Quel che prova quanta forza, foss'anche d'inerzia, vi sia nelle Formule invalse, e quanta debolezza nelle nascenti Realtà, ed illustra varie cose, è questa lotta mortale che sarebbe durata ancora sei settimane e più. Gli Affari Nazionali, la Discussione dell'Atto Costituzionale, poichè la nostra Costituzione sarà senz'altro compiuta procedono insieme. Noi cambiamo anche di Locale; il Dieci Maggio ci trasportiamo, dall'antica Salle de Manège, nella nostra nuova Aula, in quello che fu una volta il Palazzo d'un Re ed ora è della Repubblica: nel Palazzo delle Tuileries. La speranza e la pietà avvicendandosi con la disperazione e la rabbia, lottano ancora nella mente degli uomini.
È delle più fosche, delle più confuse questa lotta che si protrae per sei settimane. La frenesia dei Formalisti contro la frenesia dei Realisti; il Patriottismo, l'Egoismo, l'Orgoglio, la Collera, la Vanità, la Speranza e la Disperazione hanno raggiunto il colmo della follia: la Frenesia ha di contro la Frenesia, come due tempeste cozzanti fra loro; di cui l'una non intende l'altra; la più debole comprenderà un giorno che è veramente annientata. Il Girondismo è forte, essendo una Formula stabilita, una Rispettabilità: non si dichiarano forse per noi Settantadue Dipartimenti, o piuttosto le Teste rispettabili dei Dipartimenti? Il Calvados, che ama il suo Buzot, si rivolterà, così lasciano intendere i suoi Indirizzi. Marsiglia, culla del Patriottismo, si solleverà; Bordeaux si solleverà e il Dipartimento della Gironda, come un sol uomo: in una parola chi non si rivolterebbe qualora la nostra Représentation Nationale fosse insultata, o se fosse torto un capello sulla testa d'un Deputato? La Montagna dal canto suo è forte come la Realtà e l'Audacia. Per la Realtà della Montagna non è forse tutto possibile? Un nuovo Dieci di Agosto, se è necessario, anzi un nuovo Due Settembre
Ma che è mai questo scoppio di gioia furiosa che s'ode il Venerdì Ventiquattro Aprile 1793, nel pomeriggio? È Marat che torna dal Tribunale Rivoluzionario! Dopo una settimana o più di pericolo di morte, trionfa con una sentenza di assoluzione; il Tribunale Rivoluzionario non ha potuto trovare motivo d'accusa contro quest'uomo. E così l'occhio della Storia rimira il Patriottismo, che aveva fatto cose inenarrabili nelle tenebre tutta la settimana, scoppiare in una espansione di gioia, abbracciare il suo Marat; sollevarlo in trionfo su una sedia e portarlo sulle spalle per le strade. È portato sulle spalle l'ingiuriato Amico del Popolo, egli, coronato con una ghirlanda di quercia; tra il mare ondeggiante dei berretti rossi, delle carmagnole, dei cappelli di Granatieri, dei cappelli da donna e delle cuffie, che risuona lontano come un mare! L'ingiuriato Amico del Popolo ha qui raggiunto il suo punto culminante e anch'egli tocca le stelle con la sua testa sublime.
Ma il Lettore può giudicare con qual cuore il Presidente Lasource, l'uomo dalle «probabilità dolorose» che presiede in quest'Aula della Convenzione, potesse accogliere questa marea esultante, quando penetrò nell'interno con l'Atto d'Accusa ondeggiante alla sua cima! Uno Zappatore Nazionale, oratore per l'occasione, dice che il Popolo conosce il suo Amico, ed ama la vita di lui quanto la propria; «chiunque vuole la testa di Marat dovrà prima avere quella dello Zappatore». Lasource rispose, mormorando delle parole vaghe, penose, – le quali, dice Levasseur, suscitarono il riso. Le Sezioni patriottiche, i Volontarî non ancora andati alle Frontiere, vengono a chiedere la «purgazione dei Traditori dal vostro proprio seno»; la espulsione e magari il processo e la sentenza di Ventidue faziosi.
Nondimeno la Gironda ha ottenuto la sua Commissione dei Dodici; Commissione che ha la facoltà speciale d'investigare questi torbidi del Santuario Legislativo; dica il Sanculottismo ciò che vuole, la Legge dovrà trionfare. L'antico Costituente Rabaut Saint-Étienne presiede questa Commissione: è l'ultima tavola sulla quale la Repubblica naufragata può forse ancora salvarsi. Rabaut siede cogli altri, intento; esamina testimoni, emette mandati d'arresto; s'immerge in un vasto e torbido mare di garbugli, – il seno della Formula o forse la sua tomba! Non entrare in quel mare, o Lettore! Ivi regna una desolazione indefinita, una confusione tenebrosa; donne frementi e uomini ossessionati. Le Sezioni vengono a domandare i Ventidue, poichè il numero stabilito prima dalla Sezione Bonconseil ancora si mantiene, anche se i nomi dovessero variare. Altre Sezioni dei più ricchi vengono per denunziare tale domanda; anzi la stessa Sezione oggi domanda e domani denunzia, secondo che siedono i più ricchi o i più poveri. Proprio per questo, i Girondini decretano che tutte le Sezioni debbano chiudersi «alle dieci di sera»; prima che vengano gli operai; ma questo Decreto resta senza esecuzione. Nella notte la Madre del Patriottismo geme rattristata; ma il suo occhio fiammeggia più che mai! E Fournier l'Americano è affaccendato, così i due banchieri Freys e Varlet Apostolo della Libertà; e s'ode la voce taurina del Marchese Saint-Huruge. Le donne dalla voce squillante fanno udire il loro cicaleccio da tutte le Gallerie della Convenzione e verso il basso. Anzi un «Comitato Centrale» di tutte le Quarantotto Sezioni comincia a comparire indistinto nella sua immensità; siede incerto nell'Archevêché, manda Deliberazioni e ne riceve: un Centro delle Sezioni, che delibera cose terribili, come per un Nuovo Dieci di Agosto!
Una cosa noi vogliano specificare, una cosa per fare la luce su tante altre: l'aspetto sotto cui agli occhi di questi Dodici Girondini, o al proprio occhio, si presenta il Patriottismo del sesso più debole. Vi sono delle Patriote, che i Girondini chiamano Megere e arrivano al numero di ottomila; dai capelli scarmigliati come serpenti, che hanno cambiato la conocchia pel pugnale. Esse appartengono alla «Società detta Fraterna, Fraternelle; o meglio delle Sorelle, che si riunisce sotto il tetto dei Giacobini. «Sono stati ordinati circa duemila pugnali» o qualcosa di simile, – certamente per loro. Esse si precipitano a Versailles, per indurre alla sollevazione altre donne; ma le donne di Versailles non vogliono prestarsi.
Anzi, guardate nel Giardino Nazionale delle Tuileries, – Demoiselle Théroigne in persona è venuta come una Diana dalla bruna chioma, assalita (pare impossibile) dai suoi stessi cani o cagne! La Demoiselle, che ha carrozza propria, è per la Libertà certamente, come ha ben dato prova; ma per una Libertà non disgiunta dalla Rispettabilità. A queste parole le Patriote Estreme anguicrinite le sono addosso, le lacerano le vesti, la frustano vergognosamente alla loro maniera vergognosa: e l'avrebbero gettata nei serbatoi del Giardino, se non fosse stata soccorsa. Soccorso, per altro, di scarso effetto. La testa e il sistema nervoso della povera Demoiselle, non perfettamente sani, sono talmente scossi e scombussolati, che non potranno mai riaversi; ma piuttosto andranno di male in peggio, finchè si abbatteranno; e fra un anno sentiremo che è rinchiusa in un manicomio e indossa la camicia di forza, per sempre, pare! – Questa Figura dalla chioma nera si agitò, balbettò qualche cosa d'inarticolato, gesticolando, poco in grado di esprimere il suo oscuro significato, traverso un qualche segmento di quel Secolo Decimottavo del Tempo. Ella scompare qui per sempre dalla Rivoluzione e dalla Pubblica Storia.
Un'altra cosa noi non vogliamo specificare un'altra volta, ma vogliamo di nuovo pregare il Lettore d'immaginarla: il Regno della Fraternità e della Perfezione. Immagina, diciamo noi, o Lettore, che il Millennio stesse lottando sulla soglia, e neppure le droghe si potessero avere, – perchè appartenenti ai traditori. Con quale impeto un uomo colpirebbe i traditori in quel caso! Ah, tu non puoi immaginarlo; tu hai le tue droghe salve in bottega e poco o niente speranza d'un Millennio a venire! – Ma invero, quanto al carattere dominante a quel tempo negli uomini e nelle donne, non basta a definirlo il solo fatto che il Sospetto era giunto al più alto grado? Noi l'abbiamo spesso chiamato preternaturale; e si direbbe, con linguaggio esagerato: ma ascoltate le fredde deposizioni dei testimoni. Un Patriota musicista non può strappare un po' di melodia al Corno Francese, sedendo pacificamente pensieroso sul terrazzo d'una casa, senza che Mercier riconosca in quel suono un segnale tra uno e un altro Comitato complottante. La Demenza s'è impossessata finanche dell'Armonia, e si nasconde nel suono della Marseillaise e del Ça-ira . Louvet che non vede in una macina di mulino più del comune degli uomini, si accorge che noi saremo invitati a tornare alla nostra antica Sala del Manège da una Deputazione; e allora gli Anarchici massacreranno Ventidue di noi mentre saremo in cammino. È opera di Pitt e di Coburg; dell'oro di Pitt. – Povero Pitt! Essi sanno poco che gran da fare gli danno i proprî Amici del Popolo; che deve spiare, decapitare e sospenderne gli habeas-corpus, per conservare intatto il suo Ordine Sociale e le sue casse forti; – lo sanno poco quando immaginano che possa venire a sollevare le turbe fra i suoi vicini.
Ma il fatto più strano connesso al Sospetto Francese, anzi al Sospetto umano è forse questo di Camillo Desmoulins. La testa di Camillo, una delle più chiare nella Francia, è divenuta così satura di Preternaturale e di Sospetto in ogni sua fibra, che, dando uno sguardo retrospettivo a quel Dodici Luglio 1789, quando quelle migliaia sorsero intorno a lui rispondendo con urli alla sua parola nel Giardino del Palais-Royal, e presero le coccarde, egli trova spiegabile la cosa con questa sola ipotesi: che essi fossero tutti assoldati per far questo e organizzati da Cospiratori Stranieri e da altri Cospiratori. «Non fu per niente», dice Camillo con penetrazione, «che quella moltitudine scoppiò in applausi mentre io parlavo!» No, non fu per niente. Dietro, intorno, avanti vi è nel Complotto una immensa Preternaturale rappresentazione di Marionette, di cui Pitt tira i fili. Quasi quasi penso che Io, Camillo, sia un Complotto, che Io sia di legno provvisto di fili. – La forza della penetrazione non può procedere oltre.
Sia quel che si voglia, la Storia nota che la Commissione dei Dodici, ormai abbastanza al chiaro dei Complotti, e «avendo fortunatamente nelle sue mani le punte di tutti i fili», come sogliono dire, – lancia Mandati di arresto con grande rapidità in questi giorni di Maggio, e regola le cose con una mano di ferro, risoluta a restringere quel mare di agitazioni. Qual'è il principale Patriota, il Presidente di Sezione anche, che possa dirsi sicuro? Lo possono arrestare, strapparlo dal suo caldo letto, perchè egli ha fatto degli arresti irregolari nella Sezione! Si arresta Varlet Apostolo della Libertà. Si arresta il Sostituto Procuratore Hébert, Père Duchesne; un Magistrato del Popolo, sedente nel Palazzo Civico; che, con una nobile solennità di martire, si licenzia dai suoi colleghi, pronto a sottoporsi alla Legge; e solennemente acquiescente, scompare nella prigione.
Più rapidamente accorrono le Sezioni, ed energicamente lo richiedono, domandando, non l'arresto dei Magistrati Popolari, ma Ventidue dei traditori. Una Sezione accorre dopo l'altra; – sfilando con contegno energico, con la loro eloquenza da Cambise; vien poi la Comune medesima col Maire Pache alla sua testa: e non solo per richiedere Hébert ed occuparsi dei Ventidue, ma con questa terribile e antica domanda fatta nuova: «Potete voi salvare la Repubblica, o dobbiamo farlo noi?» E il Presidente Max Isnard risponde con fierezza: Se per mala sorte, in qualcuno di questi tumulti che dal Dieci Marzo si vanno ripetendo, Parigi portasse la mano sacrilega contro la Rappresentanza Nazionale, la Francia si leverebbe come un sol uomo, con una vendetta mai pensata, e, in breve, «il viaggiatore dovrebbe domandare su qual lato della Senna si trovava Parigi!» A queste parole la Montagna fa udire i più alti muggiti e così tutte le Gallerie; Parigi Patriottica ribolle tutt'intorno.
Il Girondino Valazé ha delle riunioni notturne nella sua casa; manda biglietti di questo tenore; «Venite puntualmente e bene armato, perchè c'è da fare». Le Megere percorrono le strade con le bandiere e dei lamentevoli alleluia . Le porte della Convenzione sono ostruite da una moltitudine ruggente; i bei parlatoriHommes d'État sono urtati, maltrattati quando passano; Marat vuole apostrofarvi, in quel pericolo di morte, e dice: Anche tu sei dei loro. Se Roland domanda un congedo per lasciare Parigi, v'è l'ordine del giorno. Che fare? Il Sostituto Hébert, l'Apostolo Varlet debbono essere restituiti, e saranno coronati con ghirlande di quercia. La Commissione dei Dodici, in una Convenzione dominata dalle Sezioni ruggenti, è distrutta; poi, la dimane, in una Convenzione di Girondini riuniti, vi è ripristinata. Caos triste, o mare di pene, che lotta contro tutti i suoi elementi, torcendosi nella sua stizza, e dirigendosi verso qualche Creazione.