Capitolo XI IL RAPPRESENTANTE EREDITARIO

Eppure non è con le danze della Carmagnola e col canto del ça-ira, che può farsi il lavoro. Il Duca Brunswick non danza la Carmagnola, ma ha messo in moto i suoi sergenti istruttori.

Alle Frontiere, i nostri Eserciti, sia tradimento o no, si comportano peggio che mai. Dovremo dire che le truppe sono mal comandate? Che sono intrinsecamente cattive? Che sono senza comando, indisciplinate, sediziose; che in una trentina d'anni di pace non hanno mai visto il fuoco? In ogni caso, i piccoli scontri di Lafayette e di Rochambeau, che essi fecero nelle Fiandre Austriache, avevano mal fruttato, come deve accadere dei piccoli scontri; i soldati sono colpiti da terrore alla vista della propria ombra; gridano a un tratto: «On nous trahit», e scappano via in preda a un panico selvaggio al primo colpo o prima; – affrettandosi solo a impiccare due o tre prigionieri di cui s'erano impadroniti, e a massacrare il proprio Comandante, il povero Théobald Dillon, da loro trascinato in un granaio della Città di Lille.

E il povero Gouvion – che si mostrò così inabile nell'Insurrezione delle Donne? Gouvion lasciò l'Aula Legislativa e i doveri Parlamentari, disgustato, e disperato, quando quei Galeotti di Château-Vieux vi furono introdotti. Egli disse: «Fra gli Austriaci e i Giacobini non v'è altro che la morte d'un soldato»; e così, «nella notte oscura e tempestosa», egli s'è cacciato nella gola del cannone austriaco, ed è perito in una scaramuccia a Maubeuge il nove Giugno. E il Patriottismo Legislativo ne prenderà il lutto, commemorandolo nello Champ-de-Mars con paramenti funebri e melodia; molti Patrioti possono essere stati più abili di lui, nessuno più sincero. Lo stesso Lafayette si mostra in tutto dubbioso; in cambio di battere gli Austriaci, è sul punto di scrivere per denunciare i Giacobini. Rochambeau, addirittura sconsolato, lascia il servizio; resta solo quel ciarliero di Luckner, il vecchio Granatiere Prussiano.

Senza Eserciti, senza Generali! E la Notte Cimmeria s'addensa; mentre Brunswick prepara il suo proclama; proprio sul punto di mettersi in marcia. Dicano un Ministero Patriottico e una Legislativa: che faranno in simili circostanze? Sopprimiamo i nemici interni per prima cosa, risponde la Patriottica Legislativa; e il 24 Maggio propone il suo Decreto per l'esilio dei Preti. Bisogna radunare anche dei nuclei di determinati amici interni, aggiunge il Ministro della Guerra Servan, e propone, il 7 Giugno, il suo Campo dei Ventimila. Ventimila Volontari Nazionali, presi Cinque in ogni Cantone; Patrioti scelti, poichè Roland è Ministro dell'Interno; essi dovranno riunirsi qui in Parigi; e provvedere alla difesa, abilmente progettata, contro gli Austriaci all'estero e il domestico Comitato Austriaco. Ecco tutto ciò che possono fare un Ministero Patriottico e una Legislativa.

Per quanto questo Campo apparisca ragionevole e abilmente architettato a Servan e al Patriottismo, non appare tale al Feuillantismo e a quello Stato Maggiore Feuillant-Aristocratico che è a guardia di Parigi: uno Stato Maggiore che sarebbe necessario sciogliere. Questi uomini veggono nel Campo di Servan un'offesa; ed anche, come pretendono di dire, un insulto. Onde giungono Petizioni da parte dei Feuillants bleus colle spalline; che sono mal ricevute. E alla fine arriva una Petizione, detta «delle Ottomila Guardie Nazionali»; con una quantità di nomi, compresi nomi di donne e di fanciulli. Questa famosa Petizione degli Ottomila finisce coll'essere ricevuta; e i Firmatari, tutti armati, sono ammessi all'onore della seduta – se mai vi saranno onori, se mai vi sarà una seduta; poichè, come le loro baionette appaiono ad una delle porte, l'Assemblea si «aggiorna», e si accalca all'altra porta.

Di più, proprio in quei giorni, è deplorevole il vedere che le Guardie Nazionali, mentre scortano la processione della Fête-Dieu o Corpus-Christi, agguantano e colpiscono con le sciabole tutti i Patrioti che non si scoprono al passare dell'Ostia. Puntano le loro baionette sul petto del Beccaio Legendre, un noto Patriota fin dal tempo della Bastiglia, e minacciano di massacrarlo; quantunque egli se ne stia perfettamente rispettoso, egli dice, nel suo Biroccio, alla distanza di cinquanta passi, aspettando la fine, Femmine ortodosse, intanto, urlano perchè sia messo alla Lanterne .

A tal punto è giunto il Feuillantismo in questo Corpo, ed è ben naturale; poichè non sono i suoi Ufficiali creature del capo dei Feuillants, Lafayette? Anche la Corte, naturalmente, ha trescato con loro; carezzandoli fin dalla dissoluzione della cosidetta Guardia Costituzionale. Alcuni Battaglioni sono addirittura «pétris, impastati», di Feuillantismo; Aristocratici nel fondo; per esempio il Battaglione dei Filles-Saint-Thomas, formato di Banchieri, Agenti di cambio e d'altri denarosi della Rue Vivienne. Il nostro degno e vecchio Amico Weber, Fratello di latte della Regina, porta il fucile in quel Battaglione, – si può giudicare con qual grado d'Intento Patriottico.

Noncurante di tutto questo, o piuttosto preoccupata di questo stato di cose, la Legislativa, spalleggiata dalla Francia Patriottica e dal senso della Necessità, decreta questo Campo dei Ventimila. Il decisivo, benchè condizionale Bando dei cattivi Preti, è già decretato.

Si vedrà ora se il Rappresentante Ereditario è per noi o contro di noi. Se è o non è; a tutti gli altri nostri malanni si doveva aggiungere quest'altro più intollerabile di tutti: che ci rende non una Nazione minacciata da un estremo pericolo e in estremo bisogno; ma il paralitico Solecismo d'una Nazione; avvolta in una Veste Costituzionale che non è altro che un sudario; con la nostra mano destra incollata nella nostra sinistra; per attender qui, contorcendoci nell'angoscia, inabili a muoverci dal posto, fin che stretti dalla Corda Prussiana non saliamo le forche. Che il Rappresentante Ereditario se ne renda ben conto: il Decreto dei Preti? Il Campo dei Ventimila? In nome del Cielo, egli risponde:Veto! Veto! – Il rigido Roland trasmette la sua Lettera al Re, o meglio la Lettera che Madame Roland scrisse tutta in una seduta: una delle lettere più franche che siano mai state dirette a un Re. Questa franca Lettera il Re Luigi ha l'agio di leggerla nella serata. Infatti, egli la legge, la manda giù; e al mattino seguente tutto il Ministero Patriottico trova che ha fatto il capitombolo. È il 13 Giugno 1792.

Dumouriez, l'uomo dai molteplici consigli, con un Duranthon nominato Ministro della Giustizia, a dir vero indugia per un giorno o due, in una maniera alquanto sospetta; parla con la Regina, piange, si può dire, con lei; ma alla fine anch'egli parte, per recarsi ov'è l'esercito, lasciando che un qualche Ministero e dei Ministri Non-Patriottici o Semi-Patriottici prendano il timone. Non li nominate quei Ministri; sono Fantasmi soggetti a rapidi mutamenti, che girano come figure di lanterna magica; più che mai spettrali!

Sventurata Regina, sventurato Luigi! I due Veti erano tanto naturali; non sono dei martiri i Preti? e non sono amici? Questo Campo dei Ventimila sarebbe forse altro che il campo dei più violenti Sanculotti? Ciò è naturale; eppure la Francia non può tollerarlo. I Preti che cooperano con Coblenz debbono portare altrove il loro martirio; solo i violenti Sanculotti, e non altra specie di creature respingeranno gli Austriaci. Se tu preferisci gli Austriaci, per amor del Cielo, va a raggiungerli. Se no, congiungiti francamente con chi fa loro opposizione fino alla morte. Non c'è via di mezzo.

Ohimè, qual'era la via estrema rimasta ormai a un uomo come Luigi? Dei Realisti di sottomano, l'Ex Ministro Bertrand Moleville, l'Ex Costituente Malouet, e ogni specie d'individui incapaci di dare aiuto, danno consigli su consigli. Col viso animato dalla speranza, volto ora all'Assemblea Legislativa, ora all'Austria e a Coblenz e in genere tutt'intorno al Capitolo delle Probabilità, un antico Reame si trascina barcollando non si sa verso qual luogo, sul torrente delle cose.

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