Capitolo III LA RIVISTA

Con la Fame e con una teoria costituzionale dei verbi difettivi che procede innanzi, ogni altro eccitamento è concepibile. Questo è uno scotimento universale, una cernita della Vita francese; nel cui corso, qual moltitudine di gente posta in basso, è spinta, per una sola cosa, alla sommità, ove si pone a lavorare alacremente!

Il veterinario Marat, oramai in vista come Simone Stilita, noi già lo conosciamo; conosciamo lui ed altri saliti in alto. Questi sono i semplici campioni di ciò che viene, che sta venendo incessantemente dal regno della Notte! – Chaumette, presto Anassagora Chaumette, fa già la sua apparizione: mellifluo tra i gruppi delle strade; non come un mozzo sull'albero alto e vertiginoso, ma come un mellifluo tribuno della plebaglia, dai lunghi capelli ricciuti, che arringa ad ogni angolo di via; abile sub-direttore di giornali anche; che s'eleverà – fino al patibolo. Lo scrivano Tallien, anch'egli sub-direttore di giornali, diverrà un abile direttore e qualcos'altro ancora. Il bibliopola Mormoro, il tipografo Prudhomme, vedono aprirsi nuovi commerci; Collot d'Herbois, calpestando una passione, si ferma sul margine della carriera di Tespi; ascolta con la sua testa nera e folta il rumore del dramma del mondo: che la Mimetica stia per divenire Reale? Voi lo fischiaste, o uomini di Lione? Meglio avreste fatto ad applaudirlo!

Felici davvero, per ogni specie di Mimetica, gli uomini semi-originali! Il parlar gonfio e spavaldo, con più o meno di sincerità, che non ha bisogno di essere in tutto sincero, ma che val meglio quanto più è sincero, ha probabilità d'andare lontano. Dovremo noi dire che l'elemento rivoluzionario si rende sempre più raro, in modo che i corpi sempre più e più leggeri vi galleggeranno; finchè non resterà a nuotare che una vescica gonfia! La ristrettezza di mente e poi la veemenza, l'improntitudine, l'audacia, tutto sarà buono; bisognerà solo aggiungere queste due cose: la scaltrezza e dei buoni polmoni. Va presupposta la buona fortuna. Onde, di tutte le classi noi osserviamo che quella che più si distingue è la classe degli Avvocati; ad esempio, Bazire, Carrier, Fouquier-Tinville, il Capitano Bourdon della Basoche; ed è più che abbastanza. Queste figure la Notte emetterà dal suo seno gravido di meraviglie, uno sciame dopo l'altro. Di un altro sciame, più e più fitto, che sorge dalle cavità più profonde e che non ancora si è presentato all'occhio meravigliato, composto di Ladruncoli di sgoccioli di candele, di Servi ladri, di Frati sfratati e di tanti Hébert, Henriot, Ronsin, Rossignol, permetteteci di parlarne quanto più tardi è possibile.

Così, sulla Francia produce movimento ogni cosa che ha in sè ciò che i Fisiologi chiamano irritabilità e viemaggiormente coloro la cui irritabilità si è perfezionata in vitalità, in visione reale, in forza di volontà! Tutto è in movimento; e quelli che non sono a Parigi si affollano a quella volta. Sempre più e più grande diviene il Presidente Danton nella sua Sezione dei Cordeliers; i suoi tropi rettorici sono tutti «giganteschi»: l'energia si sprigiona dai suoi neri sopraccigli, minaccia nella sua atletica figura, romba nel tono della sua voce, che «echeggia sotto le volte»: anche quest'uomo, come Mirabeau, ha un naturale occhio, e comincia a scorgere ove tende il Costituzionalismo, quantunque con un'aspirazione diversa da quella di Mirabeau.

Notate, d'altra parte, come il Generale Dumouriez ha lasciato la Normandia e le Dighe di Cherbourg, per venire – si può indovinar dove. È la sua seconda od anche la terza prova a Parigi, dacchè incominciò questa nuova Èra; ma ora fa proprio sul serio, poichè egli ha lasciato ogni altra cosa. Uomo a scatti, elastico, infaticabile, la cui vita non era che una battaglia e una marcia! No, non una creatura di Choissul: «la creatura di Dio e della mia spada», egli rispondeva fieramente in altri tempi. Scagliandosi sulle batterie corse, sotto una mortale grandine di fuoco; districandosi invincibile di sotto il suo cavallo a Closterkamp nei Paesi Bassi, quantunque «avvinto dal ferro della sua staffa, schiacciato e con diciannove ferite»; inflessibile, minaccioso, ridotto agli estremi come una sentinella avanzata, sui confini della Polonia; intrigando, battagliando nel gabinetto e sul campo; ramigando lontano, oscuro, come spia del Re, o chiuso, ammaliato nella Bastiglia; duellando, scrivendo pamphlets, facendo progetti e lottando fin dal giorno della sua nascita – l'uomo era giunto a quel punto. Come frenato e come irrefrenabile! Al pari di uno spirito incarnato in prigione, qual'era difatti, forava i muri di granito per la liberazione, e da quei muri uscivano guizzi di fuoco. Ed ora il terremoto generale è venuto a squarciare anche la sua caverna? Più giovane di venti anni, che non avrebbe mai fatto! Ma la sua capigliatura si adombra di grigio; la via del suo pensiero è tutta tracciata, militarmente. Egli non può più divenire, e il nuovo mondo è in pieno sviluppo. Noi lo chiameremo, dopo tutto, uno degli Svizzeri del Cielo; senza fede; desideroso sopratutto di operare, da un lato odall'altro. E v'è lavoro per lui, ed egli lo compirà.

Non solo dal suolo di Francia, turbe agitate muovono verso Parigi, ma da tutte le parti d'Europa. Ov'è la carogna, verso quel punto convergono le aquile. Pensate quanti, come lo Spagnolo Guzman, come Fournier della Martinica detto «Fournier l'Américain», come l'Ingegnere Miranda venuto fin dalle Ande, accorrevano od erano già accorsi.

Il Vallone Pereyra potrebbe vantarsi della più strana parentela; dicono, che il Principe Kaunitz, il diplomatico, l'abbia lasciato cadere distrattamente, come un uovo di struzzo, per essere covato dal Caso – e mutato in un mangiatore di struzzi! Gli Ebrei o i Tedeschi Frey fanno affari nella grande cloaca dell'Aggio, la quale, per via dell'Assignat a corso forzoso, s'è trasformata in una matrice di cani morti. Lo Svizzero Clavière non potrebbe fondare nessuna Colonia Sociniana di Ginevrini in Irlanda; ma anni addietro egli si fermò, profetico, innanzi al palazzo del Ministero a Parigi, e disse, che gli era sorto in mente il pensiero che egli un giorno sarebbe stato Ministro, e si pose a ridere. Lo Svizzero Pache, inoltre, dal cranio lucido e dal vivere frugale, è la meraviglia del suo vicolo ed anche dei vicoli circonvicini, per la sua umiltà di animo e il pensiero più profondo di quello della maggior parte degli uomini. Resta là, Tartuffe, finchè è necessario! O italiano Dufourny, o Fiammingo Proly, migrate tutti qua dentro, voi tutti bipedi da preda! Venga chiunque ha la testa calda. Oh! tu dall'animo sbrigliato; sia il caos di ciò che non si è svolto ancora o il caos della ruina; venga chi non può rendersi noto e chi è già molto noto; se tu hai qualche facoltà vendibile; se tu non hai che edacità o loquacità, vieni! Ed essi vengono; con un caldo entusiasmo nel cuore; come pellegrini verso un altare miracoloso. Quanti anzi ve ne sono che vengono come Oziosi girovaghi, senza uno scopo determinato; n'è piena l'Europa di costoro, che vengono in cerca di qualche cosa! Allorchè voi battete la frasca su cui stanno gli uccelli sorpresi dalla notte, essi si precipitano verso qualche luce. Così, anche il Barone Federico Trenck è qui, sbalordito, mezzo accecato dalle celle di Magdeburgo; minotauriche celle; ed ha perduto la sua Arianna! Cosa strana: Trenck, in questi tempi, vende vino; a dir vero, non in bottiglie, ma in legno.

Nè la nostra Inghilterra manca dei suoi missionari. Essa ha il suo salvatore Needham; al quale fu solennemente offerta una «spada civica» – che da tempo è arrugginita nell'inerzia. Ha il suo Paine, il ribelle Fabbricante di busti; spettinato; il quale pensa che egli solo, un semplice cucitore, fece libera l'America, col suo pamphlet il Senso Comune; e che egli può e vuole render libero tutto questo Mondo e forse anche l'altro. L'Associazione costituzionale Price-Stanhope manda le sue congratulazioni; bene accolte dall'Assemblea Nazionale, quantunque non si tratti che di un semplice club di Londra, che Burke e il Torismo guardano bieco.

Anche su te, per amore del paese, o Cavalier Paul Jones, si spenda o si sprechi una parola! In una scolorita uniforme navale, Paul Jones appare qui, nella sua lenta andatura; come un otre da vino dal quale tutto il vino sia stato tolto! Come il fantasma di sè stesso! La sua voce, alta un tempo, è fioca; appena udibile, eccetto che, con tedio estremo, nelle anticamere ministeriali, e in una o in un'altra sala da pranzo, ove si è caritatevolmente memori del passato. Quale mutamento: essere giunti al vertice e poi declinare! Non ora, povero Paolo, tu appari pensoso alla riva del Solway a piè del nativo Criffil, fra le azzurre montagne del Cumberland, nell'azzurro Infinito; circondato dalla parsimonia, dall'umile amicizia; tu stesso giovane e folle, anelante d'andar lontano, o almeno di partirti di là. Sì sì, oltre quel Promontorio di zaffiro che è chiamato St. Bees, per poco che ci si avvicini, v'è un mondo. Un mondo che anche tu dovrai gustare! Di lontano White Haven innalza i suoi nugoli di fumo; terribile ma innocuo. L'orgoglioso Forth trema sotto il gonfiarsi delle sue vele, se il vento non cambia d'un subito. I mietitori di Flamborough, rincasando, si fermano a lato del monte: che cosa è mai quella nuvola sulfurea che sprizza lingue di fuoco? È un combattimento di galli in mare e dei più ardenti; ove il Britannico Serapis e il Franco-americano Bon Homme Richard si avvincono e si strozzano a vicenda, alla loro maniera; ed ecco che il valore disperato ha soffocato il valore risoluto, e Paul Jones anch'egli è fra i Re del Mare!

Le acque Eusine e quelle della Meotide ti provarono prima, e i Turchi dalla lunga sottana, o Paolo; e la tua anima fiera s'è sciupata in tante contraddizioni: – per nulla. Poichè nelle terre lontane, con lo scarlatto Nassau-Siegens, con le imperiali Caterine peccatrici, non s'è forse spezzato il tuo cuore, precisamente come a casa, nella mediocrità? Povero Paolo! La fame e l'avvilimento danno l'impronta ai tuoi passi cadenti; una o due volte al più, in questo tumulto di Rivoluzione emerge la tua figura, muta, spettrale, «come alla luce incerta delle stelle». E alfine quando la luce è addirittura scomparsa, una Legislatura nazionale ti accorda «un funerale solenne!» Sarebbe stato lo stesso la campana della chiesa presbiteriana, e sei piedi di terra scozzese fra la polvere dei tuoi cari. Tale è il mondo che si trova di là del Promontorio di St. Bees. Tale è la vita dell'umanità peccatrice quaggiù.

Ma di tutti gli stranieri, di gran lunga il più notevole per noi è il Barone Giovanni Battista de Clootz; – o, mettendo da parte i nomi di battesimo e il feudalismo, Anacarsi Clootz da Cleves, cittadino del mondo. Poni mente a lui, giudizioso Lettore. Tu hai conosciuto suo Zio, l'astuto e profondo Cornelius de Pauw, che senza pietà distrugge le più care illusioni, e dice che quei bellissimi Spartani antichi altro non sono che i moderni scannatori Mainoti. Della stessa stoffa è Anacarsi: metallo infuocato pieno di scorie, che avrebbero dovuto e potuto essere fuse, e non saranno. Egli è andato vagando in questo Pianeta terraqueo; in cerca, si può dire, di quel Paradiso, che da molto tempo abbiamo perduto. Egli ha visto l'Inglese Burke; è stato visto dall'Inquisizione del Portogallo; ma è andato ramingo, ha combattuto, ha scritto, e scrive tuttora, fra le altre cose, l'«Evidenza della Religione Maomettana». Ma ora, come lo Scita suo padrino adottivo, egli si ritrova nella Parigi-Atene, che sarà, alfine, il rifugio della sua anima. Aggressivo, bene accetto nei pranzi Patriottici; uomo gaio, anzi di spirito; avventato, mordace, largo di borsa; vestito inappuntabilmente, quantunque non vi fosse mortale che disprezzasse più di lui il vestire. Sotto ogni veste Anacarsi cerca l'uomo; nè lo Stilita Marat calpesta più liberamente i vestiti, se essi non contengono un uomo. Tale è la fede di Anacarsi: che vi sia un Paradiso da scoprire; che ogni costume deve racchiudere un uomo. O Anacarsi, è questa la tua fede arrischiata e che va troppo in là! Su questo piede, a me sembra tu hai spiccato il salto per la Città di In-nessun-Luogo; e vi perverrai! Almeno, diciamo, arriva in attitudine di buon cavaliere; il che al postutto è qualche cosa.

Tante nuove persone e tante nuove cose sono venute ad occupare questa Francia. Il suo antico Linguaggio e il suo pensiero, e l'Attività che emana da essi vanno subendo un mutamento, fermentando verso uscite ignote. Al contadino più indolente quando siede sopraffatto dal lavoro, di sera, presso il suo focolare è venuta un'idea: quella degli Châteaux bruciati, degli Châteaux combustibili. Come sono mutati i Caffè nella Provincia o nella Capitale! L'Antre de Procope ha ora altre questioni da risolvere oltre quella delle Tre Unità Stagirite; non le controversie del teatro, ma una controversia mondiale. Colà nell'antica moda del codino, o con le moderne teste alla Bruto, i logici della chioma arricciata tumultuano e il Caos siede arbitro. L'incessante melodia dei salnoi di Parigi ha preso un nuovo tono profondo: ininterrotta; che è stata udita anche dal Cielo in ascolto, fin dal tempo di Giuliano l'Apostata, e prima ancora: folle ora come per lo innanzi.

L'Ex-censore Suard, ex, perchè abbiamo la libertà della Stampa, lo si può vedere là, imparziale ed anche neutrale. Il tiranno Grimm volge gli occhi a un problematico Tempo a venire. L'Ateo Naigeon, prediletto discepolo di Diderot, canta, con la sua voce sottile e stentata, l'avvento d'una felice aurora. Ma d'altra parte quanti Morellet, quanti Marmontel, che avevano seduto tutta la loro vita covando uova filosofiche, che ora schiamazzano in uno stato che confina con la follìa innanzi alla covata che hanno fatto schiudere! Era così piacevole vedere coronato nei saloni il proprio Teorema Filosofico dimostrato, ed ora della gente infatuata non vuole più appagarsi del metodo speculativo, ma avere la Pratica.

Osservate anche là la precettrice Genlis, o Sillery, o Sillery-Genlis – poichè nostro marito è nello stesso tempo Conte e Marchese ed abbiamo più d'un titolo. Pretenziosa, vacua, puritana, eppure senza fede; consigli oscuri con parole senza saggezza! Giacchè, è nel sottile elemento delle donne sentimentali e distinte che Sillery-Genlis opera; essa di buon grado vorrebbe esser sincera, eppure non può divenire più sincera del Convenzionalismo sincero, Convenzionalismo di varie forme, che va a finire nella forma devota. Pel momento, su di un collo ancora di moderata bianchezza, ella porta come gioiello una Bastiglia in miniatura, incisa in semplice pietra bigia, ma pietra bigia della Bastiglia. Il signor Marchese è una delle creature di D'Orléans, nell'Assemblea Nazionale e altrove. Madama, dal canto suo, educa una giovane generazione di D'Orléans nella più sopraffina moralità che le è possibile; frattanto dà conto alquanto enigmaticamente della bella Mademoiselle Pamela, la Figliuola che ella ha adottata. E ella, nel salone del Palais Royal; – dove notiamo lo stesso D'Orléans, che a dispetto di Lafayette è tornato da quella sua «missione» inglese, di certo non piacevole per lui; perchè gl'Inglesi non volevano parlargli, e Santa Hannhah More d'Inghilterra, a differenza di Santa Sillery-Genlis di Francia, lo vide schivato, nei giardini del Vauxhall, come un appestato, col suo impassibile volto rosso-violaceo, reso per quanto era possibile più cupo.

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