CAPITOLO IV MUMBO-JUMBO

Ma nel giorno che chiamano Décadi, il Nuovo Sabato, il 20 Prairial, l'8 Giugno del vecchio stile, che cosa è mai quell'accorrere verso il Jardin National, un tempo Giardino delle Tuileries?

Tutti si trovano colà vestiti a festa; la biancheria sudicia è scomparsa cogli Hébertisti; anzi Robespierre pel primo era contrario al vestire trasandato; e si presentava sempre elegante e arricciato, non senza un tantino di vanità, – ed aveva la sua camera tutta tappezzata di Ritratti e Busti verde-mare. Dicevamo dunque che innumerevoli Cittadini e Cittadine erano in abiti festivi: il tempo è in tutto il suo splendore; un'aspettativa allegra illumina i volti. Il Giurato Vilate offre una colazione a molti Deputati nel suo Appartamento officiale del Padiglione ci-devant di Flora; egli s'allieta della gioia che illumina i volti della moltitudine, dello splendore verdeggiante di Giugno, del bene auspicato Décadi, o nuovo Sabato. In questo giorno, se piace al Cielo, dobbiamo avere, sui principii Anti-Chaumettiani perfezionati, una Nuova Religione.

Bruciato il Cattolicismo, ghigliottinato il culto della Ragione, non v'era forse bisogno d'un'altra religione? L'Incorruttibile Robespierre, non dissimile dagli Antichi, come Legislatore d'un popolo libero, vuol ora divenir Prete e Profeta. Egli ha indosso il suo soprabito azzurro, fatto per l'occasione; un panciotto di seta bianca ricamato d'argento, pantaloni di seta nera, calze bianche, scarpe con le fibbie d'oro. Egli è il Presidente della Convenzione; ha fatto decretare dalla Convenzione, come sogliono dire, décréter «l'Esistenza dell'Essere Supremo», e parimenti «ce principe consolateur dell'Immortalità dell'Anima». Questi principii consolatori, basi della razionale Religione Repubblicana, vengono decretati; ed ora, in questo benedetto Décadi, con l'aiuto del Cielo e del Pittore David, si compirà il nostro primo atto di fede.

Vedete, dunque, come, passato il Decreto, e il così detto Discorso Profetico, – «il più meschino che mai uomo abbia pronunziato», – Maometto Robespierre, in soprabito azzurro e neri pantaloni, arricciato e incipriato in modo inappuntabile, recando in mano un mazzo di fiori e di spighe, esce in atteggiamento altero dall'Aula della Convenzione; e la Convenzione lo segue; ma si nota che lo segue a distanza. È stato innalzato un Anfiteatro o per lo meno un Monticule o Elevazione; l'orride Statue dell'Ateismo, dell'Anarchia e simili, grazie al Cielo e al Pittore David, destano un senso d'aborrimento nel cuore. Sfortunatamente, intanto, il nostro Monticule è troppo piccolo. Sulla sommità di esso neppure la metà di noi può starvi, onde ne nasce un urtarsi indecente insieme a un mormorio irriverente, di tradimento anzi. Calma, o Bourdon de l'Oise; calma, o guai a te!

Il Pontefice verdemare prende una torcia, che egli presenta al Pittore David; declama delle parole vacue e ampollose, che per fortuna non si possono udire; poi si avanza risoluto, in vista della Francia che attende; avvicina la torcia all'Ateismo e Compagnia, che son fatti di cartone cosparso di trementina. Le fiamme salgono rapide, e dall'interno sorge «mediante un meccanismo» una Statua incombustibile della Saggezza, che, per disgrazia, è un po' annerita dal fumo; ma si erge visibile in un atteggiamento per quanto è possibile sereno.

E poi? Poi vi sono altre Processioni, altri meschini Discorsi, e – questa è la nostra Festa dell'Etre Suprême; la nostra nuova Religione, bene o male, è venuta! – Contemplala un istante, non più d'un istante, o Lettore. È la pagina più miserabile degli Annali Umani; o ne conosci tu una più miserabile? Mumbo-Jumbo delle selve africane sembra a me venerabile a confronto di questa nuova Deità di Robespierre; poichè questo è un Mumbo-Jumbo cosciente, che sa di essere una macchina. O Profeta verdemare, il più disgraziato sacco gonfio di vento presso a scoppiare, qual pazza Chimera fra la realtà stai tu dunque per divenire? Così questa semplice fiaccola di pece pei fuochi artificiali di trementina e di cartone, è forse la miracolosa Verga d'Aronne che tu stendi su una Francia in preda al terrore, in una agitazione infernale, perchè cessino i suoi mali. Via di qua, tu e la fiaccola! «Avec ton Etre Suprême», disse Billaud, «tu commence à m'embêter»: «Col tuo Etre Suprême, tu cominci a seccarmi».

Caterina Théot, d'altro canto, «antica serva, dell'età di settantanove anni», pratica da tempo della Profezia e della Bastiglia, s'è installata in una soffitta della Rue de Contrescarpe, e, tenendo gli occhi fissi sul Libro delle Rivelazioni, esamina Robespierre; e trova che questo meraviglioso Massimiliano tre volte potente è realmente l'Uomo di cui parlano i Profeti, che ridarà la giovinezza alla Terra. Con lei si trovano delle vecchie Marchese devote, ci-devant onorabili donne, fra cui quel Costituente vecchio e balordo, Dom Gerle, non può mancare. Essi son là nella Rue de Contrescarpe, in misteriosa adorazione: Mumbo è Mumbo, e Robespierre è il Profeta. Uomo eminente quel Robespierre; che ha le sue Guardie del Corpo volontarie; i suoi Tapedurs, che noi potremmo dire Picchia sodo, Patrioti accaniti dai bastoni animati; e i Giacobini che baciano l'orlo delle sue vesti. Egli gode l'ammirazione di molti, l'adorazione di alcuni, ed è ben degno della meraviglia di tutti.

Intanto, la grande domanda, la grande speranza di tutti è questa: Non sarà la grande Festa del Mumbo-Jumbo delle Tuileries un segnale dell'abbattimento della Ghigliottina? Ben lungi! Proprio due giorni dopo, Couthon, uno dei «tre scellerati», si fa innalzare alla Tribuna, ove produce un fascio di carte. Couthon propone come, visto che i Complotti ancora abbondano, la Legge dei Sospetti sia estesa, e sia dato agli Arresti maggior vigore e maggior facilità. Inoltre, poichè in tal caso il lavoro diverrà più faticoso, anche il nostro Tribunale Rivoluzionario sia ampliato, o meglio diviso in Quattro Tribunali, ciascuno col suo Presidente, ciascuno col suo Fouquier, compiendo tutti il loro lavoro contemporaneamente; onde ogni ulteriore inceppo o formalità dilatoria sia evitata e l'opera possa avere compimento. Tale è il Decreto del Ventidue Prairial di Couthon, famoso a quel tempo. All'annunzio di un tal Decreto fin la Montagna restò senza fiato, colpita dal terrore; e un tal Ruamps osò dire che, se esso passava senza dilazione e discussione, egli, da Rappresentante qual'era, «si sarebbe fatto saltare le cervella». Vane parole! L'Incorruttibile increspa le ciglia, dice qualche parola profetica, fatale: la Legge del Prairial è legge; Ruamps si appaga di lasciare le sue cervella avventate dove si trovano. Morte dunque, e sempre Morte! Proprio così. Fouquier estende i suoi confini, e fa una sfornata di Centocinquanta d'un colpo; – procurandosi una Ghigliottina d'una velocità perfezionata e che lavora al coperto, nell'appartamento vicino. Al punto che il Salut è costretto a interporsi e proibire: «Vuoi tu demoralizzare la Ghigliottina», chiede Collot, in tono di rimprovero, «démoraliser le supplice?»

Infatti v'è pericolo che ciò avvenga, e se la fede Repubblicana non fosse così grande, sarebbe già avvenuto. Vedete, per esempio, che Sfornata il 17 Giugno: Cinquantaquattro in una volta! Vi si trova l'abbronzato Amiral, quello dalla pistola che non dette fuoco; e vi si trovano la giovane Cecilia Rénault con suo padre, la sua famiglia e i parenti e amici: la Vedova di D'Espréménil; il vecchio M. de Sembreuil, all'età di settantatrè anni, che, nel Settembre, fu salvato dalla figlia, e solo perchè ne venisse a questo. Eravi la Fazione dello Straniero: cinquantaquattro di loro! Costoro, in camicia rossa, quali Assassini e Fazione dello Straniero, passano rapidi: malaugurata Fantasmagoria rossa, diretta al paese dei Fantasmi.

Eppure, il Popolo della Place de la Révolution, gli abitanti della Rue Saint-Honoré, a questo continuo passare di carrette, non cominciano forse a rannuvolarsi? Anche i Repubblicani hanno viscere. La Ghigliottina è cambiata di luogo e poi cambiata ancora, fin che vien drizzata all'estremità remota di Sud-Est: i sobborghi Sant-Antoine e Saint-Marceau, se pur hanno viscere, le hanno ben indurite, è a sperarlo.

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