Quando il cuore è pieno, cerca per mille ragioni, in mille modi di espandersi. Com'è dolce, com'è indispensabile in tali casi la compagnia; un'anima che misticamente rafforza un'anima! I meditativi Tedeschi, al dire di alcuni, sono stati d'opinione che l'Entusiasmo in genere non significhi altro che eccessiva Riunione – Schwärmen o Schwärmerei. Dopo tutto non vediamo noi come dei residui di fuoco semispento, messi insieme, producono la più viva incandescenza?
In una Francia siffatta, le Riunioni di gregarî necessariamente si moltiplicheranno, s'intensificheranno. La Vita francese uscirà fuori di casa e, da domestica che era, diverrà la Vita pubblica del Club. I vecchi Clubs, germogliati prima, crescono e fioriscono; di nuovi ne spuntano ovunque; è questo il simbolo sicuro dell'Inquietudine sociale; in tal maniera, ch'è la più infallibile di tutte, l'Inquietudine sociale si mette in mostra, trovando conforto e quindi nutrimento. In ogni testa francese ondeggia ora, vuoi pel terrore, vuoi per la speranza, una qualche profetica pittura d'una Nuova Francia: profezia che trae seco il suo compimento, o che è già il suo stesso compimento; e in tutti i modi, consapevolmente, opera verso questo fine.
Osservate frattanto, come il Principio Associativo, per poco che abbia preso terreno, va sempre diramandosi, e con progresso geometrico; osservate come nel mentre tutto il mondo, in un tal tempo plastico, si va formando in clubs, il più forte o il più fortunato, per attrazione favorevole, per azione vittoriosa diviene sempre più forte, finchè diviene incommensurabilmente potente; e tutti gli altri allora, con la loro forza, o sono amorevolmente assorbiti in esso, o ostilmente aboliti per opera sua. Ciò se lo spirito clubistico è universale, se l'epoca è plastica. Abbastanza plastica è l'epoca, universale lo spirito clubistico. Un club per eccellenza che tutto assorba non può mancare.
Qual progresso dal primo punto saliente del Comitato Breton! Esso lavorò lungamente in segreto, e non languidamente; è venuto con l'Assemblea Nazionale a Parigi; si dà il nome di Club, forse per imitare, come si crede, quei generosi Inglesi del Price Stanhope che mandarono le loro congratulazioni; si chiama Club della Rivoluzione Francese, e presto, con più originalità, si chiamerà Club degli Amici della Costituzione. Di più esso ha preso in affitto per una grossa pigione l'Aula del convento dei Giacobini, uno dei nostri «edifizî superflui»; e di là, adesso, in questi mesi di primavera, comincia a risplendere su Parigi in ammirazione. E così a grado a grado col titolo popolare più breve di Club dei Giacobini, resterà memorabile in ogni tempo, in ogni paese. Date un'occhiata all'interno: banchi e sedie solidi, ma modesti; Milletrecento patrioti scelti; non pochi membri dell'Assemblea. Si veggono colà Barnave, i due Lameth; occasionalmente Mirabeau, immancabilmente Robespierre; anche il viso di furetto di Fouquier-Tinville con altri legali; Anacarsi della Scizia prussiana, e una miscellanea di Patrioti, quantunque tutto sia ancora nel più perfetto stato di pulizia, decente, anzi dignitoso. Non mancano il Presidente sulla piattaforma, il campanello presidenziale, la Tribuna degli oratori posta in alto, nè le tribune pel pubblico, dove prendono posto anche le donne. Ha qualche Società francese di antiquarî osservato quel contratto scritto di locazione dell'Aula nel Convento dei Giacobini? O fu esso, più sfortunato della Magna Charta, ritagliato da sacrileghi sarti? La Storia universale non è indifferente a questo.
Questi amici della Costituzione si sono riuniti principalmente, come il loro nome può far presentire, per prender parte alle Elezioni quando una Elezione ha luogo, e per trovare le persone idonee; e ancora per consultarsi in genere, perchè la Cosa pubblica non abbia a soffrir danno; non si sa per ora in che modo. E invero fate che due o tre persone si trovino riunite in qualsiasi luogo, che non sia la Chiesa, ove tutti sono tenuti a uno stato passivo, nessun mortale potrà dire con precisione, e al pari degli altri essi medesimi, per che cosa si trovino riuniti. Quante volte il barile sturato è stato causa, in cambio di gioia e di effusione, di duelli, di rottura di teste; e la festa promessa è divenuta una Festa di Lapiti! Questo Club dei Giacobini, che in sulle prime brillò di splendore, e fu creduto un nuovo Sole celeste venuto ad illuminare le Nazioni, dovette, come tutte le cose, attraversare le sue fasi segnate; arse sfortunatamente più livido, sempre più sulfureo, folle; – e infine si librò attraverso il Cielo stupido, come un Prodigio Infernale, come una fosca Prigione fiammante di Spiriti in pena.
E la sua forma di eloquenza? Rallegrati, Lettore, che non la conoscesti, che non potrai mai conoscerla perfettamente. I Giacobini pubblicarono un Journal des débats, dove quelli cui basta l'animo, possono riscontrarvi: un'Eloquenza patriottica appassionata e uggiosa; implacabile e infeconda, eccetto per la Distruzione, che fu realmente l'opera sua; un'opera delle più tediose, quantunque delle più letali. Felicitiamoci che l'Oblio copra tante cose; che ogni carogna è tosto sepolta nel seno della Terra verde, la quale diviene per ciò stesso più verde. I Giacobini sono sepolti; ma non è sepolta la loro opera; essa continua, come può, a «fare il giro del mondo». E si potè vederla di recente, per esempio, col petto nudo e l'occhio sfidante la morte lassù nel greco Missolungi; strana cosa, l'antica Ellade addormentata è stata risuscitata, in un sonnambulismo che presto diverrà completo risveglio, da una voce della Rue St.-Honoré! Tutto muore, noi sogliamo dire, meno lo spirito dell'uomo e di ciò che l'uomo fa. Così, non è forse svanita la stessa Casa dei Giacobini, restandone un fievole ricordo nella mente, dei vecchi? Il Mercato St.-Honoré l'ha spazzata via, ed ora là, dove una fosca eloquenza, come una tromba del Destino, una volta scosse il mondo, è un pacifico mercanteggiare sul pollame e sulla verdura. La stessa Aula sacra dell'Assemblea Nazionale è divenuta suolo pubblico! La piattaforma del Presidente è solcata dai carri e dalle carrette, poichè vi corre la Rue de Rivoli. In realtà, al canto del gallo (di questo o di quel gallo), ogni Apparizione si fonde e si dissolse nello spazio.
I Giacobini di Parigi diverranno «la Società Madre, Société Mère», ed ebbero fino a «trecento» figliuole, dalla lingua squillante, in «diretta corrispondenza con lei». Di corrispondenti indirette, che noi potremmo dire figlie delle sue figlie e minuta progenie, essa ne contava «quarantaquattromila!» – Ma pel momento noi non facciamo che notare due cose: la prima delle quali è un semplice aneddoto. Una notte due confratelli Giacobini stanno a guardia della porta, poichè i Membri prendono questo posto di dovere e di onore per turno, e non ammettono alcuno che non abbia il biglietto; una delle guardie della porta era il degno Sieur Laïs, un patriota cantante dell'Opéra, che ora è sovraccarico d'anni e la cui trachea è da lungo chiusa senza risultato; l'altro, giovane, chiamato Luigi Filippo, è il primogenito di D'Orléans, che di recente, dopo casi inauditi, è divenuto Cittadino-Re, e lotta per regnare un po' di tempo. Ogni carne è erba: erba che cresce alta come la canna, o rasenta il suolo.
La seconda cosa che dobbiamo notare è storica; cioè. che la Società Madre, anche in questo suo rifulgente periodo, non può contentare tutti i suoi Patrioti. Già essa deve mettere fuori, per così dire, due sciami insoddisfatti, uno di destra e uno di sinistra. Un partito giudica i Giacobini troppo tiepidi, e si costituisce in Club dei Cordeliers; un club più ardente è l'elemento di Danton, con cui va Desmoulins. L'altro partito, al contrario, che crede i Giacobini troppo focosi, fugge a destra, e diviene «Club del 1789, degli Amici della Costituzione Monarchica». È chiamato poi «Club dei Feuillants», essendo il loro punto di ritrovo il Convento dei Feuillants. Lafayette è, o diviene, il loro capo, sostenuto dai Patrioti rispettabili d'ogni luogo, dalla massa della Proprietà e dell'Intelligenza, con la più brillante prospettiva. Essi in questi dì di giugno del 1790 fanno un solenne banchetto nel Palais Royal con le finestre aperte; acclamati dal popolo, con brindisi e con canzoni eccitanti – con una canzone almeno delle più miserevoli che si siano mai cantate. Essi saranno poi nel tempo debito fischiati, scagliati oltre i confini, nella notte Cimmeria.
Un altro Club essenzialmente Monarchico o Realista, il «Club des Monarchiens», quantunque sia un club fornito di larghi fondi, e tutti seggano sui divani di damasco, non riesce a raccogliere neppure il più piccolo e momentaneo applauso; suscita solo scherni e grugniti; – finchè, in ultimo, alcuni patrioti, disordinatamente e in buon numero, vi penetrano una notte o più notti, e gli danno il colpo di grazia. Solo prospera sarà la Società Madre e la sua famiglia. Gli stessi Cordeliers possono, per così dire, rientrare nel suo seno, che sarà divenuto caldo abbastanza.
Aspetto fatale! Non sono queste Società un Nuovo ordine incipiente della Società stessa? È il principio aggregativo che opera di nuovo in una società antiquata che cade in rovina, che si dissolve in macerie e negli atomi primitivi?