Scena I.

ANTONIO al tavolino che copia scritture su carta bollata, soffiandosi di quando in quando sulle dita, e poi subito dal fondo BATTISTINO con cappello e mazza.

Ant. (scrivendo). — «Fait passé et signé en la demeure du soussigné, à la présence des dits témoins, à Paris, ce six février, mil sept cent quatre vingt treize.» (stirandosi) Oh finalmente! non ne posso più! (Battistino) Ebbene? (si alza e s'accosta al braciere per riscaldarsi mani e piedi)

Batt. — Pieno di freddo e colle mani vuote secondo il solito... sebbene non abbia perduto affatto il tempo. E tu hai finito?

Ant. — In questo momento... Mi scaldo un pochino e poi corro a portare quello che ho fatto. Potevo terminare tutto la notte scorsa, ma cascavo dal sonno...

[249] Batt. — Già! A non mangiare ci s'arriva; ma non a non dormire. Meno male che a levarsi il bisogno di dormire non costa nulla, mentre quell'altro... E oggi! — No, Tonino, se il mondo lo facevo io, questa brutta necessità di mangiare non ce la mettevo davvero! — Anzi l'uomo l'avrei fatto che si trovasse naturalmente nelle disposizioni di chi si alza da una buona tavola... (ha levato una crosta di pane dal cassetto del tavolino e la rosicchia) Capisci che bella cosa? Tutti di buon umore, tutti a scherzare, o parlar d'arte, a fare all'amore: la vera età dell'oro!... mentre questa la vedi che età: l'età delle croste! (per buttarla via) Oh vilissima crosta... se avessi di meglio! (seguita a rosicchiare)

Ant. — Beato te che sai pigliare in burletta anche l'appetito!

Batt. — Sono fiorentino! Ma chi non ha fatto la burletta è stato il padron di casa di via Richelieu. Altro che darmi quattrini per la mobilia che c'ha sequestrato per la pigione! Mi rispose che non tornava neanche il conto! Che si fosse già contenti d'aver potuto portar via questa bella roba... tre seggiole con tre gambe... e il busto di Molière per giunta!... Se gli era una pentola se la teneva: ma un poeta! Allora dissi fra me: andiamo a frecciare Préville a Beauvais, o Favart a Belleville.

Ant. — Avresti fatto malissimo. La povertà deve avere il suo pudore.

Batt. — Già. Ma Préville s'è nascosto e Favart, per non lasciarsi trovare, è addirittura morto. E per questo sono andato dritto dritto dal deputato Chénier.

Ant. — Spero che non gli avrai detto che siamo quassù e nella più dolorosa povertà.

Batt. — Ah! povertà non l'ho detto...

Ant. — Meno male.

Batt. — Ho detto estrema miseria.

Ant. — Battistino!

Batt. — Tonino, fammi il piacere, che quando il bastimento cola a fondo, non si deve pensare che a salvare la pelle!

Ant. — E così il poeta italiano dovrà arrossire della sua miseria dinnanzi al poeta francese? Ma non senti che è meglio morire di fame mille volte?

[250] Batt. — Neanche una, poichè con tante belle libertà e sopra tutte quella di morir di fame, la tua morte non darebbe al povero avvocato che uno schianto di più al cuore! Oh se i sentimenti generosi potessero tener luogo di bistecche e di legna da riscaldare, allora nessuno starebbe meglio di noi. Ma par fatto apposta: più hai idee alte e meno puoi soddisfare i bisogni bassi! Quanto poi alla miseria del poeta italiano, capisco, rincresce, dinnanzi agli stranieri; ma dacchè mondo è mondo, poeta italiano e uomo squattrinato son sempre tornati la stessa cosa... Perchè dunque si dovrebbe fare un'eccezione per lui? Sarebbe un'ingiustizia anche per quelli di là da venire!

Ant. — Meno male se non fosse che la miseria! Ma lo zio declina ogni giorno di più, e per quanto si cerchi di nascondergli le nostre strettezze, come si è fatto delle stragi del settembre e poi del supplizio del Re, io temo che l'abbandono di ogni antico amico gli debba essere fatale. (si asciuga gli occhi)

Batt. — Coraggio, via! Chénier verrà quest'oggi istesso, e quando avrà visto... quello che non c'è, qualche cosa farà perchè il suo vecchio e glorioso amico possa almeno morire tranquillo. Tu va a portare le tue scritture: alla casa ci penso io.

Ant. — Se viene intanto Chénier, digli quanto ti pare...

Batt. — È presto detto: zero via zero, zero.

Ant. — Ti dò carta bianca... Io non ho più la testa a segno, e l'avrei anche meno senza della zia così coraggiosa, senza di te che dopo la partenza di Pierina ti adatti ad ogni servizio più basso!...

Batt. — Protesto: a questo piano non c'è più nulla di basso!

Ant. — E io per tanta abnegazione (lo piglia fra le sue braccia) non avrò da darti nessuna ricompensa! Nessuna!

Batt. — Tonino, lo fai apposta ad intenerirmi, con quella crosta che ho sullo stomaco?

Ant. — Hai ragione... Vado... E ricordati, se viene Chénier, carta bianca. (piglia lo scartafaccio, cappello e mazza ed esce dal fondo)

Batt. — Carta bianca per dare ad un povero vecchio mezzo [251] cieco un'ultima illusione di agiatezza, quando un assegnato di cento lire non serve che per quindici, quando tutta Parigi agonizza fra le strette delle armate straniere e del Comitato di salute pubblica? Salute per modo di dire! Sicuro che col suo metodo non si patisce più il mal di capo! Carta bianca e a chi? Ad un comico a spasso. — Che sa fare lei? — Ridere. — Far ridere quando una risata può dare a sospettare che abbiamo un'idea diversa dalla loro, quando per cambiarci le idee ci cambiano addirittura la testa — senza darcene neanche un'altra?! — Perdoni, mi pareva che giusto in questi momentacci il fare una bella risata facesse un po' di bene. — No, no, caro, il ridere per ridere è giù di moda. L'uomo dopo che s'è dato alla politica è più che mai la gran bestia malinconica. E poi noi i nostri comici li abbiamo senza andare in teatro: abbiamo quelli che fanno le cose ridicole coll'aria seria... questi sono adesso i grandi artisti! Lei è un avvocato vuoto d'idee e pieno di rettorica tal quale el sour autor? Bravo: lo manderemo all'Assemblea. Lei non ha mai saputo amministrare il fatto suo come Pantalon? Benone: le faremo amministrare il paese. Lei invece è di tutte le opinioni come Arlechino di tutti i colori? A meraviglia! Avanti con Brighella, Truffaldino e Scaramuccia: a voi il nostro voto e il nostro destino! A voi i migliori posti, belle maschere della nuova Commedia! — E tu, Battistino, non capisci perchè ora i comici vadano a terra? Ma se fanno ridere di più quegli altri!

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