SCENA I.

All'alzarsi del sipario suonano le nove al pendolo: ANTONIO, col cappello alla Franklin in capo ed una mazza in mano, entra in iscena con premura dalla destra; quindi a suo tempo BATTISTINO dal fondo, pure con cappello e mazza che depone sulle seggiole.

Ant. (entrando). — Lo zio fa la sua toeletta e non esce di camera per un'altra mezz'ora... se venisse subito Battistino! (va a guardare al fondo) Sono già le nove! Oh! eccolo, finalmente! (Battistino) Ebbene?

[208] Batt. — Buone nuove. Abbi pazienza se non ho potuto fare più presto; ma in questa benedetta Parigi non s'arriva mai!

Ant. — Dunque verranno?

Batt. — Meno la signora Desgrandes che è un pochino indisposta dalla paura e rimane nella sua tana di Passy, tutti!

Ant. — Oh bravo il mio Battistino! E verrà anche l'Agironi da Clignancourt?

Batt. — Il professore Rinaldi che s'è incaricato ieri di fare il giro, m'ha detto che sì, e che sperava di portarci anche la signora Riccoboni.

Ant. — A meraviglia! E il desinare?

Batt. — Il trattore della Grotta Fiamminga lo manderà su bell'e fatto per la metà del prezzo domandato dal Caffè Conti.

Ant. — Benone! Ma gli invitati come verranno?

Batt. — Rinaldi s'è inteso con Mastro Martin che andrà a pigliarli tutti in casa della Riccoboni.

Ant. — Ma non ci sarà pericolo che la gente vedendo una carrozza...?

Batt. — No, perchè Martin è quello che serve Danton e le sue carrozze coperte di nappe scarlatte sono così note che non possono destare alcun sospetto.

Ant. — E i vecchi comici come verranno?

Batt. — A piedi, tutti assieme, anche per impedire che Balletti ne faccia qualcheduna delle sue...

Ant. — Benissimo: ora dàmmi quello che hai avanzato.

Batt. — Avanzato? Mi fosse bastato!

Ant. — E allora?

Batt. — Allora... per dare ai nostri buoni vecchi ancora un giorno di felicità, ho preso quell'anellino che volevo serbare a Pierina, e così ho provveduto ad ogni cosa.

Ant. (abbracciandolo). — Battistino, tu non sei un amico!...

Batt. — Grazie!

Ant. — ... Sei un fratello! Ma, mi raccomando, che ogni cosa riesca inaspettata, e non dire allo zio che sono stato dallo Chénier, l'unico che possa ancora salvarci dalla rovina!

Batt. — Sono impaziente di conoscere questo poeta in cui la bontà, bel caso! non è minore dell'ingegno.

[209] Ant. — Verrà oggi istesso a vedere lo zio; ma i suoi doveri di deputato non gli permettono di trattenersi con noi come io avrei desiderato.

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