CAPITOLO II L'ESECUTIVO

Possiamo noi non congetturare che intorno a questa grande impresa del fare la Costituzione vi saranno, come pel passato, stranissime complicazioni, e questioni e interessi vi saranno connessi: onde dopo pochi o molti mesi la Convenzione non avrà forse niente sistemato? Purtroppo, una marea di questioni sopraggiunge con l'incalzare e il ribollire delle onde, e sempre si dilata e cresce all'infinito! Fra tali questioni, mettendo da banda quelle del Settembre e dell'Anarchia, notiamone tre, che emergono più spesso delle altre, e promettono di divenire Questioni Capitali: quella dell'Esercito; quella della Sussistenza; quella del Re detronizzato.

Quanto all'Esercito, la Pubblica Difesa dev'essere messa evidentemente su un piede più regolare, poichè sembra che l'Europa si stia di nuovo coalizzando; si teme che anche l'Inghilterra voglia parteciparvi. Fortunatamente Dumouriez prospera nel Nord; – ma, e se dovesse prosperar troppo e divenisse Liberticide, Uccisore della Libertà? – Dumouriez fa progressi, malgrado questa stagione invernale; ma non senza lagnanze. Il dolce Pache, Maestro di scuola svizzero, che se ne stava modestamente nella sua Allée, a grande meraviglia dei vicini, è giunto di recente – dove crederà il Lettore? ad essere Ministro della Guerra! Madame Roland, colpita dalle sue maniere dolci, lo raccomandò a suo marito come Scrivano; il dolce Scrivano non aveva bisogno di stipendio, essendo d'una vera tempra di Patriota; egli verrebbe con un pezzo di pane in tasca, per risparmiare il pranzo e il tempo; e, mangiando di tratto in tratto a grossi bocconi, compirebbe in un giorno il lavoro di tre uomini; puntuale, silenzioso, frugale, – dolce Tartuffe qual'era. – Onde Roland, nell'ultimo Cambiamento, lo raccomandò come Ministro della Guerra. E ora, si direbbe che segretamente stia minando Roland; strumento nelle mani dei più bollenti Giacobini e della Comune di Settembre, egli non può, come il severo Roland, essere il Veto des Coquins!

Come il dolce Pache potrebbe minare sottomano, non si sa troppo bene; si sa per altro, che il suo Ministero della Guerra è divenuto un covo di ladri e di confusione, al punto che tutti raccapricciano a guardarlo; che il cittadino Hassenfratz, capo scrivano, siede colà in bonnet rouge; uomo più che altro mai dedito alla rapina, alla violenza e a qualche calcolo matematico; uno degli uomini più insolenti che portino berretto rosso; che Pache divora il pane che ha in tasca fra gli alti e i bassi impiegati, ed ha sperperato tutto il Bilancio della Guerra; che i fornitori percorrono in baroccino tutti i Distretti della Francia, facendovi i loro mercati; e, da ultimo l'esercito sarà tra poco sfornito di tutto; senza scarpe mentre è inverno; senz'abiti; alcuni non hanno neppure armi. «Nell'Armata del Sud», lamenta un Onorevole Membro, «v'è bisogno di trentamila paia di pantaloni»; – la più scandalosa penuria.

L'anima retta di Roland è disgustata della piega che prendono le cose: ma che può far egli? Mantener l'ordine nel proprio Dipartimento; riprendere, reprimere ovunque è possibile; tutt'al più, dolersene. Egli può manifestare le sue lagnanze scrivendo Lettere su Lettere alla Convenzione Nazionale, alla Francia, alla Posterità, all'Universo, con un crescendo di querula indignazione; – e, alfine, non diverrà egli noioso? Perchè, questa sua perenne scrittura non è, dopo tutto, una cosa arida? Può forse meravigliare che in un tempo di Rivolta e d'abrogazione di ogni Legge, tranne della Legge del Cannone, vi possano essere tali Illegalità? Intrepido Veto dei Furfanti, uomo stringatamente fedele, rispettabile, metodico, lavora pure alla tua maniera, e logorati pure; foss'anche inutilmente, chè non sarà senza profitto – poi, non ora! La brava Dame Roland, la più brava di tutte le donne francesi, comincia a presentire qualche pericolo: la figura di Danton ha troppo «del carattere Sardanapalesco», a un pranzo repubblicano di Roland; Clootz, oratore del genere umano, ciancia miserevolmente intorno alla Repubblica Universale, o all'unione di tutti i Popoli e Schiatte in un solo Legame di Fraternità, il qual legame, sventuratamente, non si discerne come dovrà essere stretto.

È inoltre indiscutibile, è un fatto che si spiega, e non si può spiegare, ma i grani divengono sempre più scarsi. Sorgono gli ammutinamenti pel grano; Assembramenti tumultuosi, chiedenti che il prezzo del grano sia fissato, abbondano lontano e vicino. Il Maire di Parigi e altri poveri Sindaci si veggono a mal partito. Pétion era stato rieletto Sindaco di Parigi, ma aveva rinunziato, essendo ora un Legislatore dalla Convenzione. Era savio senza dubbio il non accettare; poichè, oltre questa questione dei grani e tutto il resto, vi è in questi tempi una Comune insurrezionale Improvvisata che si trasforma in una Comune legalmente Eletta; e cerca di regolare i suoi conti – non senza suscitare ire! Pétion ha rinunziato: nondimeno molti desiderano quel posto e brigano per ottenerlo. Dopo mesi che si scrutina, si vota, si discute e si disputa, un Dottor Chambon ottiene il posto d'Onore, che non terrà a lungo; ma sarà addirittura, come vedremo, precipitato da esso.

Pensate anche alle distrette del Sansculotte, in un tempo di carestia! Il pane, secondo l'Amico del Popolo, può costare «sei soldi alla libra, il salario d'un giorno può ammontare a quindici soldi»; e l'inverno è spaventevole. Come il povero continua a vivere, e raramente muore d'inedia, è un miracolo. Fortunatamente in questi giorni egli si può arruolare, e farsi ammazzare dagli Austriaci, in una maniera insolitamente soddisfacente: pei Diritti dell'Uomo. – Ma il Comandante Santerre, in vista dell'angustia del mercato della farina e dello stato d'Eguaglianza e di Libertà, propone, mediante i Giornali, due rimedî o almeno due palliativi: Primo, che i cittadini d'ogni classe debbano nutrirsi di patate in due giorni della settimana; secondo, che ogni individuo impicchi il suo cane. Con questo mezzo, crede il Comandante, che il risparmio da lui calcolato invero in tanti sacchi, sarebbe molto considerevole. Mai una forma più amena di stupidaggine inventiva di quella di Santerre albergò in mente umana. Stupidaggine inventiva congiunta alla salute, al coraggio, alla bontà: qualità degne di lode. «Tutte le mie forze», egli dice una volta alla Convenzione, «sono giorno e notte al servizio dei miei concittadini: se essi mi trovano indegno, mi congedino pure: io tornerò a fare la birra».

Figurarsi, dunque, quanta corrispondenza un povero Roland, Ministro dell'Interno, deve sbrigare su questa sola questione dei Grani! Libero scambio del grano, impossibilità di fissarne il prezzo, da una parte; clamori e necessità di fissarlo, dall'altra. L'economia politica spiegata dal Ministero dell'Interno, con dimostrazioni chiare come la Santa Scrittura: – cosa vana per lo Stomaco vuoto della Nazione. Il Podestà di Chartres, sul punto d'esser mangiato vivo, si volge con alte grida alla Convenzione; la Convenzione manda degli Onorevoli Membri in Deputazione, i quali cercano di nutrire la moltitudine con miracolosi metodi spirituali; ma non vi riescono. La moltitudine, malgrado ogni Eloquenza, si fa intorno mugghiando; essa vuole che sia fissato il prezzo del grano, e con una moderata elevazione; o altrimenti – siano senz'altro impiccati gli Onorevoli Deputati! Gli Onorevoli Deputati, riferendo su questo affare, ammettono che sul punto di subire una morte orrenda, essi stabilirono, o finsero di stabilire il prezzo del grano: onde, si noti, la Convenzione, una Convenzione che non vuol essere canzonata, trova opportuno di redarguirli.

Ma quanto all'origine di questi Ammutinamenti pel Grano, non si può scorgervi un'altra volta l'opera segreta dei Realisti? in quelli di Chartres, l'occhio del Patriottismo vedeva il Prete. O in vero non poteva la «radice di tutto questo celarsi nella Prigione del Temple, nel cuore d'un Re spergiuro», quantunque fosse ben guardato? Sventurato Re spergiuro! – E così, si farà coda ai Forni e presto le code diverranno più che mai inquiete: ad ogni porta di fornaio v'è un anello di ferro e una fune, alla quale, aggrappandoci con forza di qua e di là, formiamo la nostra coda; ma delle persone furbe e malefiche tagliano la corda, e la nostra coda è tutta in iscompiglio; onde la corda dev'esser formata da una catena di ferro. Anche i prezzi del grano saranno ben fissati; ma non è possibile comperare il grano a quel prezzo; il pane non potendosi ottenere altrimenti che con un Biglietto del Sindaco, poche oncie a bocca quotidianamente, dopo una lunga attesa, aggrappati alla catena della coda. E la Fame irata camminerà a grandi passi; e la Collera e il Sospetto, eccitati fino al colmo del Preternaturale, si faranno innanzi in tutto il loro orrore; come quelle «figure soprannaturali di Dei in furore», che furon viste avanzarsi «nelle tenebre e tra i bagliori di quell'oceano di fuoco» quando cadde la Città di Troia!

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