SCENA VI.

Il DOTTORE dalla sinistra del teatrino. Detti.

Dott. — Voi parlate e favellate di ridere, ed io screpolo di rabbia!

Colomb. — Con chi l'avete, eccellentissimo Dottore?

Dott. — Salve, foemina! L'ho con quel mostro policromo di Arlecchino, che, senza alcun rispetto per un Dottore della mia circonferenza, dice che se non voglio recitare nel Burbero, è segno che sono un asino, sì, asinus, vel buricchius; e così io laureato senza aver aperto un libro, io famigerato prima di aver fatto checchessia comechessia; io delizia del pubblico per i miei insensati, ma spontanei spropositi in ogni scibile e ignorabile, dovrò dare il pessimo esempio ai miei discepoli di studiare prima di professare, di pensare prima di dire? Ah Arlecchinus, non ego doctor in utràque et in utrìque, sed tu buricchius, terque, quaterque asellus!

Pant.Ciucus!

Colomb.Asinissimusque!

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