Dalla sinistra CENCIO e MARTINO. Detti.
Mart. ― Cencio, portiamo più in là quel cancello.
Cencio. ― Scrittoio, volete dire...
Mart. ― Affare di pronunzia; ma vada pure per scrittoio... Diamine, come pesa! (a Bobi) Una mano, brav'uomo.
Bobi. ― Una mano?
Mart. ― Volete che vi chieda un piede? Facciamo da noi, Cencio. (portano lo scrittoio un po' più verso la ribalta)
Bobi. ― Se voi foste caduti da una montagna, e vi foste rotta la gamba... (si tocca la gamba destra) in due pezzi!
Mart. ― Poverino!
Cencio. ― La società operaia non vi soccorre?
Mart. ― Non ha neanche un bastone, una mazza...
Bobi. ― Non voglio più mazze; voglio camminare da me... La società operaia di laggiù, di...
Cencio. ― Follonica?
Bobi. ― Bravo, di Follonica, ha fallito, e l'ospedale di...
Cencio. ― Grosseto?
Bobi. ― Giusto, appena fui in grado di reggermi sulle gruccie, alla porta; e sì che mi duole sempre... (si tocca la gamba destra) ma finchè le cose non cangiano, tiriamo di lungo!
Cencio. ― Sentite, qui guarirete presto, che l'aria è eccellente.
Mart. ― E il vino? Io lo preferisco sempre all'aria.
Cencio. ― La paga buona e puntuale, e alla domenica fatta la paga si è in libertà tutto il giorno...
Mart. ― Già, per cantare gli stornelli e la tirolese... Sapete? Laralla lallallera...
Bobi (fa la corda). ― Tin, tin, tun!
Mart. ― Bravo! Il nostro poeta stemperaneo gli è Cencio, che fa versi da farci restare a bocca aperta!
Cencio. ― M'ingegno alla meglio.
Bobi. ― Mi pare che siate tutti d'accordo...
Mart. ― Massime a bere, e sì che fra noi ce n'è d'ogni [92]nazione... Toscani di Livolno, Piemontesi di Biella, Genovesi di Sanpedena, Meridionali di Napoli... Ma per parlare poi, si parla tutti toscano.
Bobi. ― (Mamma mia!) E il principale, che omaccio?
Mart. ― Omaccio? Un uomo con un cuore così!
Cencio. ― E testa? Un principale che se fa bisogno sa come si tiene in mano un martello!
Mart. ― Ma vi avverto, poche parole, e al comando: fissi, fissi!
Bobi. ― Voi siete stato soldato?
Mart. ― No, perchè ho nell'esercito mio fratello più vecchio.
Cencio. ― Volete dire vostro fratello maggiore.
Mart. ― Che maggiore! è passato adesso caporale. Ohe, c'abbiamo dieci minuti prima della paga: andiamo a berne un bicchiere tutti e tre, Cencio; e voi appoggiatevi senza discrezione.
Bobi. ― Ahi! che trafittura! (si tocca la gamba sinistra)
Mart. ― Ma non avete detto la gamba destra?
Bobi. ― Sicuro, sicuro... ma anche quest'altra se ne risente.
Cencio. ― Ha ragione. Io conosceva un vecchio soldato rimasto senza tutte due le gambe, che quando tirava vento si doleva de' calli.
Bobi. ― È vero, è vero; lo provo anch'io!
Mart. ― Ma voi le avete ancora tutte due le gambe.
Bobi. ― Oh gli è come se ne avessi punte punte!
Mart. ― Ah! Ah! Senti come le sballa!.. Via, a bere alla vostra salute!
(Bobi, sostenuto da Cencio e da Martino, se ne va dal fondo cantarellando con essi)
Oreste. ― Se cominciano ora a cantare ed a bere, questa sera li voglio vedere bellini tutti e tre!