva la moltitudine che s'aggirava per le vie credere un tal cosa, o far altro che riderne, eccitando e suscitando provocazioni? – fin che i Granatieri tirano fuori le sciabole e parte un grido acuto: «A nous, Marseillais, A noi, Marsigliesi!» Con la rapidità del lampo, poichè il pasto frugale non è ancora servito, la Taverna dei Marsigliesi si spalanca, dalla porta, dalle finestre escono correndo, saltando, precipitandosi i Cinquecentodiciassette Patrioti ancora digiuni; e con la sciabola sguainata, si trovano sul luogo della contesa. Volete voi parlamentare, o Capitani dei Granatieri e Personaggi officiali dalle «facce divenute subitamente pallide», come dicono i Testimoni? Il migliore consiglio in quel momento era una pronta ritirata! I Filles-Saint-Thomas si ritirano, indietreggiando prima; poi, ohimè, volgendo le spalle, con triplicata rapidità; i Marsigliesi, secondo un Testimone, «saltano gli ostacoli e i fossi, inseguendoli come leoni: Messieurs, lo spettacolo era imponente».
Così si ritirano inseguiti dai Marsigliesi. La corsa diviene sempre più rapida verso le Tuileries; ove il Ponte levatoio riceve la massa dei fuggitivi; e poi subitamente vien tirato su, e così son salvi; o altrimenti li salva la mota verde del Fossato. Si salva la massa; non tutti; ah, no! Moreau de Saint-Méry, per esempio, essendo troppo grasso, non potè affrettarsi; e ricevè un colpo, nient'altro che un colpo alla scapola, e cadde bocconi; – e così disparve dalla Storia della Rivoluzione. Vi furono tagli e punture nelle parti carnose posteriori; molti lembi d'abiti fatti a brandelli, e altri guasti di vario genere. Ma pel povero Sottoluogotenente Duhamel, innocente Agente di cambio, qual dura sorte! Egli si volse contro il suo o i suoi inseguitori, impugnando una pistola; fece fuoco ed il colpo non partì; prese una seconda pistola e gli accadde lo stesso; poi si mise a correre: disgraziatamente invano. Nella Rue Saint-Florentin lo presero e lo pugnalarono furiosamente: quella fu la fine della Nuova Èra, e di tutte le Ère, pel povero Duhamel.
I Lettori pacifici possono immaginare che specie di benedizione fu questa per la mensa del Patriottismo frugale; anche come il Battaglione dei Filles-Saint-Thomas «venne fuori armato», fortunatamente senz'altre conseguenze; come furono portate accuse alla Sbarra dell'Assemblea, e contro-accuse e difese; mentre i Marsigliesi reclamavano la sentenza di un giurì libero – che mai fu costituito. Noi domandiamo piuttosto, qual sarà mai probabilmente la conclusione di tutte queste cose folli e selvagge che si vanno accumulando? Una fine vi sarà ed il tempo s'approssima! I Comitati Centrali sono in faccende, quello dei Fédérés alla Chiesa dei Giacobini e quello delle Sezioni al Palazzo Civico; così pure le Riunioni di Carra, Camillo e Compagnia al Sole d'Oro. In faccende, come Deità sottomarine, o, se vogliamo, Dei della mota, che lavorano nell'oscurità profonda delle acque; fin che la cosa sia pronta.
E come la Vostra Assemblea Nazionale, simile a una nave che fa acqua, procede senza timone, a sbalzi: le Gallerie gremite di Donne che urlano, di Fédérés, con le sciabole, che mugghiano sulla sua testa, spaventosamente; – ed essa aspetta dove le onde del caso vorranno gettarla, sospettando, anzi essendo conscia, nella sua Sinistra, che una Esplosione sottomarina si stia preparando! Delle Petizioni per la decadenza del Re sono spesso presentate; Petizioni dalla Sezione di Parigi, dalle Città Provinciali Patriottiche; «da Alençon, Briançon e dai Mercanti della Fiera di Beaucaire». Ma che perciò? Il 3 Agosto, il Maire Pétion e la Municipalità vengono a presentare una Petizione per la decadenza, apertamente, con le loro sciarpe tricolori municipali. La decadenza è quanto ormai tutti i Patrioti desiderano e aspettano; tutti i Brissotins la desiderano, col piccolo Principe Reale per Re e noi per protettori su di lui. Enfatici Fédérés chiedono alla Legislativa: «Ci potete salvare, oppure no?» Quarantasette Sezioni hanno aderito alla decadenza; solo quella dei Filles-Saint-Thomas pretende di dissentire. Anzi la Sezione di Mauconseil dichiara che la decadenza, propriamente parlando, è già avvenuta; onde Mauconseil, «da oggi», ultimo giorno di Luglio, «cessa di prestare ubbidienza a Luigi, e lo dichiara innanzi a tutti gli uomini». Un atto che è altamente biasimato, ma che sarà poi altamente lodato; e il nome Mauconseil, Malconsiglio, sarà d'ora innanzi cambiato in quello di Bonconseil, Buonconsiglio.
Il Presidente Danton nella Sezione dei Cordeliers fa un'altra cosa: invita tutti i Cittadini Passivi a prender posto fra quelli Attivi negli Affari della Sezione, poichè un pericolo minaccia tutti. Così fa egli, quantunque Personaggio officiale; Atlante nuvoloso che tutto regge. Inoltre egli cerca di far sì che il Battaglione dei Marsigliesi dal fiero cipiglio sia mandato ad alloggiare alle nuove Caserme, nella sua remota regione del Sud-Est. L'elegante Chaumette, il crudele Billaud, lo sfratato Deputato Chabot, Huguenin con la campana a stormo nel suo cuore, daranno loro il benvenuto. Onde torniamo a ripetere «O Legislatori, potete voi salvarci, oppure no?» Poveri Legislatori, con la loro Legislativa che fa acqua, con l'Esplosione vulcanica sotto di essa! La decadenza sarà discussa il nove Agosto; si spera che il miserabile affare Lafayette possa terminare l'otto.
Vorrà il benigno Lettore dare un'occhiata al Ricevimento mattinale della Domenica del Cinque? L'ultimo Ricevimento mattinale! Da molto tempo non v'era stato, dice Bertrand-Moleville, un così brillante ricevimento, almeno così affollato. Un triste presentimento si scorgeva in ogni volto; gli occhi di Bertrand erano pieni di lagrime. Poichè, invero, di là dalla Fascia tricolore sulla Terrazza dei Feuillants, alla Legislativa si discute; le Sezioni sfilano, tutta Parigi è in moto quella Domenica, chiedendo la Déchéance . Qui, frattanto, nell'interno della Fascia tricolore, una grande proposta si fa innanzi per la centesima volta, di trasportare Sua Maestà a Rouen, al Castello di Gaillon. Gli Svizzeri a Courbevoye sono pronti; tante cose sono pronte; la Maestà stessa sembra pronta. Senonchè, per la centesima volta, quando s'avvicina il momento d'agire, s'arretra; e scrive, dopo che si è atteso, palpitanti, una interminabile giornata d'estate, che «egli ha ragione di credere che l'Insurrezione non sia poi così matura come si suppone». Al che Bertrand-Moleville prorompe «in un accesso di collera e di disperazione, d'humeur ed de désespoir».