Capitolo V L'ISPETTORE MALSEIGNE

Dell'Ispettore Malseigne noi discerniamo, per luce diretta, che egli è di «statura erculea», e desumiamo, con probabilità di apporci al vero, che egli ha un truce viso dai lunghi mustacchi, – poichè gli Ufficiali Realisti ora non si radono più il labbro superiore; che egli ha un indomabile cuore taurino; e anche, sfortunatamente, una dura testa taurina.

Il Martedì del 24 Agosto 1790 apre la seduta quale Commissario Ispettore, e convoca i «caporali eletti e i soldati che sanno scrivere». Egli trova che i Conti dello Château-Vieux sono complicati, in modo da richiedere tempo e riflessione; prende ad arringare e a sermoneggiare, e finisce fra un mormorio che si fa sentire. Il mattino seguente riconvoca la seduta, non al Palazzo di città come i prudenti Municipali consigliavano, ma di nuovo in caserma. Ma, per disgrazia, lo Château-Vieux, avendo brontolato tutta la notte, non vuole ora più sentir parlare di tempo e di riflessione; dalla riprensione egli passa all'insulto, a cui si risponde con continui gridi di: «Jugez tout de suite», che suscitano la collera di Malseigne, il quale s'impenna e cerca di ritirarsi. Senonchè lo Château-Vieux, tumultuando per tutta la corte della caserma, ha le sentinelle ad ogni uscita; e come il Malseigne chiede di uscire, non gli viene accordato, quantunque il Comandante Denoue lo appoggi; non si ottiene altra risposta che: «Jugez tout de suite». Ecco il problema!

Il Malseigne dal cuore di toro sguaina la spada; e vuole ottenere a viva forza l'uscita. Ne segue confusione e tumulto. La spada di Malseigne si spezza; egli dà di piglio alla spada del Comandante Denoue: la sentinella è ferita. E, poichè si ha ripugnanza di uccidere Malseigne, egli giunge a forzare l'uscita, seguito dallo Château-Vieux tutto in disordine: un vero spettacolo per Nancy. Malseigne cammina a passo affrettato, ma senza correre, volgendosi di tanto in tanto, minaccioso e in atto di schermirsi con la spada, finchè giunge all'abitazione di Denoue, illeso. Lo Château-Vieux, tutto agitato, investe quella casa, impedito di penetrarvi da una moltitudine d'Ufficiali schierati sulla scala.

Malseigne si riduce per vie traverse al Palazzo di città, agitato, ma impavido, fra una scorta di Guardie Nazionali. Dal Palazzo di città egli, il mattino seguente, emette nuovi ordini, piani d'accordo collo Château-Vieux, niuno dei quali lo Château-Vieux vuole ascoltare. Alla fine, in mezzo a tanto tumulto, emette l'ordine che lo Château-Vieux debba porsi in marcia il mattino del domani e prender stanza a Sarre Louis. Château-Vieux ricusa nettamente di marciare; Malseigne «prende atto», con una debita protesta per via di notaio, di tale rifiuto, se per caso ciò potrà giovargli.

Questa è la fine del giovedì; e, veramente, la fine dell'Ispettorato di Malseigne, che è durato circa cinquanta ore. Il Mestre-de-Camp e il Régiment du Roi sono ondeggiati come se fossero in balìa dei flutti; per qual via lo Château-Vieux s'è chiaramente messo lo abbiamo visto. Alla sera, un Aiutante di campo di Lafayette, messo qui per tale emergenza, manda veloci emissari di qua e di là per convocare le Guardie Nazionali. Il sonno dei cittadini è rotto dallo scalpitio dei cavalli e da un continuo picchiare dei fratelli che chiamano a voce alta i fratelli: dappertutto il Patriota Costituzionale deve armarsi e prendere la via di Nancy.

E così l'Erculeo Ispettore è rimasto tutto il giovedì fra i municipali invasi del terrore, centro di rumori confusi; tutto il giovedì, poi il venerdì e anche il sabato fin verso mezzogiorno. Lo Château-Vieux, malgrado la protesta notarile, non vuol muovere un passo. Circa quattromila Guardie Nazionali vengono a poco a poco o irrompono colà; incerte su ciò che si richiede da loro e più incerte ancora su ciò che per mezzo loro si potrà ottenere. Poichè tutto è incertezza, commozione e sospetto. Corre voce che Bouillé, il quale comincia a darsi attorno nei cantoni rurali dell'Est, altro non sia che un traditore Realista; che lo Château-Vieux e il Patriottismo siano venduti all'Austria, di cui probabilmente il Malseigne è un agente. Il Mestre-de-Camp e il Roi si barcamenano incerti. Lo Château-Vieux, ben lungi dal mettersi in marcia, «sventola bandiere rosse da due carrozze», in maniera irata, percorrendo le strade; e il mattino seguente risponde ai suoi ufficiali: «Pagateci, e noi marceremo con voi fino in capo al mondo!»

In queste condizione di cose, verso il mezzogiorno del sabato, il Malseigne pensa che forse sarebbe bene ispezionare i bastioni, a cavallo. Monta quindi a cavallo con la scorta di tre soldati di cavalleria. Alla porta della città, ordina a due di quei soldati di attendere colà finchè egli ritorni, e col terzo, persona di cui poteva fidarsi, galoppa in direzione di Lunéville dove si trova un certo Reggimento di Carabinieri che non s'è ancora ammutinato. I due soldati rimasti, presto cominciano a sentirsi a disagio; scoperto come va la cosa, danno l'allarme. Cento soldati del Mestre-de-Camp sellano i loro cavalli con una precipitazione frenetica, quasi fossero venduti all'Austria, e galoppano alla rinfusa per inseguire il loro Ispettore. Spronano i loro cavalli e l'Ispettore a sua volta dà di sprone, andando a carriera con molto rumore e tintinnio su per la valle del fiume Meurthe, verso Lunéville e il sole di mezzogiorno; attraverso un paese stupito; forse stupiti essi stessi.

Quale caccia, una caccia simile e quella d'Atteone, in cui, per buona fortuna, Atteone di Malseigne vince. All'armi, Carabinieri di Lunéville! per castigare i sediziosi che insultano il vostro uffiziale Generale, insultano i vostri quartieri. Prima d'ogni cosa fate subito fuoco, diversamente s'incomincerà a conferire e voi rifiuterete di tirare! I carabinieri fanno subito fuoco, tirando sui primi soldati del Mestre-de-Camp, che con un grido d'orrore retrocedono precipitosamente verso Nancy in uno stato non dissimile dalla follia. Panico e furia; venduti all'Austria senza un se; a un tanto per reggimento, anche la somma può essere specificata; e il traditore Malseigne è fuggito! Aiuto, o Cielo, aiuto o terra, e voi Patrioti non lavati; voi anche siete stati venduti al pari di noi!

Il Régiment du Roi in fermento prepara i suoi fucili, il Mestre-de-Camp sella i suoi cavalli: il Comandante Denoue è preso e cacciato in prigione con una camicia di canovaccio (sarreau de toile); lo Château-Vieux scassina i magazzini e distribuisce «tremila fucili» a un popolo di patrioti: l'Austria dovrà pagarla cara. Oimè, gli sventurati cani da caccia hanno dato la caccia al loro bracchiere; ed ora si son dati a correre urlando ed abbaiando senza sapere su quale traccia; quasi in preda alla rabbia!

È così una marcia tumultuosa di uomini nella notte; si fa alto sulle alture di Flinval, donde si può vedere Lunéville tutta illuminata. Seguono lunghi abboccamenti alle quattro del mattino e poi ancora trattative, e finalmente si viene ad un accordo: i Carabinieri cedettero. Malseigne è consegnato fra le giustificazioni reciproche. Dopo la stanchezza e la confusione di tante ore, egli viene rimesso in viaggio, e gli abitanti di Lunéville, che festeggiano la domenica, vengono tutti fuori per assistere a quella partenza: il ritorno dell'ammutinato Mestre-de-Camp col suo Ispettore prigioniero. Il Mestre-de-Camp si mette dunque in marcia; i cittadini di Lunéville stanno a guardare. Ma ecco che alla prima voltata di strada il nostro Ispettore dal cuore di toro spicca un salto; fra i colpi delle sciabole e il rimbombo dei moschetti; e scappa via a tutto galoppo con una sola palla piantata nella sua casacca di cuoio. Oh l'uomo erculeo! Senonchè, è una fuga senza scopo; poichè i carabinieri fra i quali è tornato dopo la corsa faticosa di quella domenica, «se ne stanno presso i loro fuochi notturni, ragionando intorno all'Austria, ai traditori e al furore del Mestre-de-Camp». Sicchè, dopo tutto, l'ultima comparsa che abbiamo è quella del Malseigne dal cuore di toro che, nel pomeriggio del lunedì, attraverso le strade di Nancy, in carrozza aperta, avendo un soldato accanto con la spada sguainata; «in mezzo alle donne furiose, a una siepe di Guardie Nazionali, ad una confusione da Babele» egli è condotto alla Prigione a raggiungere il Comandante Denoue! Questo finalmente è l'alloggio dell'Ispettore Malseigne.

Senza dubbio è tempo che Bouillé si appressi. Il paese tutt'intorno, allarmato dai fuochi delle sentinelle, dalle città illuminate, dalle marce e dal fracasso, non dorme da più notti. Nancy con le sue Guardie Nazionali incerte, le sue distribuzioni di fucili, i soldati ammutinati, il suo panico e i suoi ardori, non è una città, ma una Bedlam.

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